mercoledì 31 ottobre 2007

IL DAIMON

Se esiste qualcosa dentro ognuno di noi che ci guida, che ci induce ad essere in un certo modo, ad imboccare certe strade ed a fare certe scelte questo è il “DAIMON”, O DEMONE, che ognuno di noi riceve come compagno prima della nascita... Questo sostenevano i greci nell’antichità (Platone) e questo è stato ripreso da alcuni scrittori contemporanei tra i quali lo psichiatra James Hillmann nel suo “Il codice dell’anima”.
Il DAIMON è il nostro doppio interno, quello che ci guida, quello che ci raccoglie in seguito alle nostre cadute, quello che ci domina quando prende il sopravvento… è il compagno di viaggio con il quale siamo perennemente in contatto che ci guida attraverso la vita e dal quale volenti o nolenti noi dipendiamo. E’ colui che non ci permette di ignorare le scelte che non fanno per noi, colui che manda all’aria i piani logici e calcolati dal nostro intelletto e che segue la nostra realizzazione più profonda come esseri umani. Non è né buono né cattivo… il DAIMON semplicemente “è”… e ci costringe in ogni momento della nostra vita a tirare le somme e a guardare verso ciò che realmente siamo e vogliamo.

“Le anime, che provengono da vite precedenti e soggiornano in una sorta di aldilà, hanno ciascuna un destino da compiere, una parte assegnata (moira), che corrisponde in un certo senso al carattere di quell’anima.“Quando tutte le anime si erano scelte la vita, secondo che era loro toccato, si presentavano davanti a Lachesi [lachos, “parte, porzione di destino”]. A ciascuna ella dava come compagno il genio [daimon] che quella si era assunto, perché le facesse da guardiano durante la vita e adempisse il destino da lei scelto”. Il daimon conduce l’anima dalla seconda delle personificazioni del destino, Cloto [klotho, “filare, volgere il fuso”]. Sotto la sua mano e il volgere del suo fuso, il destino [moira] prescelto è ratificato”. (Gli viene impresso il suo particolare effetto?). “…quindi il genio [daimon] conduceva l’anima alla filatura di Atropo [atropos, “che non si può volgere all’indietro, irreversibile”], per rendere irreversibile la trama del suo destino.“Di lì, senza voltarsi, l’anima passava ai piedi del trono di Necessità” (Ananke), o, come traducono alcuni, “del grembo” di Necessità. […] Prima di fare il loro ingresso nella vita umana, però, le anime attraversano la pianura del Lete (oblio, dimenticanza), sicché al loro arrivo sulla terra tutto ciò che è accaduto – la scelta delle vite e la discesa dal grembo di Necessità – viene cancellato. È in questa condizione di tabula rasa che noi veniamo al mondo11”.

Se esiste, il daimon è la chiave per leggere il ""codice dell'anima"", quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo. James Hillmann con questo libro ha cercato di dare delle prove circostanziate dell'esistenza e dei modi di operare del 'daimon' utilizzando come esempi personaggi famosi che ogni lettore conosce: da Judy Garland a John Lennon e Tina Turner, da Truman Capote a Quentin Tarantino e Woody Allen, da Hannah Arendt a Richard Nixon e Henry Kissinger, da Hitler ai serial killer. Attraverso il dipanarsi delle vicende di questi personaggi è ha cercato di spiegare che se la psicologia si è dimostrata incapace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi è proprio perché aveva perso contatto con il 'daimon'.
IL CAPPELLAIO MATTO

1 commento:

Anonimo ha detto...

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