Visualizzazione post con etichetta in partenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta in partenza. Mostra tutti i post

giovedì 11 giugno 2009

13 giugno 2009

C'era una volta una bambina dagli occhi vispi e dalla pelle diafana, che viveva fra le montagne con la sua amata nonna. La bambina passava le sue giornate immersa nella natura, in compagnia degli angeli. Tutti i grandi, tranne la sua nonna, non credevano che lei vedesse davvero gli angeli e che la bambina parlasse con loro, perciò giorno dopo giorno fecero in modo che la bambina si convinse di essere strana e abbandonò i suoi amici invisibili.
Passarono gli anni, e la bambina diventò una fanciulla eterea ma scapestrata, tanto scapestrata che volle lasciare la valle che tanto amava per andare lontano, lontano, ad incontrare i suoi simili. Ma nonostante tanti sforzi, nel suo cuore restavano i profumi e i colori della sua terra, e gli occhi della sua amica più cara, che nel frattempo correva e correva, da brava lepre.
Nel corso degli anni, la ragazza strana era attratta sempre di più da persone ancora più strane, finchè incontrò una donna strana con dei capelli strani che viveva in una valle strana in una casa strana con una famiglia strana, che era così strana ma così strana che alla bambina venne il dubbio che invece che strana forse la donna dai capelli strani non era strana ma semplicemente speciale. Da allora tutto si chiarì nella sua anima, e si accorse di non desiderare la compagnia di persone strane, ma di persone speciali. Fu così che mollò chi meglio chi peggio tutte le persone strane che aveva incontrato fino a quel momento, e cominciò a soffrire mentre una fiammella si accendeva dentro di lei. La ragazza non ebbe paura della fiammella, e la lasciò crescere, e crescere, finchè non diventò una grande luce che la avvolgeva dovunque andava.
E intanto giorni di pioggia, di sole, di vento, passavano, passarono anche spaventose tempeste, ma la ragazza continuava a incontrare riconoscere ed accogliere persone speciali, e le invitava a camminare con lei lungo il sentiero, rendendosi conto che man mano la sua luce cresceva unendosi con quella dei suoi amici e delle sue amiche.
Un bel giorno, mentre la sua luce era nera come la mezzanotte, alzando gli occhi lungo il cammino la ragazza restò accecata da una luce grande grande, grande come la sua, ma proprio identica! La sua luce, allora, da nera cambiò colore, e si illuminò ancora di più, tanto da squarciare tutte le ombre e rischiarare la notte. La ragazza decise che non avrebbe mai più voluto lasciare quella luce, e che avrebbe addirittura potuto rinunciare al suo colore per regalargli nuove sfumature, se solo l'altra luce avesse voluto...
Così chiamò a raccolta tutte le persone che amava, tutte quelle la cui luce brillava di più quando c'era lei, e si accorse che ciascuna aveva un suo colore, strano...non strano: particolare, speciale. E per la prima volta capì, e riuscì finalmente a vedere il suo sentiero fino all'orizzonte, e ciò che vide furono la sua nuova luce immensa accompagnata in silenzio da tante altre piccole luci colorate, fino in fondo al cammino, in un grande prato verde illuminato sempre dal sole...perchè le persone speciali sanno che il sole c'è anche la notte, quando non si lascia vedere.
Perchè il segreto è
fare tutto come se
vedessi solo il SOLE.............

la Duchessa

mercoledì 8 aprile 2009

la valigia della duchessa

Domattina si parte. Andiamo qualche giorno presso il ramo paterno della famiglia del Duca, in quel di Vicenza.
Li conosco poco, perciò ho messo in piedi un kit di sopravvivenza, un bel mazzetto di oggetti totemici che parlino di me o mi proteggano dall'imprevisto.
Eccoli qua:
- Baricco, Questa storia (un po' di poesia dopo la calma asciutta e descrittiva della Yoshimoto)
- Converse blu (che fanno molto giovane vagabonda)
- phon, spazzole, piastra (obbligatorio addomesticamento della chioma)
- pigiama colorato e calze calde (abbraccio indispensabile per fare la nanna in un letto estraneo senza marito)
- crema per il corpo all'iris (per ricordarmi dell'energia positiva che scorre dentro di me).

Che cosa contengono i vostri kit di sopravvivenza per viaggi in posti sconosciuti con persone sconosciute in situazioni ignote???

la Duchessa

domenica 6 aprile 2008

In partenza (di nuovo)


Eccomi qua, ancora una volta a riflettere sul mio dramma esistenziale: cosa devo mettere in valigia, questa volta? Farà freddo? Farà caldo? Ci sarà il sole? Sarà nuvoloso? Dovrò camminare molto? Dovrò stare fuori di 'casa' molte ore al giorno? Potrò partire senza portarmi dietro il mio portatile (portatile per modo di dire, pesa quanto un bambino di sei mesi)? Calze lunghe o corte? Scarpe basse o alte? Mi sono ricordata di comprare tutto quello che mi serve? Ho tutte le mie creme e cremine? E soprattutto: dove li metto il phon e la piastra???
Ecco, come ogni volta decido di rimandare a domani sera, cioè all'ultimo momento (perchè io sono la donna dell'ultimo momento: non fare oggi quello che potresti fare all'ultimo momento), e mi tuffo, da bravo Matto, nei pensieri allegri su ciò che troverò: cosa si mangerà si buono (e soprattutto cosa si berrà)? Con chi viaggerò? Chi incontrerò? Cosa c'è di artistico da vedere? Ci sarà bellezza intorno a me? Ci sarà storia?
Questa volta, so già che:
  • ci sarà da bere birra fra le migliori del pianeta
  • il mio papà viaggerà con me
  • non ci saranno persone ostili ad aggredire il mio lavoro
  • dormirò di fronte al museo del mio pittore preferito
  • un mare di corolle mi accoglierà (vedi foto)
  • l'università dove parlerò ha più di quattrocento anni
Solo l'incubo di di decidere quali scarpe portare (e soprattutto quali NON portare) in questa stagione sporca la mia fibrillazione...
la duchessa