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lunedì 18 ottobre 2010

EQUILIBRARE LA BILANCIA



"Mangiare non significa semplicemente soddisfare la sensazione fisica della fame. Non si mangia solo per placare il brontolio dello stomaco, ma anche per soddisfare l’appetito e le proprie emozioni"

Dal momento in cui un genitore offre per la prima volta un biscotto o una caramella ad un bambino per consolarlo e zittirlo, il cibo diventa un modo per nutrire, oltre che il corpo, anche lo spirito, un legame inscindibile che rimarra' per l'intera vita della persona. Sin dall'antichità il cibo, oltre ad essere nurtrimento fisico, ha fornito all'uomo spunti per festeggiamenti e socializzazione... non a caso le famiglie da tempo immemore si riuniscono davanti a tavole imbandite per trovare la propria identita': tutti quanti, mangiando insieme, instaurando legami attraverso la convivialità e la condivisione. Tutto questo è normale, direi assolutamente positivo... Il problema principale si presenta quando le abitudini alimentari determinate dagli stati emotivi squilibrati mettono a rischio un'alimentazione sana, portando ad un aumento incontrollato, o viceversa ad un calo importante, di peso corporeo. Esperti dietologi hanno ormai compreso che la soluzione per la maggioranza dei problemi delle persone in sovrappeso non consiste semplicemente nel prescrivere una dieta di 1500 calorie al giorno associata all’esercizio fisico... ma nel modificare il loro approccio alla perdita di peso ed al suo mantenimento correlato - senza dubbio - con la visione che queste persone hanno del cibo.Essere in grado di capire se si mangia per soddisfare un’emozione è il primo passo verso la risoluzione del problema. Si mangia quando non si ha fame o quando ci ritroviamo a vivere un particolare stato emotivo? Tenere un diario alimentare per capire cosa, quanto e quando si mangia e quale è stata l’emozione o la situazione che ci ha spinto a farlo potrebbe essere la soluzione per capire il problema. Essere consapevoli delle ragioni può aiutare ad affrontarle.Essere arrabbiati per qualcosa, tristi, insicuri, nostalgici, incazzati come iene, felici come delle pasque.. porta a disequilibrii della bilancia.

Forse sarebbe arrivato il momento di cambiare questo modo di vivere rendendosi conto che è davvero fattibile cambiare.

IL CAPPELLAIO MATTO

lunedì 13 settembre 2010

GUIDA AL TRASLOCO


ORMAI sono un'esperta in materia, nella mia vita ho fatto piu' traslochi che altro.. quindi... mentre faccio mente locale sul trasloco che tra 3 / 4 mesi mi aspetta... prendo nota sul blog.. chissa' che non torni utile a qualcuno.. a me senz'altro servira' per far ordine nella testa!
E' innegabile che il trasloco sia un momento pesante, soprattutto per chi - come me - ha sempre fatto tutto da sola, con l'ausilio di amici/parenti... ma sta volta si cambia! Provvederò come al solito ad inscatolarmi le mie cose nel mio modo.. ma mi affiderò ad una ditta di traslochi che provveda alla parte pesante del tutto montaggio/smontaggio/rimontaggio mobili soprattutto!
Il nesso è che se uno ci pensa per tempo le cose saranno senz'altro piu' semplici.. quindi io INIZIO DA QUI!
La "tabella di marcia" per questo trasloco è la seguente:

4 MESI PRIMA DEL TRASLOCO: nell'effettuare il cambio di stagione si elimina tutto cio' che non è indispensabile (organizzando se è il caso un altro swap recicling party e buttando il resto, chiaramente provvedendo al riciclo del possibile). Si inscatolano gli abiti estivi in scatole di plastica rigida trasparenti gia' stirati e piegati a dovere. Non sara' necessario indicare con cartello la destinazione visto che trattasi di abiti estivi per lo piu' visibili... ed il tipo di scatola agevolera' il mantenimento dello stiraggio...
Si avvisano parenti ed amici della necessita' di reperire giornali e scatoloni per il futuro trasloco.
E si inizia piano piano la scrematura del piu'...
La mia cantina sara' il principale luogo ove ammassero' le scatole per il trasloco.
Le scarpe estive mie e di Embhe' verranno messe via accuratamente pulite e lucidate.. sulla scatola che le ospita vorrei inserire la "foto" del contenuto.. vedremo come stiamo messi con i tempi... è un'idea presa dal quel genio di Pili... chissa' se sapro' avere pazienza...

3 MESI PRIMA DEL TRASLOCO: si preparano su fogli di riciclo bianchi appositi cartelli con la destinazione del pacco "CUCINA" - "BAGNO" - "CANTINA" - " FRAGILE" etc. Nell'inscatolare gli oggetti che non usiamo quotidianamente e che possono essere messi via si procedera' ad attaccare detti cartelli su tutti e 4 i lati della scatola in maniera tale che la scatola sara' scaricata direttamente nella stanza giusta. All'interno delle scatole tutti i nostri oggetti verranno imballati e protetti da fogli di giornale.

2 MESI PRIMA DEL TRASLOCO: Intendendo affidarmi ad una ditta che provveda allo smotaggio mobili/trasporto inizierei a chiedere una serie di preventivi: ho saputo che alcune aziende, se prenotate il trasloco con un certo anticipo (più di un mese prima,) offrono sconti rispetto alle normali tariffe. Nel frattempo si prosegue ad inscatolare quello che si può...

1 MESE PRIMA DEL TRASLOCO: farò verificare le condizioni di accesso e passaggio dalla ditta scelta. Fornendo le mie richieste per lo spostamento/riposizionamento degli oggetti/mobili. Fissando la data del trasloco dovrò anche concordare la durata dello stesso con apposito contratto scritto.
Chi nella nuova casa avra' messo il parquet dovra' chiedere alla ditta di traslochi di coprirlo con un materiale protettivo per evitarne il danneggiamento ma non è il ns caso.
Inizia l'inscatolamento dei libri e della maggior parte degli oggetti da spostare.
Si preparano 4 valigie con gli indumenti base che resteranno a ns disposizione finchè non saremo nella casa nuova il resto va imballato.
Si tengono da parte documenti importanti, chiavi delle due case, documenti relativi ai pagamenti e bollette o similari in scadenza.
Imballiamo con cura quadri, foto e similari.

2 settimane prima di traslocare: ci si assicura che nella nuova casa siano stati ultimati tutti i lavori; si contatta la compagnia telefonica per cambiare il vostro numero; si disdicono i vecchi contratti di acqua, luce, gas effettuando anche il cambio di residenza. Se conosciamo la persona che subentra al posto ns prendiamo insieme i numeri e facciamo insieme il cambio di nominativo delle utenze.

3 o 4 giorni prima di traslocare:si comincia a a svuotare il frigorifero e finite di consumare i surgelati (oppure li si porta da un amico/parente); si scongelare il freezer il giorno prima del trasloco; visto che abbiamo BRIDA (cane) ci si deve accertare di avere il suo cibo, la cuccia, e alcuni suoi oggetti a portata di mano, IMPORTANTISSIMO IL SUO LIBRETTO SANITARIO ED EVENTUALI MEDICINE (collirio, fermenti lattici e similari), sarebbe meglio il giorno del trascolo avere la possibilita' di lasciarla tranquilla con qualcuno che ocnosce bene, che si occupi di lei; Ricordarsi eventuali ns medicine a portata di mano. Certotti e scatola medica sempre facilmente ragiungibile come la cassetta degli attrezzi.
se sappiamo chi è l'inquilino che prenderà il ns posto nella casa che stiamo per lasciare, chiediamo app.to per dargli consegnargli le chiavi e controlliamo rendiamo insieme i numeri dei vari contatori.
Stessa cosa se la vendita della casa è stata affidata ad un'agenzia.
Importante chiude acqua, luce, gas.
Non dimenticate di restituire i video presi a noleggio ed i libri presi in prestito nelle biblioteche.

Il giorno del trasloco: registrate i valori riportati sui contatori di luce, gas e acqua; seguire come un'ombra i traslocatori accertandovi che gli scatoloni più pesanti non siano posti sopra i più leggeri; che non dimentichino nulla; che abbiano cura nello smontare i mobili; che non danneggino porte-finestre-vetri nel passaggio: che tra le cose trasportate non ci sia nulla di rotto o danneggiato.
Nei giorni immediatamente seguenti ricominciare il riordino delle cose;
una volta riordinato tutto, chiamare la ditta di traslochi per il ritiro degli imballi vuoti;
se i mobili sono stati danneggiati, inviate una raccomandata alla ditta di traslochi entro 8 giorni x avere il risarcimento...
dopo di che prendetevi una settimana e andatevene in vacanza...
DIO MIO MI SENTO GIA' STANCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

IL CAPPELLAIO MATTO

martedì 24 agosto 2010

Gabbie


Esistono due modi per uscire da una gabbia: fisicamente e mentalmente.
Quest'estate il Bello ha deciso di uscirne fisicamente. Così, per dare lo schiaffo morale a chi lo aveva ingabbiato ritenendosi dalla parte della ragione assoluta. E la sua mancanza si sente, soprattutto perché chi ama ingabbiare la gente quando l'ingabbiato gli scappa cerca sempre qualcuno di nuovo da imprigionare. Ecco pronta la docile Duchessa.
La quale, invece, come sempre non ha le palle per i gesti plateali, perciò guarda fuori e si aggrappa con tutte le forze alle forme di fuga mentale: si butta nel lavoro, si perde negli occhi del piccolo Re. E, dato che la Duchessa è gatta non tollera gabbie, come sempre il suo corpo reagisce per lei: una bella dermatite su tutte le gambe, e passa la paura. Anzi no, non passa, aumenta sempre di più. Fin quando anche la Duchessa non soccomberà, e si darà alla fuga fisica. Che è molto meno efficace, ma di certo più facile.
Per ora, lotta contro la tentazione di travesirsi temporaneamente da uccellino per essere lasciata in pace, mentre tutto in lei miagola forte l'odio per la gabbia. Eppure fare l'uccellino per un po' distrarrebbe forse l'avversario e la fuga fisica passerebbe inosservata. Ma la Duchessa non è capace di fingere e mentire a lungo.

venerdì 6 agosto 2010

TREMATE TREMATE LE MASCHE SON TORNATE...


I contadini e gli abitanti del Piemonte in passato credevano fermamente a streghe e diavoli: ogni volta che accadeva qualcosa di strano infatti si pensava che fosse stata opera delle MASCHE ossia delle streghe, degli esseri oscuri, degli spiriti...
Il termine MASCA è in effetti una parola molto antica e forse significa proprio "anima di morto" ma si adatta bene ad una serie di "personaggi" tipici del folklore della nostra zona.
Alcuni studiosi credono che la masca piemontese sia simile alla BORDA: strega Toscana che uccideva i bambini con una corda, conosciuta anche in Emilia Romagna ed in Lombardia.
Quello che è certo è che spesso la masca, oltre a essere cattiva e dispettosa, possedeva anche qualità sovrumane che davano del filo da torcere ai poveri mortali che la incontravano sulla loro strada...
Pensate che nelle valli del Cuneese (a cui io appartengo) si credeva che la masca, prima di morire, trovata la persona adatta a cui affidare la sua eredità di stregoneria, pronunciasse queste parole: "…a te lasu el grumisel" piuttosto che "... a te lasu el casul" tradotto letteralmente significa "ti lascio il gomitolo" piuttosto che "il mestolo"...
Persino una cugina di mia nonna (a detta di tutti una masca cattivissima) pare lascò l'eredità streghesca a qualcuno della famiglia.. chissa' che non mi sia pervenuta negli anni.. :)
Insomma figure pseudomitologiche mi hanno letteralmente affascinata.
Da bambina tediavo mia nonna, soprattutto nei pomeriggi invernali in cui andavo a trovarla, affinchè mi raccontasse (alla nausea ormai) tutte le storie delle masche... racconta che ti racconta anche da adulta ormai le masche sono "vicine di casa"...
Vi chiederete perchè tutto sto ciarlare sulle MASCHE.. è semplice! tutto sto parlare e scrivere e raccontare serve a giustificare il fatto che andando in giro a spasso per la campagna della Val Pellice, ed imbattendomi nel cartello "CIABOT D'LE MASCHE" (casa delle masche), ho deciso di fare una vista a questo luogo il cui nome mi ha subito catturata!
Potevo io non a visitare codesto luogo?
LA RISPOSTA è OVVIA.
Prima di tutto ho deciso di assoldare qualcuno di altrettanto curioso e spiritoso (soprattutto serve dello spirito!) quindi ho optato per coinvolgere il mio fidato compagno di scorribande EMBHE', la Nana (ovvero la mia sorellina che terrorizzo dall'infanzia con storie paurose) ed il suo fidanzato (che tanto lavora comunque in un campo affine.. avendo una ditta di pompe funebri!!!)... siamo partiti al calar della sera intenzionati a raggiungere il posto con una illuminazione degna... un po' di "ambient" che rendesse l'atmosfera "giusta"...
Ci sono voluti un po' di tentativi ma alla fine siamo arrivati sul posto.
Purtroppo il nome è rimasto invariato ma il luogo penso sia cambiato assai: intanto è raggiungibile con strada asfaltata e poi è abitato!! insomma non è così sinistro e spettrale come pensavamo: la signora che ci abita (e che abbiamo conosciuto mentre portava a spasso il suo cane) di ha parlato della zona, del perchè viene chiamata così e ci ha dato qualche consiglio sulle passeggiate da fare nel circondario.
"Ciabot d'le masche" è così chiamato perchè si racconta che proprio in quella zona si riunissero le masche del circondario per i sabba, pare esistesse anche una vecchia casa che adesso non c'è piu'.
la zona è immersa in un bosco bellissimo in cui fare passeggiate spettacolari.
Insomma bella serata, cielo spettacolare, sceneggiate della nana divertenti ma ... NIENTE MASCHE.
:(
La NANA però è pronta a giurare che la signora che abbiamo incontrato fosse una vera MASCA..
mentre parlavamo vedevo la mia sorellina sempre piu' nervosa e trepidante mentre fissava un albero.. sia lei che il fidanzato sono pronti a giurare di aver visto appeso ad un ramo un uccello decapitato... chi lo sa!
Io non ho visto niente e la signora mi è parsa così carina e garbata... insomma credo che per incontrare le MASCHE oggi serva un gran colpo di fortuna, oppure è necessario immergersi nelle vecchie tradizioni del folklore piemontese...
Comunque sia mai dire mai... quindi TREMATE, TREMATE LE MASCHE SON TORNATE!!!
IL CAPPELLAIO MATTO

venerdì 5 marzo 2010

A.A.A. CERCASI LAMPADARIO DELLE NONNE...

Avete presente i lampadari delle nonne mezzi ossidati e un poco antiquati? Quelli che non hanno nessun valore ma che vengono spesso archiviati nella categoria "ciapa pur" (in piemontese acchiappa polvere)? Quelli che ogni tanto guardi e ti chiedi chi abbia mai potuto concepire una schifezza simile?? Quelli che quando tua nonna ti diceva "puliamo il lampadario" ti saresti sparata un colpo in bocca? Ecco proprio quelli. Sto disperatamente cercando uno di quei lampadari a goccia che fino a qualche tempo fa avrei tenuto a distanza... ma oggi LO VOGLIO.
lo voglio perchè HO UN'IDEA.
Ricicliamooooooooo...
;)

IL CAPPELLAIO MATTO

mercoledì 3 marzo 2010

Ogni mattina mi sveglio prestissimo, con un unico pensiero nella testa: latesilatesilatesilatesilatesilatesi.
E sì che ne avrei un altro, bello grande, di pensiero con cui riempirmi la testa. Un pensiero di un chilo e sette che fa le capriole nella mia pancia quando bevo la spremuta d'arancia (che fa anche rima).
E invece no: latesilatesilatesilatesilatesilatesi. Il pensiero continua fisso, per tutto il giorno, e mi molla solo quando la stanchezza mi vince e mi costringe a ficcarmi sotto le coperte per due ore il pomeriggio con un libro, o la sera per le mie otto ore di sonno: lussi da donna incinta. Per il resto del tempo è tutto un latesilatesilatesilatesilatesilatesi.
E servisse, almeno. Vado avanti, giorno per giorno, ripetendomi: tu lavora sodo, non guardare il calendario, non sapere che giorno è, non domandarti a che punto siano gli altri, non pensare, tu lavora sodo e basta, è l'unica cosa che puoi fare a questo punto. Poi ti cade l'occhio sul calendario, e ti rendi conto della situazione in cui ti trovi, e cerchi incessantemente nella memoria il nome di qualche altra persona che conosci o di cui ha sentito parlare, che abbia scritto una tesi di dottorato nel terzo trimestre di gravidanza. Più precisamente, che abbia scritto la tesi di dottorato nell'ottavo mese di gravidanza, senza far male al bambino e scrivendola bene.
E la risposta grida nella tua testa: questo nome non c'è!!! Il primo nome, FORSE, sarà il tuo. Se la scrivi. Se la scrivi bene. Se arrivi con questo ritmo alla fine di questo mese. Se la tua tutor non ti cancella dalla lista delle persone fidate, di un certo spessore, rendendosi finalmente conto di ciò che sei: una persona incostante, che cerca di mantenere troppi impegni contemporaneamente, che forse crede troppo nella propria storia di persona che alla fine in volata raggiunge felicemente il traguardo. Mi manca solo la bandana e poi potete chiamarmi Pantani.
Ovviamente la bandana è: latesilatesilatesilatesilatesilatesi.

la Duchessa

giovedì 19 novembre 2009

IL BAMBINO INTERIORE


Chi è il Bambino Interiore? non fate finta di niente, tutti lo conosciamo e sappiamo perfettamente che esiste... è la parte della nostra personalità che resta sempre bambina e che quindi mantiene in se’ le caratteristiche legate al mondo dell’infanzia; è colui che porta nella nostra vita la giocosità, la creatività, lo stupore, il contatto con lo spirito, ma anche il bisogno, la vulnerabilità... la parte piu' vera e piu' profonda del nostro essere, quella collegata con il nostro DAIMON... quella che spesso non sentiamo più perchè con il tempo e con la crescita abbiamo soffocato in fondo alla nostra coscienza...
Il nostro sistema protettivo, le nostra maschere, le nostre corazze lo hanno relagato in fondo a noi, ormai siamo identificati con il mondo dei “grandi”, siamo adulti, siamo seri, siamo responsabili.
Ma LUI resiste e sopravvive dentro di noi, ed anche fuori di noi, nonostante tutto, e spesso ci ricorda qual'è la nostra vera essenza e il nostro cammino personale..
Sulla sua esistenza sono tutti d'accordo dagli psicologi ai comportamentisti.. fino ad arrivare alle filosofie orientali e non.. anzi se facciamo un passo indietro vediamo che fa parte della nostra civiltà da almeno 2000 anni. Pensate ai miti, alle favole, da Pollicino, a Cenerentola, a Hansel e Gretel, tutto ci parla di bambini maltrattati, abusati, di mostri e streghe cattive, ma pure di magia e salvezza, di redenzione e potere. Anche attraverso le favole ed i miti noi recuperiamo il contatto con il nostro Bambino Interiore.
E' la base della nostra struttura psicologica, il fulcro della nostra anima, la base di partenza per la nostra energia personale ...
Jung è stato il primo ad introdurlo apertamente nel 1912 con "basi scientifiche" facendolo riconoscere dalla psicologia moderna.. ma la nostra cultura e diverse filosofie di vita ne parlavano già da tempo.
Il Bambino Interiore rappresenta l’inizio e la fine, la creatura che esiste prima dell’ uomo, ma anche la creatura finale, o meglio, una anticipazione di quello che la creatura sarà, una anticipazione della vita oltre la morte.
E' quindi una figura profondamente legata “nascita e rinascita”, è legato a tutte le qualità di gioia e creatività, ma 8se non equilibrato) può avere anche una connotazione negativa (ecco che si può parlare della nostra OMBRA).
Crescere diventare adulti è necessario, è buono, è naturale: ma solo se si resta in contatto con il bambino Interiore equilibrato.
Bisogna dunque conoscere il proprio Bambino interiore nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti molteplici, nei suoi lati luminosi e di ombra. Non c’è altra strada, conoscere, riconoscere, accettare questa parte di noi, farla fiorire per recuperarne le qualità.
E’ necessario restare bambini pur essendo divenuti adulti. E’ necessario recuperare la spontaneità, la creatività, la fantasia per equilibrare un mondo adulto spesso svuotato, in cui viene a mancare l’entusiasmo, in cui non si sa godere del qui ed ora, in cui ci si vergogna ad esprimere le proprie emozioni, ci si vergogna a chiedere.
Anche Cristo faceva probabilmente riferimento al Bambino Interiore quando diceva:” Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
Nessuno come il bambino Interiore sa recuperare lo sguardo infantile, lo sguardo incantato. nessuno come lui ha un'apertura nei confronti del mondo e nei confronti degli altri e sa spingersi verso la vita e verso lo spirito.
A volte deve "apparirci" in sogno perchè lo stiamo a sentire, altre volte ci manda segnali chiari ma che non vogliamo vedere...
Personalmente ho usato il reiki per riprendere il contatto con lui: ci sono diverse applicazioni nell'autotrattamento di primo livello (*1) che hanno sortito buon effetto. Con il secondo livello sono passata al trattamento mentale direttamente "studiato" per il bambino interiore (*2).
*1 - ogni giorno, almeno 5 min per posizione: a) dalla fronte fino ai denti zona parallela al naso; b) x chi perde capelli nella zona in cui questo è più evidente o comunque cuoio capelluto in corripondenza al 7° chackra; c) plesso solare; d) zona pelvica -bacino con posizione delle mani a V (coggige e perineo compresi); concludere con 15 min nella zona della nuca.

*2 - trattamento di secondo livello con intenzione e reiki al Bambino Interiore per almeno 20 min ogni giorno. procedura 1° simbolo - intenzione - 2° simbolo - 1° simbolo trattando con intenzione nuca-plesso solare - 1° chakra.

Dunque.. dateci dentro.. cercatelo e quando lo trovate dedicategli il tempo che merita...

IL CAPPELLAIO MATTO

mercoledì 18 novembre 2009

NEL PARTICOLARE...


Certo è che la vita è strana.
O forse lo siamo noi che non la guardiamo mai dal lato giusto e non sappiamo valutare...
Quello che è sicuro è che la prospettiva del particolare non ci appartiene, noi tendiamo a vedere il complesso... ma la vita insegna che è il particolare quello che conta e da li si deve partire.
A vent'anni non lo sapevo e correvo incontro al futuro con spirito battagliero lottando con tutte le mie forze per cambiare gli eventi e ciò che ritenevo non andasse bene per me; lottavo contro il particolare per modificare il complesso, senza nemmeno osservarlo, senza tenere contro del suo chiaro significato.
A distanza di anni forse ho capito qualcosa.
La vita ti mette di fronte a miliardi di particolari, chiarissimi, innegabili, immutabili: basterebbe prenderne atto e lasciarsi andare di conseguenza.. ma no! Pur essendo davanti ai nostri occhi, in primo piano, limpidi come nient'altro, non li vediamo.
Non li vogliamo vedere. Ci convinciamo che dobbiamo lottare, combattere, sacrificarci per cambiare la situazione solo perchè non vogliamo ACCETTARE.
Se avessi perso meno tempo a lottare contro la corrente della vita ed i mulini a vento che mi ero creata probabilmente avrei vissuto di più e sarei arrivata alla serenità molto prima...
Nella semplicità del particolare sta la verità...
IL CAPPELLAIO MATTO

martedì 29 settembre 2009

ANDIAMO PER IL BOSCO...


.. A VEDERE SE C'è IL LUPO...
Ve la ricordate questa filastrocca che canticchiavamo da bambini mentre facevamo il girotondo tutti insieme????
... Da sempre il bosco è stato il mio elemento naturale (dipenderà forse dal nome che mi hanno dato che ha proprio quel significato?!!!); da sempre mi affascina ed attira. Ricordo che sin da piccola (le volte che mia nonna e mia mamma mi concedevano di accompagnarle mentre andavano a funghi) entravo in quel regno magico e mi sentivo perfettamente a mio agio. Ricordo la luce soffusa, l'atmosfera sospesa, i rumori attutiti e naturali... le felici giganti e i funghi di diverse forme e colori che spuntavano da ogni parte.... Mi ammaliava questo mondo magico. Questa culla naturale. Questo profumo di sottobosco fresco e fragrante... Pace e tranquillità mi invadevano e sarei potuta stare ore a vagare senza pensare a nulla, solo osservando la meraviglia che mi circondava.
Passano gli anni ma le cose non sono cambiate.
Torno nel bosco con la Lepre a cercar funghi e di colpo mi invade la stessa sensazione incredibile.
E mi permea il desiderio di tornarci, ancora, e ancora...
E' il mio posto. E' il mio richiamo.
Continuano a dirmi di non andare nel bosco da sola che c'è il lupo, proprio come da bambina...
"ANDIAMO PER IL BOSCO A VEDERE SE C'è IL LUPO ..."
E se il lupo ci fosse? (mi chiedono per spaventarmi)
E se il lupo fossi io? (rispondo per provocare)
Lo so i tempi son cambiati. Lo so il mondo è pieno di persone infime (altro che il lupo animale!!!). Lo sooooo la metafora del lupo dovrebbe portarmi a pensare (conosco persin troppo bene la cattiveria umana).. ma il richiamo persiste...
Prometto ad Embhè che non ci andrò da sola. Capisco la preoccupazione di chi mi vuole bene.
"ANDIAMO PER IL BOSCO A VEDERE SE C'è IL LUPO..."
Ma il richiamo è li... continua imperterrito.
IL CAPPELLAIO MATTO

lunedì 14 settembre 2009

Cronaca di una degustazione annunciata...


Nonostante le unghie laccate e gli esperimenti in materia di sartoria non ho potuto accedere al Paese dei Balocchi a cuor leggero... Ho ancora le mie difficolta' a capire molti processi mentali e stili di vita... e credo sia un deficit nel mio dna che mi impedisce di avvicinarmi alla soluzione dell'enigma comprendendo molti "perchè"... I miei limiti restano invariati e i miei difetti pure... numerosi sono i cortocircuiti nel mio sentire; e non menziono le interferenze emotive dovute alla mia follia intrinseca da "cambio di stagione"...
Insomma nonostante lo smalto alle unghie e le energie convogliate (positivamente) in un esperimento di bassa sartoria all'avanguardia.... non ho ottenuto il risultato sperato.
Però ho acquistato una deliziosa pochette frivola e sberluccicante che calza a pennello che le scarpette rosse d'ordinanza (a soli 5 euro!!!) e per almeno qualche ora le mie unghie laccate (color madreperla) mi hanno regalato una saggezza niente male... (ma forse si trattava del vino..)
Chiaramente tutto ha il suo tempo e presto sono tornata con i piedi perterra a sotterrarmi sotto mille domande ed a cercare i "perchè" che mi erano sfuggiti, cercando di cambiare la situazione e arrampicandomi sugli specchi...
Ho sempre pensato che siamo su questa terra per migliorare noi stessi: bhè posso dire che (per quanto Mi riguarda) i risultati non fanno onore all'impegno!!! Ingiusto non credete?!!!
Comunque ho pensato che avevo due soluzioni per migliorare l'umore del momento: la prima era quella di colorarmi le unghie delle mani con il mio pennarello preferito (proprio come facevo da piccola).. mi avrebbe donato un senso di leggerezza incredibile.
Peccato che poi per levare quel colore ci avrei impiegato MESI, avrei smadonnato come uno scaricatore di porto (tipo il famoso CULCHEGO della Duchessa...) ed alla fine avrei fatto di me stessa una persona peggiore di quella ante azione per migliorarmi. Ok opzione scartata.
L'altra soluzione era lanciarmi in uno dei miei passatempi preferiti: la degustazione di qualche vino che da tempo non assaggio... inutile dire che sono partita in quinta.
Devo dire la verità: è stato tutto merito di Embhè se ho potuto prendere in considerazione l'opzione numero due.. perchè il vino che da tempo sognavo di riassaggiare ( e che in zona non riuscivo a scovare ) andava cercato con cura... Così sabato mattina siamo partiti alla volta della zona in cui viene prodotto questo nettare degli dei: destinazione VERDUNO.
Due sono state le cantine visitate, entrambe degne di nota.
La prima "Cascina Massara - Burlotto" è quella che mi ha fornito quello che cercavo da tempo, un buon Verduno Pelaverga esattamente con il gusto che ricordavo e che mi mancava così tanto
La seconda cantina - quella del signor Antonio Brero - mi ha esaltato, non tanto per il vino (che è risultato comunque molto buono) ma per la particolarita' e la simpatia del suo "vinandolo" mezzo profeta e mezzo filosofo...
Il Pelaverga mi ha fornito quello che desideravo: color rubino con bordo granato, note fruttate di ciliegia ed amarena, gradevole retrogusto pepato che permane in bocca con sfumatura selvatica, spessore giusto.. mi ha esaltato assaggiarlo ben ossigenato e leggermente fresco (16° circa)... insomma una vera chicca!!!
Il resto l'ha fatto mezza giornata spesa a ciarlare con Embhè fra i fumi dell'alcool, sperduti nella Langa a contatto con persone veramente divertenti.
Buon umore ritrovato.
Sono pronta per ricominciare!!



IL CAPPELLAIO MATTO

giovedì 3 settembre 2009

Unghie Laccate


C'è una cosa che non so proprio fare ma che mi affascina...
L'UNGHIA LACCATA.
Soprattutto di rosso. O di Bordeaux... Ma anche il nero ha il suo fascino.
Pare che con l'unghia laccata tutto venga meglio: tutto acquista un timbro particolare. Sembra una magia. Ho addirittura l'impressione che con le unghie laccate saprei fare anche le cose per cui non sono portata o che non ho mai fatto.
Ma io ho le unghie cortissime e non so dare gli smalti colorati.. e non li lascio mai asciugare abbastanza.
Esco sempre dai margini: eppure da bambina quando coloravo ero estremamente precisa, anche con i pennelli! Ma con lo smalto ho qualche difficoltà.. e finisco con l'innervosirmi e l'intossicarmi alternando acetone e smalto, smalto ed acetone...
Con l'unghia laccata saprei anche finire la borsa e ovviare ai problemi logistici relativi al manico...
Potrei addirittura stirare e non trovarlo noioso...
Imparerei a non far sgonfiare il soufflè...
Potrei sostenere con nonchalance anche le conversazioni più noiose e banali.
Saprei non annoiarmi in mezzo alla fiera del luogo comune...
Forse troverei piu' stimoli a conoscere la flora e la fauna del Paese dei Balocchi...
Ok. Ho deciso. Adesso vado di là e mi lacco le unghie.
IL CAPPELLAIO MATTO

mercoledì 8 luglio 2009

La Lepre Ammazza Vampiri...


Anni fa mi capitò fra le mani un libro che assunse un'importanza rilevante nella mia vita: "I VAMPIRI ENERGETICI" di Mario Corte edizione GIUNTI...
Capitare fra le mani è un eufemismo, in realtà mi rovinò addosso mentre ero in una libreria e stavo sbirciando fra diversi libri di Castaneda: dall'alto mi cascò sul libro che stavo consultando.. ed era così particolare la situazione e così strano il libro che non potei esimermi.. e lo comprai.
Leggendolo capii che IL CASO (chiamiamolo così) mi aveva messo di fronte uno dei dilemmi della mia esistenza (in realtà dell'esistenza di ognuno di noi) i cosiddetti "VAMPIRI ENERGETICI"...
Niente creature di morte che escono solo la notte e si nutrono di sangue.. niente croci, aglio e denti aguzzi...Qualcosa di molto più concreto e odierno...
Il vampiro energetico è colui che attraverso i suoi comportamenti sottrae energia alla vittima nelle maniere più disparate... Vampiro perchè lo stereotipo del non-morto della letteratura è la metafora di un tipo umano estremamente diffuso nel nostro mondo e l’infezione vampirica è da tempo un’epidemia di vaste proporzioni.
Innanzitutto: l’energia di cui si parla qui è quella cosa senza la quale ci sentiamo più stanchi, più tesi, più frustrati, più amareggiati, più scoraggiati di prima. È quella cosa che si può perdere in una enorme quantità di circostanze in cui la nostra dignità ha subìto una lesione: da un atto di scortesia, una cattiveria gratuita, e anche oltre. In sostanza, perdere energia significa sentirsi peggio di prima senza aver subìto alcun danno fisico, ma avendo incontrato solo un’umiliazione, grande o piccola che sia. Quello che viene evidenziato è che ci sono persone capaci di manipolare ad arte queste cose e quindi di provocarci volontariamente degli shock o degli stati di abulia emotiva, con il risultato di farci stare peggio di prima.
Dunque il vampirismo di cui si parla qui è quello attuato da personaggi che si muovono nel nostro mondo, che agiscono di giorno, senza troppi problemi e sempre più frequentemente.. queste "creature" hanno bisogno di sottrarre energia perché non sono soddisfatte di sé e ritiengono di non avere riserve proprie per affrontare il mondo che la circonda. Si parla di qualcuno che, ancora in vita, si sente già ‘morto’, perché è segretamente convinto di essere una nullità, e si illude di mascherare questa sua vergogna agendo in modo tale da raggirare o umiliare gli altri ad ogni buona occasione. Ogni sua azione, ogni sua parola, ogni suo atteggiamento è funzionale a un "furto di energia".
Perchè queste persone sono diventate così? è mio modesto parere che alcune persone in seguito a sofferenze, delusioni, attacchi da parte di altri vampiri abbiano subito questa "mutazione", un po' per la speranza di non soffrire più, oppure perchè è più facile stare dall'altra parte della barricata e attaccare invece di essere attaccati...
Nel nostro inconscio la presenza di un Vampiro può produrre fastidio, ansia, nervosismo, inquietudine, tensione, euforia, riduzione dell’attenzione, diminuzione della sensibilità e tanti altri stati di alterazione del comportamento normale. Ma il sintomo che quasi sempre insorge dopo l’incontro con un Vampiro, quando l’energia se ne è già andata, è uno stato di insoddisfazione, di scontentezza, una sensazione di ostilità da parte della realtà.
Si tratta di situazioni che – specialmente quando si è obbligati dalle circostanze a condividere molto tempo con un Vampiro – possono sfociare in malesseri fisici di vario genere, come mal di testa, blocchi digestivi, inspiegabile debolezza, tosse nervosa.. La perdita di energia comunque non dipende soltanto da ‘qualcosa di negativo’ che il Vampiro porta in sé, ma da una serie di suoi piccoli atti di malignità, o di provocazione, o di maleducazione, o di semplice mancanza di gentilezza che LUI attua nei nostri confronti, spesso casaualmente o velatamente...
Il Vampiro non condivide mai uno stato d’animo – Con LUI si può condividere lo spazio, o un’attività, ma non uno stato d’animo. Il Vampiro, invece, non scambia nulla e non accetta trasmissioni di stati d’animo. Una persona abituata al contatto umano, dunque, davanti a un Vampiro non potrà che sentirsi in imbarazzo. Il Nulla che il Vampiro diffonde è come una vertigine che assorbe tutto, che fa salire la soglia della tensione fino a farci sentire imbarazzati anche se siamo abituati a stare in mezzo alla gente e ad avere contatti con il pubblico, e più siamo sensibili e più percepiamo questa atmosfera...
Ciò che più profondamente ci imbarazza è la sensazione che a quella persona non interessi nulla di noi, che abbia un suo fine personale da perseguire e che, anche se noi rientriamo in qualche modo nei suoi programmi, vi rientriamo in qualità di oggetti, di prede, non di persone.
Una tattica molto diffusa è quella della sottrazione indebita del tempo che avevamo intenzione di usare diversamente (tramite piccoli atti di maleducazione); un metodo più velato di sottrazione di energia consiste nell'avvicinare la vittima con la tattica della pena...
Il Vampiro agisce sugli ‘ingenui’ che ancora credono nei meriti e nella fondamenteale bontà dell'essere umano, che sono convinti dell'importanza del rispetto verso tutti.
Proprio nelle relazioni spicciole, infatti, sta scritto il successo o l’insuccesso del sistema vampirico in una società.
Ma si può anche diventare vampiri a seguito di una o più aggressioni... Si diventa Vampiri perché si ha paura che le proprie lacune umane e psicologiche vengano scoperte. E chi, più di qualcuno che ci vuole bene e che magari ci vive accanto, ha la possibilità di scoprirle? Ed ecco attivarsi tutti i sistemi di difesa possibili per difendere i propri difetti e trasformarli, con un’azione che ricorda la magia nera, in qualità straordinarie, leggendarie, quasi sovrumane.... Gli esseri umani hanno bisogno d’affetto, e si accontentano anche delle briciole, se necessario. A volte sono obbligati ad accontentarsi di un cibo affettivo avvelenato dalla frustrazione, dall’infelicità, dalla violenza. Ma è pur sempre un cibo. Chiunque non riesca a resistere alla tentazione di ricattare gli innocenti con l’arma dell’affetto, diviene un Vampiro. Magari un povero, misero Vampiro. Ma, comunque, un nemico e uno sfruttatore dell’innocenza, e quindi, in definitiva, un mostro.
Ci sarebbe da discuterne per anni.. quello che invece mi ha suggerito questo post è che personalmente sono una calamita per queste creature... vado in giro per il mondo e mi imbatto in loro... Mi è capitato di frequente in passato.. dapprima non sapevo riconoscerli, poi non riuscivo a contenere i loro attacchi.. con il passare del tempo e l'aumentare della mia conoscenza dell'essere umano e dei vampiri energetici ho compreso la loro dimensione ed il modo corretto di trattarli...
Ma ancora mi faccio cogliere impreparata di fronte alla bassezza di questo modo di vivere...
E' più forte di me, che di natura sono idealista e fondamentalmente ingenua...
La Lepre invece rappresenta sempre il migliore ammazza vampiri che io conosca: li fiuta lontano miglia, li evita, e quando le è possibili li annienta senza pietà... riconosce il predatore e lo combatte senza tregua.
Ultimamente sembrava essersi stancata di questa lotta senza fine, pareva volersene andare in pensione... ma alla fine è un carisma che possiede e che deve esercitare.
La Lepre Ammazzavampiri dovrebbe tenere qualche conferenza in proposito perchè questa società malata pullula di mostri...
Armiamoci di paletti (figurati naturalmente) ed iniziamo lo sporco e duro lavoro degli AMMAZZAVAMPIRI ENERGETICI!!!

IL CAPPELLAIO MATTO

lunedì 6 luglio 2009

VIVERE SPETTINATA (tratto da internet)


"Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, perciò ho deciso di vivere la vita con maggiore intensità. Il mondo è pazzo. Decisamente pazzo...Le cose buone, ingrassano. Le cose belle, costano. Il sole che ti illumina il viso, fa venire le rughe. E tutte le cose veramente belle di questa vita, spettinano...

- Fare l'amore, spettina.

- Ridere a crepapelle, spettina.

- Viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare, spettina.

- Toglierti i vestiti, spettina.

- Baciare la persona che ami, spettina.

- Giocare, spettina.

- Cantare fino a restare senza fiato, spettina.

- Ballare fino a farti venire il dubbio se sia stata una buona idea metterti i tacchi alti stanotte, ti lascia i capelli irriconoscibili ...

Quindi, ogni volta che ci vedremo, avrò sempre i capelli spettinati... Tuttavia, non dubitare che io stia vivendo il momento più felice della mia vita. E' la legge della vita: sarà sempre più spettinata la donna che scelga il primo vagoncino sulle montagne russe di quella che scelga di non salire... Può essere che mi senta tentata di essere una donna impeccabile, pettinata ed elegante dentro e fuori. Questo mondo esige bella presenza: pettinati, mettiti, togliti, compra, corri, dimagrisci, mangia bene, cammina diritta, sii seria... Forse dovrei seguire le istruzioni però... quando mi ordineranno di essere felice? Forse non si rendono conto che per risplendere di bellezza, mi devo sentire bella... La persona più bella che possa essere! L'unica cosa veramente importante: quando mi guardo allo specchio, veda la donna che devo essere. Perciò, ecco la mia raccomandazione a tutte le donne: Abbandonati, Mangia le cose più buone, Bacia, Abbraccia, Balla, Innamorati, Rilassati, Viaggia, Salta, Vai a dormire tardi, Alzati presto, Corri, Vola, Canta, Fatti bella, Mettiti comoda, Ammira il paesaggio, Goditela e, soprattutto, lascia che la vita ti spettini!!!!Il peggio che può succederti è che ... sorridendo di fronte allo specchio, tu ... debba pettinarti di nuovo!"

STAMATTINA UN'AMICA HA GIRATO QUESTA MAIL SOSTENENDO CHE SEMBRAVA SCRITTA DA ME...
MI è PIACIUTA COSì TANTO CHE L'HO POSTATA.
CHI L'HA SCRITTA è UN GENIO!
;)


IL CAPPELLAIO MATTO

venerdì 3 luglio 2009

Identità...


Viste le riflessioni che via via ognuno di noi ha fatto su questo mondo (sulla dimensione "uomo", sul modo di vivere e sentire, sul rapporto con la società SPESSO incomprensibile), questo blog avrebbe potuto chiamarsi "Alice nel Paese delle Meraviglie" ... Alice si rapporta ad un mondo per lei scapestrato e senza senso.. del tutto assurdo... quindi perchè no? ognuno di noi è un po' Alice di fronte a molti accadimenti...
La realtà però è che noi ci sentiamo più dall'altra parte della barricata...
Siamo Cappellaio Matto e Lepre marzolina & co. proprio per questo motivo.
L'assurdità sta nella omologazione.
La follia sta nella normalità (o per lo meno in quello che così è chiamato nella nostra società).
I veri folli sono quelli che si sedano ed obbediscono alle regole comportamentali dell'etichetta e della forma.
Il cappellaio matto e la lepre marzolina sono senz'altro strambi, ma chi non lo è???
La Duchessa senz'altro risulta particolarmente difficile da comprendere, se non altro per le sue continue evoluzioni e per i frequenti spostamenti e ricerche.. ma conoscete qualcuno di "vivo" che non sia altrettanto complesso!?
Embhè certo è uno sconosciuto, colui che non ha collocazione (letteraria o fisica) precisa, ha bisogno di essere in evoluzione ed in movimento continui... addirittura non si riesce a collocarlo in un punto certo perchè si è già spostato dopo pochissimo...
E chissà che i personaggi nell'ombra di questo blog non saltino fuori e non esprimano anche la loro...
Quindi niente "Alice nel Paese delle Meraviglie" per il nostro gruppetto...
Anche perchè il titolo presupporrebbe un mondo fantastico e meraviglioso da visitare e scoprire.. e nella società odierna ci sono troppe cose che non ci piacciono e non capiamo.
Sia chiaro che non siamo ANARCHICI fomentatori... troppa fatica e troppo scontata come ETICHETTA! Non amiamo nemmeno questo...
Insomma.. perchè tutta questa "PAPPARDELLA"!???
Ah, certo, si.. era per dire che da oggi il nome del blog cambierà: si chiamerà

IL CAPPELLAIO MATTO, LA LEPRE MARZOLINA & CO.

mi sembra doveroso...
Tante scuse al potenziale titolo "ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE": non è snobbare è solo un a scelta di vita!
;)


IL CAPPELLAIO MATTO

martedì 10 febbraio 2009

La muta...

Cambiare pelle è sopravvalutato, è un inganno.
Perchè puoi cambiare pelle quante volte vuoi, ma dentro il serpente è sempre lo stesso...

la duchessa

martedì 3 febbraio 2009

Nostalgia


Arriva, ogni tanto.
Anche per chi corre sempre avanti, e avanti, e avanti, lasciandosi dietro porte chiuse a chiave, pronto ad aprirne sempre di nuove quasi come se fosse ogni volta la prima volta.
Eppure capita.
Capita che le porte chiuse si spalanchino, tutte insieme o una alla volta, e come con gli armadi in cui riponi tutto alla rinfusa tutto ti cade addosso, una volta che si aprono e ritrovi con un sorriso cose che avevi anche dimenticato di averci messo dentro.
...è che a volte si apre un solo, unico, tagliente spiraglio da un uscio rovente, quello che hai tanto faticato a chiudere, che lucidi ogni giorno perchè sostituisce ciò che racchiude, perchè è tutto ciò che ti è rimasto e hai imparato ad apprezzarne gli aspetti positivi, ma guarda sono finite le correnti d'aria da quando c'è l'uscio che bel colore che gli ho dato ma guarda quante cose ho imparato a fare da quando ho lavorato su quest'uscio e invitiamo gli amici loro vogliono quasi bene a quest'uscio quando è ben chiuso...bè quando invece si apre un pò, e un raggio di luce dall'interno ti colpisce, non hai scampo...e allora ti accompagna la nostalgia.
Nostalgia per quei giorni, quei mesi, quei lunghi intensi profondi anni. Nostalgia per le voci. Nostalgia per la musica. Nostalgia per i tuoi occhi, che non trovi più. Nostalgia per ciò che eri, per ciò che forse non sarai mai più.
Nostalgia come un abbraccio del passato al te stesso che sei diventato, con i tuoi nuovi occhi, la tua nuova voce, la tua nuova lingua...tanto forte da farti mancare il fiato, e non sai se fa bene o male...

la Duchessa

lunedì 29 settembre 2008

CURIOSITA' UCCISE IL GATTO...


Chiaccherando con Valeria de La Filibusta mi sono trovata a rispondere ad una domanda... "come mai sei interessata a questo argomento?!" la domanda nella fattispecie era riferita ai post precedenti sullArea51 e sugli UFO...
Riflettendoci...
Nella vita di tutti i giorni, quando qualcosa stimola la mia curiosità, non posso fare a meno di trovare tutte le notizie possibili da reperire per capire, conoscere, e farmi un idea del fatto in se..
Cercando di filtrare tutto ciò che mi passa sotto mano con quello che chiamo "il mio filtro personale", cercando di mantenermi aperta e di non lasciarmi trascinare nel qualunquismo...
E' una cosa più forte di me.
E' una droga.
Fintanto che la curiosità a riguardo non si è un po' placata non riesco a smettere di cercare...
E gli argomenti spaziano dalle cose più assurde a quelle più serie e profonde.
Sarà che mi è sempre piaciuto leggere e che dalla nascita sono affetta dalla malattia del "PERCHE'", sarà perchè la mia testa non riesce a non porsi mille domande al minuto, sarà perchè tendenzialmente amo scoprire tutto ciò che non conosco.. chi lo sa...
Tutto questo fiume di parole però ha un senso...
Mi chiedo (perchè lo sapete che non posso farne a meno!!): invece per voi qual'è l'argomento che ha destato o che desta la vostra curiosità sopita?? Che cos'è che vorreste sapere e che non conoscete mai abbastanza? Qual'è l'argomento che risulta per voi più goloso e misterioso tanto da appassionarvi quando lo incrociate?
Sono proprio curiosa...

IL CAPPELLAIO MATTO

martedì 22 luglio 2008

Fiore Appassito


Non so cosa fare. La situazione a tratti mi pare troppo grande e complessa ... come alleviare la sofferenza ed il peso su chi amo? Certo ognuno deve percorrere il suo cammino, ma a volte vedere i problemi piombare addosso agli altri improvvisamente, lasciandomi impotente a guardare... è troppo anche per me.
E poi le piccole stupidaggini quotidiane che si ripetono e che mi irritano mio malgrado.
Il non avere più forze per gestire il tutto.
Il vedere che non cambierà mai questa cosa: mi occuperò di chi amo, ma a nessuno verrà in mente che sono più debole di quanto in realtà sembri. Nessuno prenderà in considerazione che sono la figlia, la sorella minore... che ho bisogno di aiuto io adesso e che dovrebbe essere la famiglia a darmelo. Ma la famiglia dov'è???
Essere SEMPRE il punto d'appoggio, quella a cui va bene tutto e che capisce tutto, che sistema le cose, che si addossa le parti che nessuno vuole recitare, che alla fine non pretende e c'è sempre.
Ho bisogno di chiudermi nel mio bozzolo ed essere la MIA famiglia per me stessa.
Ho bisogno di riprendere energia dal mio mondo.
Poi penserò ad alzarmi e a rimettere tutto a posto.
Adesso ho solo voglia di ME.
IL CAPPELLAIO MATTO