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venerdì 6 agosto 2010

TREMATE TREMATE LE MASCHE SON TORNATE...


I contadini e gli abitanti del Piemonte in passato credevano fermamente a streghe e diavoli: ogni volta che accadeva qualcosa di strano infatti si pensava che fosse stata opera delle MASCHE ossia delle streghe, degli esseri oscuri, degli spiriti...
Il termine MASCA è in effetti una parola molto antica e forse significa proprio "anima di morto" ma si adatta bene ad una serie di "personaggi" tipici del folklore della nostra zona.
Alcuni studiosi credono che la masca piemontese sia simile alla BORDA: strega Toscana che uccideva i bambini con una corda, conosciuta anche in Emilia Romagna ed in Lombardia.
Quello che è certo è che spesso la masca, oltre a essere cattiva e dispettosa, possedeva anche qualità sovrumane che davano del filo da torcere ai poveri mortali che la incontravano sulla loro strada...
Pensate che nelle valli del Cuneese (a cui io appartengo) si credeva che la masca, prima di morire, trovata la persona adatta a cui affidare la sua eredità di stregoneria, pronunciasse queste parole: "…a te lasu el grumisel" piuttosto che "... a te lasu el casul" tradotto letteralmente significa "ti lascio il gomitolo" piuttosto che "il mestolo"...
Persino una cugina di mia nonna (a detta di tutti una masca cattivissima) pare lascò l'eredità streghesca a qualcuno della famiglia.. chissa' che non mi sia pervenuta negli anni.. :)
Insomma figure pseudomitologiche mi hanno letteralmente affascinata.
Da bambina tediavo mia nonna, soprattutto nei pomeriggi invernali in cui andavo a trovarla, affinchè mi raccontasse (alla nausea ormai) tutte le storie delle masche... racconta che ti racconta anche da adulta ormai le masche sono "vicine di casa"...
Vi chiederete perchè tutto sto ciarlare sulle MASCHE.. è semplice! tutto sto parlare e scrivere e raccontare serve a giustificare il fatto che andando in giro a spasso per la campagna della Val Pellice, ed imbattendomi nel cartello "CIABOT D'LE MASCHE" (casa delle masche), ho deciso di fare una vista a questo luogo il cui nome mi ha subito catturata!
Potevo io non a visitare codesto luogo?
LA RISPOSTA è OVVIA.
Prima di tutto ho deciso di assoldare qualcuno di altrettanto curioso e spiritoso (soprattutto serve dello spirito!) quindi ho optato per coinvolgere il mio fidato compagno di scorribande EMBHE', la Nana (ovvero la mia sorellina che terrorizzo dall'infanzia con storie paurose) ed il suo fidanzato (che tanto lavora comunque in un campo affine.. avendo una ditta di pompe funebri!!!)... siamo partiti al calar della sera intenzionati a raggiungere il posto con una illuminazione degna... un po' di "ambient" che rendesse l'atmosfera "giusta"...
Ci sono voluti un po' di tentativi ma alla fine siamo arrivati sul posto.
Purtroppo il nome è rimasto invariato ma il luogo penso sia cambiato assai: intanto è raggiungibile con strada asfaltata e poi è abitato!! insomma non è così sinistro e spettrale come pensavamo: la signora che ci abita (e che abbiamo conosciuto mentre portava a spasso il suo cane) di ha parlato della zona, del perchè viene chiamata così e ci ha dato qualche consiglio sulle passeggiate da fare nel circondario.
"Ciabot d'le masche" è così chiamato perchè si racconta che proprio in quella zona si riunissero le masche del circondario per i sabba, pare esistesse anche una vecchia casa che adesso non c'è piu'.
la zona è immersa in un bosco bellissimo in cui fare passeggiate spettacolari.
Insomma bella serata, cielo spettacolare, sceneggiate della nana divertenti ma ... NIENTE MASCHE.
:(
La NANA però è pronta a giurare che la signora che abbiamo incontrato fosse una vera MASCA..
mentre parlavamo vedevo la mia sorellina sempre piu' nervosa e trepidante mentre fissava un albero.. sia lei che il fidanzato sono pronti a giurare di aver visto appeso ad un ramo un uccello decapitato... chi lo sa!
Io non ho visto niente e la signora mi è parsa così carina e garbata... insomma credo che per incontrare le MASCHE oggi serva un gran colpo di fortuna, oppure è necessario immergersi nelle vecchie tradizioni del folklore piemontese...
Comunque sia mai dire mai... quindi TREMATE, TREMATE LE MASCHE SON TORNATE!!!
IL CAPPELLAIO MATTO

mercoledì 8 luglio 2009

La Lepre Ammazza Vampiri...


Anni fa mi capitò fra le mani un libro che assunse un'importanza rilevante nella mia vita: "I VAMPIRI ENERGETICI" di Mario Corte edizione GIUNTI...
Capitare fra le mani è un eufemismo, in realtà mi rovinò addosso mentre ero in una libreria e stavo sbirciando fra diversi libri di Castaneda: dall'alto mi cascò sul libro che stavo consultando.. ed era così particolare la situazione e così strano il libro che non potei esimermi.. e lo comprai.
Leggendolo capii che IL CASO (chiamiamolo così) mi aveva messo di fronte uno dei dilemmi della mia esistenza (in realtà dell'esistenza di ognuno di noi) i cosiddetti "VAMPIRI ENERGETICI"...
Niente creature di morte che escono solo la notte e si nutrono di sangue.. niente croci, aglio e denti aguzzi...Qualcosa di molto più concreto e odierno...
Il vampiro energetico è colui che attraverso i suoi comportamenti sottrae energia alla vittima nelle maniere più disparate... Vampiro perchè lo stereotipo del non-morto della letteratura è la metafora di un tipo umano estremamente diffuso nel nostro mondo e l’infezione vampirica è da tempo un’epidemia di vaste proporzioni.
Innanzitutto: l’energia di cui si parla qui è quella cosa senza la quale ci sentiamo più stanchi, più tesi, più frustrati, più amareggiati, più scoraggiati di prima. È quella cosa che si può perdere in una enorme quantità di circostanze in cui la nostra dignità ha subìto una lesione: da un atto di scortesia, una cattiveria gratuita, e anche oltre. In sostanza, perdere energia significa sentirsi peggio di prima senza aver subìto alcun danno fisico, ma avendo incontrato solo un’umiliazione, grande o piccola che sia. Quello che viene evidenziato è che ci sono persone capaci di manipolare ad arte queste cose e quindi di provocarci volontariamente degli shock o degli stati di abulia emotiva, con il risultato di farci stare peggio di prima.
Dunque il vampirismo di cui si parla qui è quello attuato da personaggi che si muovono nel nostro mondo, che agiscono di giorno, senza troppi problemi e sempre più frequentemente.. queste "creature" hanno bisogno di sottrarre energia perché non sono soddisfatte di sé e ritiengono di non avere riserve proprie per affrontare il mondo che la circonda. Si parla di qualcuno che, ancora in vita, si sente già ‘morto’, perché è segretamente convinto di essere una nullità, e si illude di mascherare questa sua vergogna agendo in modo tale da raggirare o umiliare gli altri ad ogni buona occasione. Ogni sua azione, ogni sua parola, ogni suo atteggiamento è funzionale a un "furto di energia".
Perchè queste persone sono diventate così? è mio modesto parere che alcune persone in seguito a sofferenze, delusioni, attacchi da parte di altri vampiri abbiano subito questa "mutazione", un po' per la speranza di non soffrire più, oppure perchè è più facile stare dall'altra parte della barricata e attaccare invece di essere attaccati...
Nel nostro inconscio la presenza di un Vampiro può produrre fastidio, ansia, nervosismo, inquietudine, tensione, euforia, riduzione dell’attenzione, diminuzione della sensibilità e tanti altri stati di alterazione del comportamento normale. Ma il sintomo che quasi sempre insorge dopo l’incontro con un Vampiro, quando l’energia se ne è già andata, è uno stato di insoddisfazione, di scontentezza, una sensazione di ostilità da parte della realtà.
Si tratta di situazioni che – specialmente quando si è obbligati dalle circostanze a condividere molto tempo con un Vampiro – possono sfociare in malesseri fisici di vario genere, come mal di testa, blocchi digestivi, inspiegabile debolezza, tosse nervosa.. La perdita di energia comunque non dipende soltanto da ‘qualcosa di negativo’ che il Vampiro porta in sé, ma da una serie di suoi piccoli atti di malignità, o di provocazione, o di maleducazione, o di semplice mancanza di gentilezza che LUI attua nei nostri confronti, spesso casaualmente o velatamente...
Il Vampiro non condivide mai uno stato d’animo – Con LUI si può condividere lo spazio, o un’attività, ma non uno stato d’animo. Il Vampiro, invece, non scambia nulla e non accetta trasmissioni di stati d’animo. Una persona abituata al contatto umano, dunque, davanti a un Vampiro non potrà che sentirsi in imbarazzo. Il Nulla che il Vampiro diffonde è come una vertigine che assorbe tutto, che fa salire la soglia della tensione fino a farci sentire imbarazzati anche se siamo abituati a stare in mezzo alla gente e ad avere contatti con il pubblico, e più siamo sensibili e più percepiamo questa atmosfera...
Ciò che più profondamente ci imbarazza è la sensazione che a quella persona non interessi nulla di noi, che abbia un suo fine personale da perseguire e che, anche se noi rientriamo in qualche modo nei suoi programmi, vi rientriamo in qualità di oggetti, di prede, non di persone.
Una tattica molto diffusa è quella della sottrazione indebita del tempo che avevamo intenzione di usare diversamente (tramite piccoli atti di maleducazione); un metodo più velato di sottrazione di energia consiste nell'avvicinare la vittima con la tattica della pena...
Il Vampiro agisce sugli ‘ingenui’ che ancora credono nei meriti e nella fondamenteale bontà dell'essere umano, che sono convinti dell'importanza del rispetto verso tutti.
Proprio nelle relazioni spicciole, infatti, sta scritto il successo o l’insuccesso del sistema vampirico in una società.
Ma si può anche diventare vampiri a seguito di una o più aggressioni... Si diventa Vampiri perché si ha paura che le proprie lacune umane e psicologiche vengano scoperte. E chi, più di qualcuno che ci vuole bene e che magari ci vive accanto, ha la possibilità di scoprirle? Ed ecco attivarsi tutti i sistemi di difesa possibili per difendere i propri difetti e trasformarli, con un’azione che ricorda la magia nera, in qualità straordinarie, leggendarie, quasi sovrumane.... Gli esseri umani hanno bisogno d’affetto, e si accontentano anche delle briciole, se necessario. A volte sono obbligati ad accontentarsi di un cibo affettivo avvelenato dalla frustrazione, dall’infelicità, dalla violenza. Ma è pur sempre un cibo. Chiunque non riesca a resistere alla tentazione di ricattare gli innocenti con l’arma dell’affetto, diviene un Vampiro. Magari un povero, misero Vampiro. Ma, comunque, un nemico e uno sfruttatore dell’innocenza, e quindi, in definitiva, un mostro.
Ci sarebbe da discuterne per anni.. quello che invece mi ha suggerito questo post è che personalmente sono una calamita per queste creature... vado in giro per il mondo e mi imbatto in loro... Mi è capitato di frequente in passato.. dapprima non sapevo riconoscerli, poi non riuscivo a contenere i loro attacchi.. con il passare del tempo e l'aumentare della mia conoscenza dell'essere umano e dei vampiri energetici ho compreso la loro dimensione ed il modo corretto di trattarli...
Ma ancora mi faccio cogliere impreparata di fronte alla bassezza di questo modo di vivere...
E' più forte di me, che di natura sono idealista e fondamentalmente ingenua...
La Lepre invece rappresenta sempre il migliore ammazza vampiri che io conosca: li fiuta lontano miglia, li evita, e quando le è possibili li annienta senza pietà... riconosce il predatore e lo combatte senza tregua.
Ultimamente sembrava essersi stancata di questa lotta senza fine, pareva volersene andare in pensione... ma alla fine è un carisma che possiede e che deve esercitare.
La Lepre Ammazzavampiri dovrebbe tenere qualche conferenza in proposito perchè questa società malata pullula di mostri...
Armiamoci di paletti (figurati naturalmente) ed iniziamo lo sporco e duro lavoro degli AMMAZZAVAMPIRI ENERGETICI!!!

IL CAPPELLAIO MATTO

venerdì 3 luglio 2009

LA PAPESSA; IL SOLE AL CONTRARIO; IL DIAVOLO....


Questa sera rientrando a casa dopo una serata spensierata mi sono balzate in testa le mie vecchie amiche CARTE.. Come ho aperto la porta di casa l'occhio è finito su di loro.. così, senza un motivo apparente.. semplicemente un muto richiamo mi ha avvisata che era arrivato il momento di dare un occhiata a qualcosa che ho tralasciato troppo negli ultimi tempi...
Le ho guardate con un pochino di diffidenza, poi le ho prese in mano ed ho aperto la scatola, le ho mischiate e le ho scelte. Senza troppi giri di parole o senza troppe aspettative...
Ogni volta che devo riflettere su qualcosa mi danno un buon punto di partenza su cui riflettere quindi .. PERCHE' NO?!
PAPESSA - SOLE CAPOVOLTO - DIAVOLO

.. OK, sulla prima sono ferrata, la capisco, ormai mi "appartiene", ma accanto alle altre mi lascia perplessa...

In questi giorni avrò di che riflettere.. anche se in fondo in fondo già qualcosa si muove...
"La Papessa è una carta estremamente positiva, in quanto rappresenta la porta da superare per arrivare alla Verità. Il successo assicurato dalla carta, tuttavia, non riguarda tanto il piano materiale dell'esistenza, quanto piuttosto la crescita interiore e le questioni dello spirito.La Papessa suggerisce la pazienza, invita a riflettere sulle cose, a procedere poco per volta, senza lasciare nulla al caso. La Papessa, infatti, è associata all’intuito ma, anche, alla deduzione e all’analisi del profondo, alla conoscenza di noi stessi e degli altri. Rimanda, anche, alla conoscenza di cose ignote e a segreti svelati."
"Il Sole è insieme con il Mondo la carta più positiva del mazzo e la più rassicurante. II Sole indica il conseguimento di un successo, una realizzazione in qualsiasi ambito della vita umana, negli aspetti intellettuali, emozionali, creativi o materiali. È anche l'inizio di una nuova vita, che si lascia indietro le difficoltà del passato. Il capovolgimento della carta ne rovescia la positività. Il consultante attraversa un momento difficile ma, invece di accettare aiuti e consigli, si rifugia in una sdegnosa solitudine. "
"Come l'Arcano XIII, il Diavolo può in un primo tempo spaventare il consultante. Infatti, subisce il peso di tutti i divieti morali e religiosi e rievoca l'immagine del male. Il Diavolo può condurre indifferentemente alla fortuna o alla rovina. Invece, è sempre di buon augurio per le faccende legate alla creatività: suggerisce un talento profondo, l’ispirazione, un'intensa energia creativa.Dal punto di vista affettivo indica passione, forte attrazione, sessualità intensa.Dal punto di vista professionale indica grandi successi in ambito finanziario; può anche indicare un contratto promettente che conviene, però, studiare a fondo per non essere ingannati. Può indicare anche un individuo energico e magnetico, dotato di grande carisma"
....????....!!!!....
>:(
Insomma! del tutto incomprensibile in questo momento...
IL CAPPELLAIO MATTO

mercoledì 1 luglio 2009

Sardegna: Terra di Fate e di misteri....


Dopo il famoso IMENEO (matrimonio mi sembra riduttivo...) io ed Embhè abbiamo deciso di fare una capatina in Sardegna (sua Terra d'Origine) per fare un salutino ai parenti sardi che non avevano potuto presenziare alla festa...
(Traduzione: abbiamo colto l'occasione al volo per spendere qualche giorno nella bellissima terra sarda scroccando ospitalità ai cordialissimi parenti... in maniera da continuare i festeggiamenti approfittando dell'ottimo cibo, del posto stupendo e della famosa ospitalità del parentado!)
Ho così conosciuto gli zii e i parenti di Embhè (e non solo! direi che ho conosciuto l'intero paese di Ovodda!!) e chiaccherando con uno di loro mi sono persa nella magia della Sardegna dei reperti archeologici, delle storie locali e delle leggende di questa bellissima Terra...
Ho così scoperto oltre ai Nuraghi - ormai famosi - le Domus de Janas... letteralmente "case delle fate". Sono disseminate in tutta l'isola e sono davvero affascinanti, appaiono così all'improvviso, scavate nella dura roccia, in mezzo alla bassa e secca vegetazione sarda, senza ombra di dubbio sono opera umana e senz'altro hanno comportato un lavoro minuzioso e lungo... ma che cosa sono in realtà?
Pare si tratti di tombe scavate nella roccia dalle popolazioni che vissero in Sardegna nel Neolitico, prime fra tutte quelle della cosiddetta "cultura di Ozieri", che fiorì nel periodo compreso fra il 4000 e il 3000 a.C. circa.
Le tombe, che spesso formano vaste necropoli, a volte sono molto elaborate e presentano un'anticamera, spesso dotata di nicchie scavate nelle pareti, e una camera su cui si affacciano numerose piccole celle nelle quali venivano deposti i defunti. Ne esistono alcune decorate con rilievi scolpiti o incisioni che spesso rappresentano motivi a spirale e corna ( simbolo della divinità maschile).
Scavate nella roccia viva, una vicino all’altra, pare che richiamino la struttura delle case dei sardi di quel tempo, ma si pensa che ne sia stata ridotta la dimensione: troviamo perciò grotticelle a forma di capanna rotonda con il tetto a forma di cono, ma anche con spazi rettangolari e a tetto spiovente, provviste di porte e di finestre.... Frequenti i simboli magici in rilievo come ornamento...
Ne esistono di diverse forme e dimensioni... Ma in realtà che cosa sono? Che funzione avevano?
Case delle Fate? Dimora per le anime dei morti? Piccoli Templi per le Divinità Agresti??
Chi può dirlo?
Quello che è certo è che ancora oggi resta un piccolo mistero la tecnica con la quale sono state realizzate, soprattutto in considerazione del fatto che una gran parte delle tombe furono eseguite scavando rocce dure (talvolta nel granito compatto) con i soli strumenti di pietra, gli unici posseduti dai Neolitici. Perlomeno questo è quello che diamo per scontato oggi.
Si parla di civiltà prenuragica: si citano Dolmen e Domus de Janas come espressione archittetonica di quell'epoca... Ma a parte le teorie di certo non si conosce nulla... Sta prendendo sempre più piede l'ipotesi che si tratti di luoghi di culto in cui venivano fatte offerte alla Dea Madre ed al Dio Toro... Luoghi magici dove gli uomini di quel tempo si recavano per avere un contatto con le divinità...
Quel che è certo è che hanno risvegliato in me una curiosità infinita.
E prima o poi è certo che faremo un viaggio in Sardegna alla scoperta delle Domus de Janas che si nascondono sull'isola.. chissà che non ne possa approfittare per visitare anche altre "Tombe dei Giganti" e, perchè no!?, i famosi "Pozzi Sacri" della civiltà nuragica....
Sardegna mia.. Terra di Fate e di Misteri....
IL CAPPELLAIO MATTO


martedì 27 gennaio 2009

CasaPositiva... Parte Prima


Da brava reikista non mi scompongo quando sento qualcuno parlare di casa ed energie negative.
Purtroppo la parola “energia” nel linguaggio comune è stata utilizzata troppe volte da “improbabili personaggi” in malafede, tanto che oggi molti sentendo parlare di “energia”, ti rivolgono un sorrisetto imbarazzato e cercano di sviare il discorso…
Ma, come anche Einstein diceva, “tutto è energia” dunque, partendo proprio da questo presupposto, possiamo ben valutare che tutto ciò che esiste ha vibrazioni energetiche di entità ed intensità differenti; sia che si tratti di qualcosa di animato o meno.
Tutto ciò che rappresenta un ristagno, un accumulo o un disequilibrio energetico, è quindi da evitare.
Proprio su questo principio si basano le discipline che si occupano dell’equilibrio della casa legato all’equilibrio di chi ci vive (come ad esempio il Feng Shui) sostenendo che EQUILIBRIO ENERGETICO è BENESSERE.
Quante volte vi sarà capitato di entrare in una casa (abitata o meno) e avere immediatamente la sensazione di volerne uscire; oppure entrare in un’abitazione che vi mette immediatamente a vostro agio e vi distende totalmente… questo accade perché le case assorbono le energie che hanno intorno (esterne / interne) e a loro volta le trasmettono a coloro che vi entrano.
Ci possono essere stanze che vi respingono, ambienti che vi stancano, luoghi della casa che vi inquietano e vi agitano..
Da regina dei traslochi quale sono (5 traslochi in 8 anni) credo sia indispensabile nel momento di “occupare” una casa procedere ad una sorta di “pulizia energetica” accurata.
Il primo passo è disfarsi di tutte le cianfrusaglie inutili che possediamo ma non usiamo: quindi buttate via (o regalate) tutte le cose vecchie inutilizzate: sono superflue ed inutili, tendono ad assorbire energia negativa.
Il secondo passo è senz’altro pulire a fondo la vostra nuova abitazione iniziando così il processo di taratura della casa sulla vostra vibrazione (insomma state entrando sulla stessa lunghezza d’onda!!!).
Se possibile sarebbe bene cercare di tenere la propria casa il più pulita e ordinata. Eliminiamo tappeti, tele, centrini, tessuti superflui dalle stanze che tendono ad accumulare sporco, e rendono la respirazione difficile. Sarebbe poi auspicabile un contatto diretto con la terra: i piedi insomma dovrebbero poter poggiare direttamente sul pavimento in maniera da facilitare l’interscambio energetico (proprio dai piedi l’essere umano trae e scarica l’energia).
Peluches e bambole dovrebbero essere eliminati o ridotti il più possibile: favoriscono il ristagno energetico della casa (che si rifletterà sui suoi abitanti); consigliati invece oggetti orientali (ventagli, draghi, statue in pietra) perché portatori di energia positiva.
Buona cosa pare essere privilegiare il legno poiché più naturale e miglior conduttore di energia.
Il metallo, invece,andrebbe ridotto considerevolmente (salvo per la cucina che chiaramente ne necessita..); pessima è l’idea di avere letti in ferro battuto: assorbono energie statiche negative con ripercussioni sul sonno e sulla vita (e qui potrei davvero raccontarne di belle…)
Il salotto, stanza principale della casa, deve essere essenziale. I Colori delle pareti devono essere chiari, comunque molto tenui.
Cosa sbagliatissima è tenere fotografie dei familiari esposte in casa. Cumulano negatività... (sarà contento Embhè al quale i miei avi in bianco e nero nell’ingresso di casa non sono mai andati a genio!).
Da preferire i quadri che ritraggono la natura, specialmente fotografie vere, evitando però le cascate e i corsi d'acqua che disperdono energia.
Sono consigliati i laghi e le montagne, che rispettivamente conservano forza, e la elevano e fortificano.
Assolutamente SI alle piante in casa: sono ottimi trasformatori di negativo in positivo, oltre che potenziali purificatori.
Se abbiamo un terrazzo o un cortile, appendiamo almeno uno scaccia spiriti o canne al vento. Secondo il Feng Shui il suo suono andrà a contrastare il potere del vento che si scaglia nella casa, annullando l'energia negativa, e donando benessere a chi ci abita.
Il bagno deve essere essenziale, dobbiamo preferire sanitari bianchi e non colorati. Deve dare una sensazione di purezza. Deve essere facilmente pulibile. No a bagnoschiuma e cosmetici in bellavista. Conserviamo tutto nei mobiletti del bagno. Creano caos mentale e di conseguenza disequilibrio. Esponiamo invece oggetti naturali e candele. Riempiamo vasetti di vetro con sabbia e sassolini e mettiamoli al posto delle solite spugne di plastica come sopramobile nel bagno. Daranno energia positiva e benessere. Consigliatissime anche le piante come il pothos: renderanno l'ambiente armonioso e naturale.
La camera da letto… tasto dolente… abbiamo già detto NO ai letti in ferro battuto… il colore dei mobili deve essere uniforme con il resto della stanza, né troppo scuro nè troppo chiaro: no al bianco ed al nero, vietatissimo il mobile double bianco e nero assieme. Crea caos. Sono molto positivi i mobili di bamboo, di vimini e di tutti i materiali grezzi naturali.
E’ molto importante che la posizione del letto sia rivolta con la testa verso in nord, in modo da allinearsi e dormire seguendo il verso dell' energia della terra. Le persone che abitano sotto l'equatore devono mettere la testata a sud.
La porta deve essere ben visibile dal letto, deve esserci una zona sgombra, in modo da vedere sempre chi entra ed avere via libera in qualsiasi situazione. Stessa cosa vale per le scrivanie, devono avere sempre vista libera dell'entrata.
Evitare gli specchi grandi e posizionati male. Lo specchio riflette energia, se posizionato in maniera errata dirotta l'energia in modo sbagliato e negativo. (Se per esempio abbiamo un corridoio ad angolo, di cui una sola parte ha una finestra, possiamo posizionare lo specchio all'incrocio del corridoio, così da far fluire l'energia anche nella parte di corridoio senza entrate di energia naturale. Facendo così passare l'energia in modo continuo e benefico).
Si al parquet.
Sono consigliate porte di colore chiaro: non devono essere di colore troppo scuro che altrimenti porterebbero “sconforto”.
Consigliatissime:
- una fontana Zen con acqua che scorre, dona energia positiva alla stanza, ed il fruscio dell'acqua che scorre rilassa la mente.
- le lampade di sale al posto delle comuni lampade, quando si scaldano emanano ioni negativi, ottimi per purificare l'aria dagli ioni positivi che emettono elettrodomestici ecc, che inquinano l'ambiente e lo rendono negativo....
IL CAPPELLAIO MATTO

lunedì 10 novembre 2008

CHE COS'è LA REINCARNAZIONE? DHARMA E KARMA


Per reincarnazione si intende la rinascita dell'anima o dello spirito di un individuo in un altro corpo, trascorso un certo intervallo di tempo dopo la sua morte fisica.”
È una delle credenze più diffuse in ambienti legati all'Induismo, al Buddhismo, all’Ebraismo fino ad arrivare ad alcune religioni africane...
Nell'antichità occidentale questa credenza era molto diffusa anche nelle scuole filosofiche: pensate per esempio a Platone.
Nel secolo scorso il filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), nell'ambito della sua corrente di pensiero denominata “Antroposofia” fece circolare un’idea di reincarnazione e karma dedotta da una moderna scienza iniziatica che si ricollega a un’evoluzione del pensiero che consente all’essere umano di percepirsi come entità spirituale all’interno dell’attività pensante dell’Io.
Non vi sono prove scientifiche della reincarnazione, tuttavia pare che alcuni professionisti nell’ambito medico abbiano riportato i risultati di estese ricerche basate sulla regressione a vite passate, ottenuta con l'ipnosi o con tecniche di rilassamento guidato, nel corso delle quali i soggetti coinvolti descrivevano con dettagli esperienze di vita svoltesi sino a diversi secoli, o millenni anteriormente alla loro nascita.
Nei bambini il ricordo di vite passate pare essere più “fresco” e frequente nell’età che va dai 2 ai 6 anni, dopo quest’età tali ricordi vengono via via dimenticati.
Una credenza assai diffusa tra i buddisti indiani e tibetani è che prima di raggiungere il 'nirvana' bisogna passare molte vite, senza ricordo delle precedenti incarnazioni, queste esperienze servono a migliorare la nostra essenza e a superare gli ostacoli che precedentemente non abbiamo saputo vincere…
D’altronde la credenza nella reincarnazione non è estranea nemmeno all'Ebraismo. Definita Ghilgul, è insegnata infatti dalla Qabbalah, la componente mistico-esoterica della religione ebraica. Infatti il principale sostenitore della reincarnazione è l'Arizal che spiega che lo scopo della reincarnazione è il tikkun, la rettifica delle differenti anime Nefesh, Ruach e Neshama che possono essere raggiunte e completate in una stessa persona; egli enumera differenti concezioni di reincarnazione facendone esempi pratici, dicendo ad esempio che ogni tipo di anima deve essere rettificato in vite differenti ed in rari casi tutte in una vita soltanto, e sottolineando anche che esiste una tipologia in cui due persone si corrispondono senza per forza di cose essere stretti dalla stessa anima venuta al mondo due volte in situazioni differenti... o che più anime di persone differenti potrebbero essere rettificate nel corso di un unico ciclo di reincarnazioni… bhè in effetti è una cosa un tantino complicata… ci basti sapere che secondo la Qabbalah vi possono essere cicli di tre reincarnazioni ma si può arrivare sino a venti, trenta ed oltre: questo dipende dal tipo di reincarnazione, se si tratta di un caso tra i vari ibburim o tra i vari ghilgulim.
Comunque sia per capire meglio cos’è la reincarnazione credo sia necessario comprendere il significato di due parole presenti nella filosofia orientale della reincarnazione: DHARMA e KARMA.
La parola Dharma (corrispondente alla legge del TAO cinese), deriva dalla parola indoeuropea DHR che significa “sostenere, mantenere in essere e qualche volta formare”.
Il Dharma è dunque qualche cosa di fisso, stabile, saldo… l’eterna regola, sia per la forma delle cose che per la loro stessa natura. Il Dharma è legge di natura, ordine sia del cosmo che della vita personale poiché detta le norme del comportamento individuale. Vivere seguendo il Dharma, vivere seguendo il PROPRIO Dharma, significa andare verso la nostra vera natura, e portare questa in armonia con il Dharma universale ovvero l’essenza stessa della spiritualità stessa.
Dal punto di vista pratico e umano, il Dharma diventa come un codice di norme, come quello costituito dagli Yama dello Yoga che intendono assicurare sia l’equilibrata coesione sociale, sia la propria salute spirituale. I cinque YAMA del DHARMA sono:
Ahimsa - non violenza, prima norma etica, prescrizione che si deve osservare e realizzare per poter proseguire lungo la via della realizzazione; Satya - veracità. Consiste nella coerenza di parole pensieri ed azioni; Asteya - astensione dal furto, dal prendere cioè ciò che non ci appartiene ma anche sopprimere in sé addirittura il desiderio di tale appropriazione; Brahmacarya - controllo dell’istintualità, castità: primo passo dell’itinerario ascetico; Aparigraha - non avidità, non possesso.
Non tentare di seguire il Dharma significa essere nell’Avidya ovvero nell’ignoranza. Avidya è mancata adesione alla verità e quindi mancata adesione a Dio e ciò comporta conseguenze disastrose. Dharma è pertanto un termine sanscrito che riunisce in sé i significati di legge divina ed eterna, dovere religioso e morale, virtù, dottrina vera, giustizia.
Il KARMA invece è quella legge che adatta saggiamente ed intelligentemente l'effetto e la sua causa. Tutto il bene ed il male che abbiamo fatto in una vita, ci porterà conseguenze buone o cattive per questa o la prossime esistenze. La legge del Karma regge tutto il creato, ed è una legge immodificabile. Colui che viola una legge crea dolore per se stesso. Nella gnosi, la rappresentiamo con una bilancia. Il piatto destro corrisponde alle buone opere e si chiama Darma. Il piatto sinistro corrisponde alle cattive opere e si chiama karma. Questa legge si conosce anche come la legge di azione e conseguenza o causa ed effetto. Il Karma è una legge di compensazione e non di vendetta. KARMA è dunque un "principio universale" secondo il quale un'azione virtuosa" genera benefici nelle vite successive, mentre un'azione "non virtuosa" genera malessere e disagi nelle vite successive. Dunque, vincola tutti gli esseri senzienti al ciclo del Samsāra (Reincarnazione) poiché tutto ciò che l'essere farà, si ripercuoterà nella vita futura. Quando viene compiuta un'azione non virtuosa, viene depositatato nella vita stessa dei "semi" o "residui" in seguito alla produzione di karma negativo. Quando viene compiuta un'azione virtuosa invece, viene prodotto karma positivo. Questi residui allungheranno la permanenza dell'esistenza nel Samsāra. È talora contemplata l'esistenza di un tipo di Karma che non è né positivo né negativo ma eticamente neutro, quello che è compiuto da un essere completamente vigile, attento e consapevole, ossia da un risvegliato. Ogni manifestazione degli esseri senzienti possiede una certa quantità di "semi del Karma", che finché non verranno esauriti, li costringeranno a permanere nel ciclo del Samsāra. Questi "semi" sono frutto di azioni compiute da innumerevoli vite precedenti. Essi non possono diminuire ma possono essere distrutti con il raggiungimento dell'"illuminazione". Con l'estinzione del debito karmico, l'essere non sarà più vincolato al Karma e quindi al Samsāra e potrà raggiungere il Nirvana. Ricordiamoci però che anche la sola intenzione è un'azione (di tipo mentale ma sempre azione è...), e quindi è un karma: ovvero un elemento che scatena causa ed effetto!!! Esistono poi diversi tipi di karma:
• Karma familiare: ad ogni essere umano corrisponde un padre una madre, qualche fratello, uno sposo e qualche figlio. Con tutti questi è legato dalla legge del Karma. Qualcosa gli dobbiamo e qualcosa ci devono, d'accordo e secondo come ci siamo comportati nelle vite precedenti.
• Karma collettivo: è quello con il quale diverse persone hanno karma individuali simili. (calamità, una inondazione, una siccità, peste, epidemie, ecc. )
• Karma Nazionale: è la situazione che soffre tutta una nazione, per esempio un terremoto, una guerra civile, Berlusconi ecc..
Potremmo andare avanti all'infinito.. ma direi di chiuderla qui... mi è già venuta la tristezza... Non ricorderò un sacco di vite liberty vissute nel corso dei secoli, ma pagherò le conseguenze dei semi di karma buoni o cattivi continuando a vagare da una vita all'altra.. errando alla ricerca del Dharma... E pensare che io ero convinta che Dharma fosse la tigre di Tremal-Nike ne "i misteri della Giungla nera"!!!!


IL CAPPELLAIO MATTO

venerdì 31 ottobre 2008

31/10/2008 HALLOWEEN e JACK O' LANTERN...


E' la notte delle zucche illuminate.. La festa di Halloween infatti è simboleggiata in tutto il mondo dalla zucca svuotata dalla polpa, intagliata in modo da ricordare una faccia sogghignante. Al centro del vegetale è tradizione porre una candela accesa. Sistemata sulla finestra o davanti alla porta delle case, la zucca di Halloween allontana streghe e spiriti dalle abitazioni.
Ma come è nata l’usanza della zucca stregata? Tutto è iniziato molti anni fa, in una notte di Ognissanti…
.... quella notte in cui il fabbro irlandese, Stingy Jack, noto scommettitore e bevitore, si recò come d’abitudine al bar a bere la sua birra. Sulla strada incappò nel diavolo e insieme si recarono a bere. Per pagare la consumazione, Satana si trasformò in una moneta, che Jack riuscì a chiudere velocemente nel borsellino. Il diavolo cominciò a protestare e alla fine, per farsi liberare, promise al fabbro che non lo avrebbe più tentato per i successivi dieci anni.
Allo scadere del tempo, puntuale, il diavolo ritornò da Jack, questa volta sicuro di riuscire a rubare la sua anima. Ma Jack escogitò un nuovo inganno. Fece salire il diavolo su di un albero e, non appena questi arrivò in cima, incise una croce sulla corteccia del tronco, impedendo al maligno di tornare giù. Fu a questo punto che Jack propose un nuovo patto al diavolo: avrebbe cancellato la croce se gli avesse promesso di non reclamare più la sua anima. A Satana non restò che accettare.
Gli anni passarono e Jack morì. A causa dei troppi peccati commessi in vita gli fu negato l’ingresso in paradiso. Ma anche le porte dell’inferno rimasero chiuse per lui: il diavolo tentatore tenne fede all'antica promessa e si rifiutò di accogliere l’anima di Jack. Solo, al buio, il fabbro ottenne dal diavolo il dono di un carbone ardente che avrebbe dovuto illuminare la sua strada. Per farlo durare il più a lungo possibile, Jack mise il tizzone in una rapa che stava mangiando.
La tradizione vuole che ogni notte di Halloween il fantasma di Jack torni ad aggirarsi tra le tenebre facendosi luce con la sua lanterna spettrale. Quando, agli inizi del Novecento, gli irlandesi immigrarono in America, portarono con loro anche le tradizioni di Halloween e di Jack della Lanterna (Jack o’ Lantern). Nel Nuovo Continente, però, le rape scarseggiavano mentre erano abbondanti le zucche. E' nata così la tradizione della Zucca di Halloween o, appunto, Jack o’ Lantern.


IL CAPPELLAIO MATTO

lunedì 29 settembre 2008

Area51 Parte Seconda: UFO e Teorie Cospirative..


E rieccoci a parlare della famigerata AREA51 e di tutti i misteri, complotti, interrogativi irrisolti che ci gravitano attorno… ma prima di iniziare una curiosità…
Negli USA,con una spesa di 150 dollari è possibile stipulare una polizza assicurativa contro il rischi di rapimento da parte degli extraterrestri(??!) Il risarcimento stabilito nel caso che si verifichi l'evento temuto è di 30 milioni di dollari: CHIARAMENTE per ottenerlo è necessario presentare inoppugnabili prove fotografiche e mediche..

Permettetemi di dire che questi qui sono FUORI DI TESTA…

(Tornando invece all’Area 51…)
Alcuni ufologi sostengono che il governo degli Stati Uniti ha, o avrebbe avuto, contatti con extraterrestri mantenuti segreti per l'opinione pubblica generale. In particolare tra gli ufologi è diffusa la convinzione che dopo il cosiddetto incidente di Roswell (1947), i resti di un UFO e del suo equipaggio fossero stati trasportati all'interno della base.
E chiaro che il segreto militare fa sì che poco si sappia sui lavori effettuati all'interno dell'area favorendo lo sviluppo di leggende e teorie cospirative di ogni sorta. Vere o presunte che siano non credo che nessuno di noi potrà saperlo tanto presto…
Bob Lazar disse che i dischi volanti alieni trovati sul suolo americano e immediatamente nascosti si trovano in gran parte non nell'Area 51, ove ci sono solo i resti degli alieni, ma nell'Area S-4.
Sostenne inoltre che i presunti decessi degli operai in carica presso l’Area51, per quanto fu possibile appurare, erano stati causati dalla prolungata esposizione dei soggetti a sostanze tossiche sconosciute che ne avevano compromesso la funzionalità dell'organismo conducendoli in pochi mesi al decesso. Ora… si trattava di una sostanza extraterrestre sconosciuta, oppure di una terribile arma per un’eventuale guerra batteriologica??!!
Ai primi del 1989, il giornalista televisivo George Knapp impegnato in una serie di trasmissioni sugli UFO fu avvicinato da Robed Scott Lazar, un trentenne che dichiarò di essere un fisico, di aver lavorato nel complesso di Nellis e di avere una serie di rivelazioni sensazionali da fare. Knapp controllò la sua storia e si convinse a renderla nota. Lazar, senza mezzi termini, affermò che nell'Area 51 si lavorava a velivoli a propulsione gravitazionale di origine aliena, e che aveva subito accuse di spionaggio e minacce di morte. Egli avrebbe svolto le sue attività tra il dicembre 1988 e l'aprile 1989 in una zona denominata S-4, circa 16 km più a sud dell'Area 51. (E’ attestato che Lazar, nel 1982, abbia lavorato presso i Laboratori Nazionali di Fisica di Los Alamos...) Successivamente, con il suo impiego presso S-4, gli sarebbe stato dato accesso ad informazioni altamente riservate. Lì, dentro enormi hangar sotterranei fra loro collegati, in un'atmosfera di continui controlli ed intimidazioni, il primo giorno gli sarebbero stati fatti leggere circa 120 documenti sugli UFO: nove astronavi erano cadute in mano alle autorità - non era spiegato come - ed autopsie erano state eseguite su cadaveri di alieni provenienti dal quarto pianeta del sistema stellare binario Zeta Reticuli 2.
Lazar avrebbe lavorato ad un velivolo del diametro di 9-12 m, al cui interno c'era una colonna centrale che correva tra il pavimento e il soffitto del disco. Una consolle appariva rimossa, e le sedie sembravano esser state costruite per «bambini». Secondo Lazar il velivolo era propulso da un reattore ad antimateria, un apparato emisferico posto sul pavimento del velivolo, delle dimensioni di un pallone da basket. Gli sarebbe stato mostrato anche il reattore in funzione. Come «carburante» il disco avrebbe utilizzato poco più di due etti di un elemento con numero atomico 115, un minerale superpesante non sintetizzabile sulla terra. Questo sistema propulsivo avrebbe permesso di manipolare lo spazio-tempo e di rendere invisibili i velivoli.
Il lavoro di Lazar sarebbe consistito in un tentativo di duplicare il reattore, da lontano avrebbe potuto osservare anche i nove tipi diversi di dischi posteggiati negli hangar.
Durante un breve volo dell'astronave su cui aveva lavorato: questa divenne blu, luminosa nella parte inferiore e cominciò a sibilare come un apparato ad alto voltaggio elettrico. La sera del 22 marzo dell'89 Lazar avrebbe anche condotto sua moglie Tracy, l’appassionato di UFO John Lear ed un amico, Gene Huff, in una località desolata a 24 km dalla zona dei presunti test. Qui, avrebbero osservato e filmato strane luci ellittiche compiere ardite manovre sulle Groom Mountains. Sul video si sentono anche i commenti eccitati dei testimoni.
In seguito furono scoperti: Lazar venne minacciato dall’FBI, e nell'aprile (o maggio) 1989 cancellato dalla lista degli addetti ad Area 51.
Su richiesta di Knapp, Lazar si è sottoposto più volte al test del poligrafo - la cosiddetta «macchina della verità» - con almeno quattro diversi esaminatori e con risultati incoraggianti ma non univoci. Uno degli esaminatori, Terry Tavernetti, ricevette a sua volta minacce telefoniche. Un ipnotista clinico che lavora spesso con la Polizia, Layne Keck, nell'89 ha inoltre sottoposto Lazar a ipnosi regressiva, ed ha concluso che l'uomo è sincero ma che durante il suo periodo di lavoro per i servizi gli sarebbe stato somministrato un farmaco e gli sarebbero state date istruzioni ipnotiche per indurlo a non ricordare i dettagli di ciò che aveva visto. Lazar ammise nel corso delle sue “dichiarazioni” di aver intravisto, dentro S-4, due uomini in camice bianco discutere con «qualcuno di piccolo, dalle lunghe braccia», ma si è rifiutato di sostenere che poteva trattarsi di un alieno. Fra i 120 documenti che egli avrebbe potuto leggere, vi sarebbero stati quelli concernenti i progetti «Galileo» (attività di volo con i dischi volanti), «Looking Glass» (studi sulla possibilità di vedere il passato) «Siderick» (su potentissime armi a raggi) e uno riguardante l'origine dell'umanità, che sarebbe nata grazie ad esperimenti genetici degli alieni…
Ma... mi chiedo.. QUALCUNO HA VISTO UN UFO???
IL CAPPELLAIO MATTO

giovedì 25 settembre 2008

AREA 51.. PARTE PRIMA

(Immagine Area51 disponibile su INTERNET tramite Google Earth)

Ieri l’ho promesso ed oggi provvedo. (Embhe miscredente!!!)
Che cos’è l’area 51? Quali sono i misteri che cela? C’è del vero relativamente agli studi su presunti UFO o è tutta una montatura per coprire esperimenti ben più “terrestri”!!?
L'Area 51 è parte di una vasta zona militare operativa situata vicino al villaggio di Rachel, a circa 150 km a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato statunitense del Nevada. Il nome ufficiale è sconosciuto; viene di frequente indicata come Groom Lake Air Force Facility e non si conosce con precisione né il periodo di costruzione né le funzioni attribuitele.
È celebre soprattutto per i presunti complotti riguardanti gli UFO.
Sta di fatto che la conformazione del terreno (una vera e propria difesa naturale) rende la base difficilmente penetrabile. Inoltre, come per tutte le basi militari, sono numerosissime le misure di sicurezza tecnologiche (sensori di movimento, laser, telecamere) e pattuglie armate. Sulla zona è vietato il sorvolo aereo senza autorizzazione.
E fin qui.. niente di misterioso..
MA.. LO SAPEVATE CHE…
Secondo i calcoli di esperti l'area51 spende 30 miliardi di dollari all'anno di cui un terzo per progetti e due terzi per la sua sicurezza e per mantenere nascosti i segreti!??
Ha la più grande pista per aerei del mondo che è poco più piccola delle marche??!
Tutto il personale che lavora nell'area51 per raggiungerla decolla dall'aeroporto di LAS VEGAS come normalissimi civili per non dare nell'occhio?!!
L'esatta posizione dell'area51 venne definita dai satelliti spia russi nel luglio 1988 ma la scoperta fu resa pubblica solo nel 1990??!
La via TERRESTRE di accesso è tutt'altro che appariscente. Si tratta di una strada sterrata e polverosa che si stacca dalla statale 375 all'altezza di una grande cassetta della posta di color bianco (una volta completamente nera). Questa vita d’accesso pare sia stata e sia tutt’ora teatro di numerosi avvistamenti UFO…
In realtà possiamo solo fantasticare su cosa si nasconda dentro (e sotto) la misteriosa Area 51. Installazioni militari, progetti top-secret, UFO, alieni: tutto questo è Dreamland.
Quello che non può essere visto, non esiste: questa è la filosofia del Pentagono e chiaramente dell’Area 51 si vede moooooolto poco!
Si mormora che siano numerosi gli studi sui veivoli extraterrestri precipitati sul nostro pianeta nel 1947 e nel 1949 nei pressi dell’arcinota Roswell; si vocifera anche che i test di volo successivamente condotti nell’Area51 fossero condotti proprio con prototipi realizzati sulle tecnologie aliene dedotte dai relitti rinvenuti, il tutto ovviamente con la massima segretezza
MA … (c’è sempre un “ma”) ad attirare l'Area 51 nell'occhio del ciclone ci pensa Bob Lazar nel maggio del 1989, tramite un'intervista esplosiva rilasciata alla rete televisiva di Las Vegas KLAS-TV. Lazar dichiara di essere un ingegnere assunto per studiare veicoli extraterrestri custoditi in una installazione segreta vicino al lago Papoose, poco più a sud del lago Groom: la misteriosa area S4. E' la scintilla che scatena l'inferno, rendendo l'Area 51 famosa in tutto il mondo.
Non è da meno il clamore suscitato da Jonathan Turley, docente di legge alla George Washington University. Turley avvia nel 1994 una battaglia legale, denunciando le pericolose condizioni in cui lavorano alcuni operai dell'Area 51, e perfino il verificarsi di alcuni decessi.
Curiosi in terra, curiosi in cielo, curiosi nello spazio. Tutto il mondo osserva Dreamland. La Air Force decide quindi di aumentare ulteriormente il livello di sicurezza… Nuovi prototipi di veivoli TOP SECRET vengono sfornati a raffica ma… Qualcuno ha visto un UFO?
Esiste una ricostruzione di un alieno conservata al museo di Roswell: veivolo ed equipaggio sarebbero poi stati studiati nell'Area 51.
La maggior parte delle indiscrezioni trapelate ci arrivano dagli addetti occupati al suo interno. Lazar afferma di aver lavorato per cinque mesi allo studio di velivoli di natura extraterrestre. Lo scienziato rilascia numerosi dettagli, primo fra tutti la posizione dei laboratori in cui si troverebbero gli UFO, e puntualizza che lo staff di 22 scienziati di cui avrebbe fatto parte era impegnato in un progetto di retroingegneria, finalizzato cioè a individuare le tecnologie impiegate nella costruzione di nove dischi volanti.
Scende nei particolari, descrivendo i velivoli che avrebbe avuto modo di esaminare di persona. Sulla superficie delle fusoliere mancherebbero giunture, bulloni o saldature, ed i bordi arrotondati sarebbero privi di spigoli vivi. A suo dire sembrerebbero modellati nella cera, come se fossero stati fusi in un monoblocco. Anomali anche gli interni, con sedili ad appena 30 cm dal pavimento. Lo scienziato descrive anche il sistema di propulsione, costituito da una sfera poco più grande di una palla da tennis, capace di irradiare un campo antigravitazionale all'interno di un cilindro cavo lungo quanto il velivolo.
Altra fonte d'informazioni George Knapp (il giornalista della KLAS contattato da Lazar), il quale ha reso noto un videotape, ricevuto da un uomo che avrebbe diretto vari programmi nella base di Nellis, in cui si asserisce che dal 1950 le autorità statunitensi starebbero custodendo materiale di origine extraterrestre, e addirittura delle creature aliene.
A supportare tali tesi ci sarebbero gli svariati avvistamenti di UFO intorno all'area di Groom Lake. Fra i tanti, vale la pena menzionare quello ripreso da una troupe della Nippon Tv guidata da Norio Hayakawa. Il filmato mostra un oggetto che decolla dall'Area 51 a velocità incredibile ed effettua manovre impensabili per un normale aereo, si tratta oggetti volanti che farebbero venire l'acquolina in bocca a George Lucas (Guerre Stellari)!!!
E' facile pertanto associare i molteplici avvistamenti di UFO ai vari voli sperimentali condotti sull'Area 51, divenuta ormai chiaramenteun’installazione dedicata alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie. Ma… da dove arrivano tutti questi prototipi? Chi li ha messi a disposizione degli americani? E soprattutto… Qualcuno ha visto un UFO???!!!
IL CAPPELLAIO MATTO

venerdì 29 agosto 2008

VITE PASSATE


Alcune persone credono di essere già vissute nel passato e che la loro anima, in altri corpi, abbia avuto molte vite nel corso di migliaia di anni, accumulando esperienza, conoscenza e, perchè no, talvolta smarrimento... Ebbene si! sto parlando di reincarnazione, che sta alla base di religioni quali il buddismo e l'induismo. Durante la nostra vita di tutti i giorni non ricordiamo nulla di eventuali vite passate, ma sotto ipnosi alcuni possono essere riportati indietro nel tempo e rivivere alcune delle loro esperienze precedenti.
Esistono anche parecchi casi di bambini fra i 3 ed i 5 anni che ricordano (con dovizia di particolari) la propria vita precedente e ne domandano notizia (vedi il post sul "bambino che visse due volte")
Molti ricercatori ritengono che queste vite passate siano vere: in effetti alcune persone riferiscono accurati dettagli storici delle loro esistenze passate, vissute a volte in un altro paese, e in generale in un secolo diverso. Qualche volta queste persone parlano in una lingua che non conoscono, o mostrano di sapere cose che non hanno mai imparata. Alcuni sembrano aver vissuto parecchie vite. Una donna "ricordava" undici vite, nove delle quali vissute come uomo.
Alcuni esempi???

Il caso di Jane Evans
Una donna di nome Jane Evans disse di essere stata un'ebrea di nome Rebecca, vissuta a York (Inghilterra) nel XII secolo. Ricordava benissimo di essere stata inseguita da un gruppo di cristiani antisemiti. Per sfuggire agli inseguitori, lei e la sua famiglia si erano nascosti nella cripta di una chiesa, dove erano rimasti fino a che il pericolo non si era allontanato. Gli esperti erano perplessi perché non riuscivano a trovare testimonianze dell'esistenza della cripta. Non molto tempo dopo, però,la cripta fu trovata, il che dimostrò che, di quei tempi, "Rebecca" ne sapeva più di Jane Evans e di tutti gli storici.
Ritorno nel passato
Alcuni non hanno bisogno di essere ipnotnzzati per ricordare una vita passata. Senza preavviso, sono ritornati nel passato, non come spettatori, ma come protagonisti. Un inglese, il maggiore McDonough, ebbe una esperienza di questo tipo mentre si trovava in India. Stava sul crinale di una montagna e guardava giù nella valle, quando all'improvviso vide molti soldati dell'antica Grecia che vi si stavano accampando. La cosa di cui si rese subito conto fu che si trovava in mezzo a loro, anche lui soldato. Avvicinatosi a un gruppo di soldati, vide che osservavano una roccia con un iscrizione che commemorava la morte di uno dei generali di Alessandro Magno. L'iscrizione era stata fatta da poco e tutti i soldati apparivano tristi: con sua grande sorpresa, il maggiore scoprì che poteva leggere con facilità l'iscrizione, che era in greco antico, una lingua che non aveva mai studiato. Un momento dopo la scena ritornò normale, ed egli si ritrovo sul crinale della montagna. In seguito il maggiore esplorò la valle e trovò che la roccia che aveva visto era quasi completamente nascosta dalla vegetazione. La roccia portava una iscrizione molto consumata: era la stessa che aveva visto prima e che, secondo i suoi calcoli, risaliva al 329 a.C.
Realtà o coincidenza? Anche se le prove dell'esistenza di vite passate possono a volte sembrare convincenti, alcuni esperti ritengono che esperienze di questo tipo provengono dalla memoria che, in certe condizioni, è in grado di "ricordare" una quantità straordinaria di informazioni che non si sapeva neppure di possedere. Questo fenomeno si chiama criptomnesia. (Alcuni pensano che i ricordi possano essere trasmessi ai figli prima della loro nascita, nello stesso modo in cui viene trasmesso il colore degli occhi e dei capelli). Sotto ipnosi, alcune persone hanno "ricordato" esperienze che in realtà erano collegate a qualcosa che avevano letto, visto o udito anni prima, ma che avevano dimenticato.

In ogni caso sogno o realtà, verità dei fatti o fantasia allo stato puro vi propongo un simpatico test per individuare chi siete stati nella vostra vita precedente!! E se ancora non vi basta fatevi un salto anche qui...e poi mi raccomando... Fatemi sapere!!


IL CAPPELLAIO MATTO

mercoledì 23 luglio 2008

La Profezia dei Maya ed il 2012..


22 Dicembre 2012: fine del mondo?
Ormai nel mondo del web, e non, gira una specie di febbre che addita questa data (non tanto lontana per la verità!) per la catastrofe prossima ventura.
Ma su quali basi si portano avanti questo tipo di supposizioni? Secondo le Profezie Maya! (ne parlavamo l’altro giorno vi ricordate???)
Secondo i Maya infatti ciascun ciclo del Lungo computo espresso in un calendario corrispondeva ad un'era del mondo: il passaggio da un'era all'altra è segnato da catastrofi e distruzioni. Il ciclo attualmente in corso è iniziato il 6 settembre del 3114 a. C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà appunto il 22 dicembre del 2012.
Il 21 dicembre sarà dunque l'ultimo giorno del vecchio ciclo.
Ecco dunque la ragione della previsione di catastrofi che riguarderanno in particolare questa nostra civiltà occidentale, e soprattutto per le sue grandi metropoli: New York, Parigi, Londra.
Questa data insomma è riferita ad una profezia che la civiltà Maya fece più di 5000 anni fa, profezia peraltro che non ci indica quella data come termine del mondo, ci indica invece il punto di conclusione di un anno galattico…Ricordiamoci che i Maya hanno scoperto che la Terra gira intorno al Sole, che tutto il sistema solare nel quale la Terra si trova gira anch'esso intorno alla galassia, che il giro completo del sistema solare intorno alla galassia dura 25625 anni ("anno galattico" appunto)…. Ma ricordiamoci pure che i Maya non erano, come dire… una popolazione poi tanto ottimista e serena!!!
Ed ecco la chicca che ho deciso di darvi in pasto: agli inizi dell'autunno 2002, tale Carlos Barrios ha parlato in modo divulgativo della tradizione e dei leggendari calendari Maya. La tradizione di questo popolo, dotata di un retaggio culturale che comprende migliaia di piramidi e di templi, nonché di un calendario che si è rivelato astronomicamente preciso per un periodo di milioni di anni, viene diffusamente considerata una chiave mistica per l'anima dell'lsola della Tartaruga (America Settentrionale). In discorsi pubblici ed interviste private Barrios (sia come antropologo che come iniziato), ha esposto il suo resoconto, basato sulla sua interpretazione della storia e del futuro delle Americhe e del mondo in generale; egli ha inoltre parlato del percorso che intravede da qui al solstizio d'inverno del 2012.
Carlos Barrios è nato in una famiglia spagnola su El Altiplano, la regione montuosa del Guatemala, precisamente a Huehuetenango, territorio di insediamento della tribù Maya Mam. I Mam, come altri Maya ed altri custodi della tradizione indigena, preservano parte dell'antico retaggio dell'Isola della Tartaruga; essi sono definiti custodi del tempo, esperti degli straordinari, antichi, eleganti e notevoli calendari.
Barrios è storico, antropologo e ricercatore. Dopo aver studiato per 25 anni con gli anziani, iniziando all'età di 19, è diventato anche un Ajq'ij Maya, sacerdote officiante e guida spirituale del clan dell'Aquila ed ha affermato:"Gli antropologi visitano i templi, leggono steli ed iscrizioni e confezionano storie sui Maya, tuttavia non interpretano i segni in modo corretto, lavorano solo di immaginazione... Altri scrivono delle profezie nel nome dei Maya; dicono che il mondo finirà nel dicembre del 2012. Gli anziani Maya sono furibondi per questo; il mondo non finirà, sarà trasformato. Sono gli indigeni - non altri - a possedere i calendari ed a sapere come interpretarli correttamente".
"... La comprensione del tempo, delle stagioni e dei cicli da parte dei Maya si è dimostrata ampia e sofisticata. I Maya interpretano 17 calendari diversi, alcuni dei quali calcolano con precisione il tempo per un periodo di oltre 10 milioni di anni. Il calendario che dal 1987 ha stabilmente riscosso l'attenzione globale si chiama Tzolk'in o Cholq'ij; esso, concepito moltissimo tempo fa e basato sul ciclo delle Pleiadi, è tuttora ritenuto sacro."
Con i calendari indigeni, le popolazioni native hanno conservato il ricordo di importanti momenti storici cruciali secondo i quali "Ci troviamo in un periodo nel quale il braccio destro del mondo materialista sta scomparendo, lentamente ma inesorabilmente. Siamo all'apice di un'era nella quale inizierà la pace e la gente vivrà in armonia con la Madre Terra; non ci troviamo più nel Mondo del Quarto Sole, ma non siamo ancora nel Mondo del Quinto Sole: questo è il periodo di mezzo, quello della transizione. In concomitanza con tale transizione si verificherà una colossale e globale convergenza di distruzione ambientale, caos sociale, guerre e cambiamenti terrestri. Tutto questo, dice Barrios, fu previsto con l'ausilio della semplice matematica spiroidale dei calendari Maya. I Custodi del Tempo Maya considerano la data del 21 dicembre 2012 come una rinascita, l'inizio del Mondo del Quinto Sole. Sarà l'avvio di una nuova era, derivante e contraddistinta dal meridiano solare che intersecherà l'equatore galattico e dalla Terra che si allineerà con il centro della galassia. All'alba del 21 dicembre 2012 - per la prima volta dopo 26.000 anni - il Sole nascente coinciderà con l'intersezione della Via Lattea e del piano dell'eclittica; questa intersezione cosmica viene considerata l'espressione del Sacro Albero, l'Albero della Vita - un albero presente in tutte le tradizioni spirituali del mondo. Alcuni osservatori sostengono che nel 2012 questo allineamento con il centro della galassia aprirà un canale che farà fluire energia cosmica attraverso la Terra, purificando il pianeta e tutti i suoi abitanti, portando tutto ad un più elevato livello di vibrazione."
Ed ecco che in occasione degli incontri pubblici di Santa Fe, Barrios ha raccontato una storia relativa alle più recenti cerimonie Maya per il Nuovo Anno, tenutesi in Guatemala, ed ha affermato che un anziano Mam, che gode di un'alta reputazione e vive tutto l'anno in un'isolata caverna di montagna, si è recato a Chichicastenango per parlare con la gente durante la cerimonia. L'anziano ha comunicato un messaggio semplice e diretto: ha auspicato che gli esseri umani si uniscano a sostegno della vita e della luce; attualmente ogni singolo individuo o gruppo percorre la propria strada. L'anziano delle montagne ha detto che esiste la speranza che in qualche modo il popolo della luce si raggruppi e torni unito.
Barrios ha detto al suo pubblico di Santa Fe che ci troviamo in un periodo critico della storia del mondo: "Siamo turbati, non possiamo più permetterci di scherzare. Il nostro pianeta può essere rinnovato oppure devastato, ed è giunto il momento del risveglio e dell'azione. Tutti sono necessari, nessuno si trova qui per caso ed ognuno ha uno scopo importante. Questi sono tempi duri ma speciali. Abbiamo l'opportunità di crescere ma dobbiamo essere preparati a questo momento epocale."
Barrios ha offerto una serie di indicazioni per aiutare la gente a percorrere con equilibrio il cammino degli anni a venire. "I cambiamenti profetizzati stanno per verificarsi, ma il nostro atteggiamento e le nostre iniziative ne determineranno l'asprezza o la dolcezza."
"Dobbiamo agire, onde determinare cambiamenti ed eleggere come nostri rappresentanti persone che comprendano la situazione ed intraprendano iniziative politiche volte al rispetto della Terra. La meditazione e le attività spirituali sono valide, ma lo è altrettanto l'azione.
È assai importante essere sinceri su chi siamo e sul nostro rapporto con il pianeta. Sviluppatevi secondo la vostra tradizione e date ascolto al cuore, ma ricordate di rispettare le diversità e di perseguire l'unità. Nutritevi con accortezza. Molti alimenti sono contaminati, sia in modo palese sia in modo meno evidente; fate attenzione a quello che introducete nell'organismo. Imparate a conservare il cibo e l'energia. Imparate qualche valida tecnica di respirazione, in modo da riuscire a padroneggiarla. Siate onesti. Seguite una tradizione che abbia nobili radici; non importa quale, il vostro cuore ve la indicherà, ma deve avere nobili radici. Viviamo in un mondo di energia. A questo punto un importante compito è quello di apprendere a percepire ed individuare l'energia di ogni individuo e di ogni cosa: persone, piante animali... Il destino del mondo dei Maya è legato al destino del mondo intero. La più grande saggezza risiede nella semplicità. Amore, rispetto, tolleranza, condivisione, gratitudine, indulgenza. Non è complesso né elaborato. La vera conoscenza è a disposizione di tutti, è codificata nel DNA. Tutto ciò di cui avete bisogno è dentro di voi. I grandi maestri lo hanno affermato sin dagli albori; trovate il vostro cuore e troverete la vostra strada."


Questo è un pensiero che mi è piaciuto moltissimo. Lasciamo perdere le impicazioni New Age che possono crearsi, lasciamo stare l'aura di misticismo che si crea .. è il messaggio che conta e he trovo molto bello e soprattutto sensato.


IL CAPPELLAIO MATTO

giovedì 17 luglio 2008

"M" come... Torino


Torino e il Piemonte: Terra di magia e misteri.
Terra di diavoli e di donne che ai diavoli, anticamente, avevano venduto l'anima: le cosiddette "masche".
La misurata, pacata e discreta Torino infatti brulica e ribolle sotto l'apparenza sonnacchiosa…Secondo alcuni la passione per l'occulto risale alle "riunioni" serali (le cosiddette "veglie") in uso tra famiglie del passato, nelle quali i racconti terrificanti di diavoli, streghe, anime in pena venivano tramandati oralmente dagli anziani.
Si dice che la città che per prima fu capitale d'Italia e che ora è il capoluogo piemontese, possieda ben trentatre punti magici, nati secondo la leggenda, dal corpo smembrato di un principe egizio sprofondato nell'Eridano (l'attuale Po) per avere maldestramente condotto il carro del sole.
Sembra allora non troppo casuale la presenza del museo Egizio secondo al mondo come grandezza solo a quello del Cairo con delle premesse simili!
Torino ed i suoi abitanti che amano raccontare le storie sui loro fantasmi concittadini che popolano qualche palazzo d'epoca o i famigerati Infernotti (scantinati dei palazzi d'epoca che si collegano l'un l'altro formando la torino sotterranea)...
Torino e le statue dei Dioscuri (piazzetta reale) che separano la Torino Bianca da quella Nera, osservando impassibili l'eterna lotta fra il bene ed il male.. Tanti sono e sono stati gli appassionati dell'esoterismo che hanno operato in questa città (in prima fila i Savoia), altrettanti gli alchimisti che proprio qui hanno ricercato la "pietra filosofale" per "mutare il vile metallo in oro". La città nei secoli è stata un richiamo irresistibile per veggenti come Paracelso e Nostradamus per non parlare del Conte di Saint Germain, fino al Gustavo Adolfo Rol dei nostri tempi..
Proprio la città di Torino infatti ha dato i natali allo stupefacente gentiluomo che ha messo al servizio degli altri i suoi poteri paranormali. Ancora oggi c'è chi si chiede: "Abile prestigiatore o Uomo dotato di facoltà medianiche incredibili?" la domanda rimane irrisolta e nel quartiere di San Salvario ancora qualche anziano lo ricorda per le maniere gentili, per la riservatezza e per la disponibilità; Altri lo dipingono schivo e silenzioso mentre torna a casa (nel suo attico affacciato sulle fronde del parco del Valentino al numero civico 31 della Via Silvio Pellico) dove la sera chi aveva la fortuna di conoscerlo sarebbe stato testimone "esperimenti" incredibili...

Insomma Torino avvolta e impregnata di Magia; Torino adagiata su sfocati e tenui ricordi di un passato da centro del Mondo; Torino fitta di Misteri; Torino oggi più che mai città che adoro e amo, città che, pur non avendomi dato i natali, mi ha permesso un apertura di anima diversa, una rinascita cosciente, perchè fondamentalmente città Materna che accoglie chi la sente e la vive in modo accorato; Torino Città della Mole che svetta sui tetti in stile francese e che silenziosa e composta controlla i suoi concittadini ammonendo severa "bugia nen nhe"...


IL CAPPELLAIO MATTO

martedì 15 luglio 2008

La Profezia di San Malachia...


Non si sa con esattezza in che epoca sia stata formulata e da chi, quello che è certo è che la “Profezia dei Papi“ (detta anche la Profezia di San Malachia) è attribuita al monaco cistercense irlandese Malachia ed è stata pubblicata per la prima volta nel 1595 dal benedettino Arnold Wion nel suo libro "Lignum vitae".
Il Santo irlandese avrebbe indicato una lista - vista in sogno - dei Papi che si sarebbero succeduti a partire dal 1143 fino alla fine dei giorni. Li indica con 111 brevi motti in latino corrispondenti ad altrettanti Papi, mentre sotto il 111° motto vi è un’inquietante frase: “In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.”
La traduzione in italiano di quest’importante frase è la seguente: “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia”.
E... indovinate un po’…. Quasi certamente il caro Benedetto XVI sarebbe l’ultimo Papa della Storia: subito dopo il “giudizio di Dio”.

Ecco per esempio il motto riguardante Papa Wojtyla (il 110° Pontefice):
110°) Giovanni Paolo II (1978-2005) - Motto “De labore solis”
Il motto attribuito a Papa Wojtyla (n. 18/5/1920 m. 2/4/2005), “della fatica del Sole”, è un chiaro riferimento al fatto che egli nacque del giorno di un’eclisse solare, e che anche il suo “addio” ha coinciso con un’eclisse, una doppia circostanza estremamente rara.

E subito dopo quello relativo all’attuale Papa, l’ultimo secondo la profezia prima del giudizio:
111°) Benedetto XI (2005-regnante) - Motto “De gloria olivae”
Il motto di Papa Ratzinger (n. 16/4/1927), “la gloria dell’olivo”, sembra un chiaro riferimento al nome Benedetto, poiché i membri dell’ordine benedettino sono anche noti come gli Olivetani, il cui stemma è proprio un ramo d’olivo. Ma, soprattutto, egli è nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo Pasquale, e tutto il periodo è notoriamente sotto il segno dell’ulivo.

La fine del mondo è prossima??? Il giudizio universale è alle porte??? Bhe al momento direi che non guasterebbe un po’ di giustizia divina in questo “paese del caos”…

IL CAPPELLAIO MATTO

lunedì 14 luglio 2008

CHI è LUTHER BLISSETT?


Luther Blissett non esiste, almeno come individuo: al massimo possiamo parlare di Con-dividuo. Almeno quattrocento persone in Italia (molte di più all'estero) assumono questo nome (che in origine è quello di un ex calciatore del Milan, a quanto mi dicono un po' bufala anche lui...) per firmare azioni e attacchi. Quasi sempre rivolti ai media. Quasi sempre contenenti un minuscolo, beffardo segnale che potrebbe consentire lo smascheramento.
Un marchio d'autore, insomma.
La prima beffa è stata una lettera al "Resto del Carlino" di una prostituta sieropositiva, che per vendetta bucava i preservativi dei clienti…
Quali sono gli obiettivi di Blissett? Seminare il panico tra i media dimostrandone la vulnerabilità: ovvero spacciando loro notizie false ma molto verosimili, e comunque in linea con i grandi temi che il "guerrigliero multiplo" attribuisce all'isteria collettiva". Aids, Top Models, Satanismo... Appunto. Utilizzo dei media per scatenare le isterie di massa…
L'attività di Luther Blissett in Italia si caratterizza per la realizzazione di una serie di beffe ordite a danno dei mass media e per la radicale critica ai concetti del diritto d'autore e della proprietà intellettuale ed il progetto in questione pare sia partito intorno al 1995.
Tra le numerose azioni firmate da Luther Blisset si elencano:
- la beffa alla Mondadori nella quale alcuni aderenti al progetto (anno 1996) forniscono alla casa editrice Mondadori, interessata a sfruttare commercialmente il fenomeno mediatico, alcuni testi alla rinfusa tratti da internet e conditi di banalità sociologiche, che Mondadori pubblica spacciandole per "il manifesto delle nuove libertà".
- la beffa a "Chi l'ha visto": attuata nel 1995... l'artista inglese Harry Kipper scompare nelle campagne friulane mentre è impegnato in un giro di "turismo psicogeografico". La trasmissione "Chi l'ha visto?" si interessa del caso peccato che Harry Kipper non esista.
- La bufala Naomi: nel 1995 il quotidiano Il Resto del Carlino pubblica la notizia della presenza a Bologna della modella Naomi Campbell per effettuare un intervento estetico. È tutto falso.
- I sacrifici satanici di Viterbo: tra il 1995 e il 1997 i quotidiani di Viterbo denunciano la pratica di messe nere e di sacrifici carnali nella zona. I giornali condiscono di dettagli le azioni dei satanisti e la notizia finisce anche su Studio Aperto, dando origine ad una psicosi collettiva nella città laziale. La rivendicazione della colossale beffa viene fatta da Luther Blissett durante TV7, il settimanale del TG1.
- La pubblicazione di un pamphlet (saggio) che analizza il caso del linciaggio mediatico del satanista bolognese Marco Dimitri, ingiustamente accusato di violenza carnale ai danni di minore, per denunciare come l'ombra della pedofilia scateni un'isteria collettiva facilmente manovrabile.
Nel 1999 esce per Einaudi a firma Luther Blissett il romanzo storico Q, definito dagli stessi autori "manuale di sopravvivenza": il libro grande successo di pubblico e critica e viene tradotto in varie lingue. E' la storia del viaggio compiuto attraverso l'Europa da un anabattista radicale (XVI secolo): durante questo errare il protagonista prende parte a vari movimenti e sollevazioni che sono conseguenza della riforma protestante. Il racconto si dipana in un arco temporale di circa 30 anni, in questo periodo il protagonista cambia diverse volte il proprio nome, combatte nella guerra dei contadini a fianco di Thomas Müntzer, partecipa alla Ribellione di Münster, trova rifugio ad Anversa e infine a Venezia. In ogni situazione in cui viene coinvolto il nostro protagonista "cambia nome" trova schierata dalla parte opposta il suo avversario più acerrimo, la sua nemesi, il fantomatico Q (che altri non è che una spia al servizio del cardinale cattolico Giovanni Pietro Carafa). Inutile dire che i due arriveranno ad uno scontro finale…. Ed inutile dire che la scrupolosità e l'attenzione dedicati alla ricostruzione storica è accuratissima...

Senz'altro da leggere non solo per perdersi nell'avvincente romanzo ma soprattutto per stupirsi di quanto il "signor Luther Blisset" sia geniale nelle sue ricostruzioni delle più strane situazioni storiche...


IL CAPPELLAIO MATTO

venerdì 11 aprile 2008

una storia strana....















tratto da: La Stampa


Una killer s'aggira per l'Europa
Sui luoghi del delitto trovate le tracce del misterioso Dna


Unica traccia: il Dna. Quello di una misteriosa donna che da 15 anni rapina e uccide

L’ispettore Bruno Bosch ormai si è dannato l’anima e sta perdendo pure la ragione. C’è una donna che gira l’Europa seminando cadaveri e il suo Dna, lasciando morti e complici sparsi dalla Georgia alla Germania, ma non ha un volto, non ha un nome, non ha neppure una storia. È una donna che sparisce. Un fantasma che uccide. Bruno Bosch la insegue in un delirio, trovando tutte le volte le sue tracce, il suo sangue, i suoi capelli, senza riuscire mai a scoprirla. L’ultima volta hanno trovato una Ford Escort bianca abbandonata sul ciglio di una strada del Baden Württemberg, nel Sud Ovest della Germania e c’erano le tracce del suo Dna su una macchia di sangue vicino al posto di guida. Allora, hanno chiamato l’ispettore Bruno Bosch, e lui è arrivato con il suo nodo spesso alla cravatta, il suo portatile e il suo faldone. «So già tutto», ha detto. E’ una parte della sua vita. Lei è una donna: lo insegue nei sogni come un’amante. E’ il fantasma di Heilbronn. Ha ucciso sei volte, ha fatto rapine, furti, scassi, è scappata sulle strade della Germania, della Francia, dell’Austria, ha lasciato morti dietro di sé, e pure qualche complice, che quando è finito nelle mani della polizia non ha saputo dir niente, neanche descriverla.«La conosce solo la scienza», dice Bruno Bosch. «Noi non sappiamo nemmeno immaginare come sia». Ogni volta che appare il suo Dna, lui corre e ci va dietro, disperatamente, come adesso. Lei lascia tracce dovunque, su 24 scene del crimine ha abbandonato il suo Dna. Eppure, è una persona senza identità, e Bosch deve buttarcisi dietro come lo sceriffo dei Cohen, come un investigatore privato di James Crumley, vecchio e malandato. Ha fatto sessantamila chilometri negli ultimi mesi. Prima o poi troverà un quadrivio dove fermarsi. E’ il caso criminale più incredibile d’Europa. Un fantasma che uccide. La polizia ha il suo Dna dai capelli, dal sangue, dalla saliva. Possiede il suo nome scientifico. Solo che non basta. «Nessun ritratto, nessun identikit, nessuna descrizione, persino nessun profilo criminale coerente», come dice Erwin Hetger, il capo della polizia del Baden Württemberg. Lei agisce in modi diversi, assalta capannoni abbandonati e ville, uccide con la pistola o strangola con un filo di ferro. Si sa che è una donna, probabilmente una tossicomane, ma nient’altro di più, perché nessuno ha saputo dire qualcosa di utile, neppure quelli che la conoscono. La Criminalpol la insegue da sette anni, anche se lei ha cominciato a uccidere molto prima, almeno 15 primavere fa, il 26 maggio 1993, quando a Idar-Oberstein, nella Renania, fece fuori una pensionata di 63 anni strozzandola con il filo di ferro che stringeva un mazzo di fiori. Hanno arrestato anche due suoi complici, a Linz, in Austria, e una volta lei lasciò le sue tracce persino su una macchina della polizia, il 25 aprile 2007 a Heilbronn, dopo un conflitto a fuoco, in cui una agente perse la vita e l’altro bandito rimase ferito gravemente. Non restò che il vuoto. Come se lei fosse scomparsa, come se dopo ogni delitto non fosse mai esistita. E’ quello che si chiede Bruno Bosch, l’uomo che sta perdendo il senno dietro le sue tracce: «Non riesco a capire. Ce l’ho in mano. E lei sparisce». Il suo viaggio nell’assurdo cominciò per caso l’11 ottobre 2001, quando un ragazzo calpestò una siringa d’eroina in un bosco della sonnolenta cittadina termale di Gerolstein. I suoi genitori si spaventarono così tanto che chiesero un esame completo del sangue. Non c’era il virus Hiv. Ma quando il Dna apparso nella siringa venne immesso nella banca dati centrale, spuntò che era lo stesso ritrovato sulla scena di due omicidi rimasti insoluti. Il primo era quello della pensionata uccisa nel ’93. All’inizio sembrò tutto facile. Poi, mentre scoprivano altri indizi scientifici, il fantasma si allontanava sempre di più. Un altro delitto, e di nuovo il suo Dna: nella saliva su un biscotto mangiucchiato vicino al cadavere. Di nuovo un omicidio, e un pacchetto di sigarette scartato che segnalava sempre la stessa persona. Poi vennero presi due scassinatori a Linz, in Austria, e Bosch sperò di aver risolto il caso, perché il loro Dna era stato rintracciato sui luoghi di alcuni colpi compiuti da questo maledetto fantasma. Ma loro non seppero dire niente, neanche se era bruna o bionda: «Non la conoscevamo, non ci ricordiamo più. Era con noi per caso», dissero.Poi, adesso, a febbraio, capitò che all’improvviso dai gorghi di un fiume saltassero fuori i corpi senza vita di tre commercianti d’auto della Georgia. Il sangue di uno di loro era stato trovato vicino a quello del fantasma sulla Ford Escort bianca. Bosch ebbe un fremito. Arrivò con il suo computer e la sua cravatta storta. Rimase incredulo: quella macchina era stata comprata dalla polizia per un’operazione sotto copertura. Com’era finita lì? Tutto, in questa storia, sembra senza senso. Poco prima, le fibre della sua pelle erano state ritrovate sul proiettile di una pistola usata durante una faida tra rom, e Bosch aveva sperato che il fantasma fosse uno zingaro. Le ricerche, però, non avevano dato alcun risultato. E nemmeno i test della saliva effettuati su ottocento donne dalle parti di Heilbronn. Quando è giù, Bosch dice che alla fine di questo viaggio potrebbe anche perdere se stesso. Però va avanti. S’è già rimesso in macchina.
Pierangelo Sapegno

lepre

lunedì 28 gennaio 2008

Torino e i suoi misteri

Secondo la più seguita scuola di esoterismo, Torino è una città "di frontiera": l'unica cioè a far parte sia del triangolo della magia bianca (Torino-Lione-Praga) che di quello della magia nera (Torino-Londra-San Francisco). A metà tra lo zolfo e l'incenso. A Torino soggiornò Nostradamus, nella Cascina Morozzo della Pellerina, oggi distrutta: "ici il y a le paradis, l'enfer, le purgatoire", racconta la lapide del 1556 a lui appartenuta e ritrovata appena qualche tempo fa. Torino, i tre stati dell'Aldilà insieme. Qualcosa di inspiegabile ha attirato nel tempo a Torino l'elite dell'occultismo, da Cagliostro a Paracelso, dal Conte di Saint Germain a Fulcanelli. Si dice che "coloro che sanno" vengano a Torino per rendere omaggio al "Grande Vecchio", il conoscitore di tutti i segreti, che dimorerebbe in una sorta di fortificazione medioevale in collina. Naturalmente "chi sa" non parla. Eppure chiunque visita la collina torinese può accorgersi di qualcosa di funereo nell'aria, una sorta di malinconia nell'atmosfera: ci sono tombe ai piedi della collina (la Gran Madre), tombe sulla sommità della Collina (Superga), targhe di defunti su ogni albero del Parco della Rimembranza ed ai defunti è dedicata la luce del faro della Maddalena. "Città unica anche in questo: sul suo punto più alto, ogni volta che scendono le tenebre, si accende non un segnale di gioia, o almeno di fiducia, ma un annuncio di memento mori" (Vittorio Messori). Secondo gli esoteristi la città di Torino è sospesa tra le Forze del Bene e quelle del Male: il suo cuore bianco è dietro Piazza Castello (la fontana dei Tritoni), la porta dell'Infinito in Piazza Solferino (la fontana Angelica), il suo cuore nero in piazza Statuto: leggenda vuole che proprio qui si trovi nascosta la porta dell'Inferno. Scrisse De Chirico nel 1939: "Torino è la città più profonda, più enigmatica, più inquietante, non d'Italia, ma del mondo". Sorprende che il Papa stesso sembrò colto da un'inquietudine singolare nella sua visita a Torino del settembre 1988. Queste le parole pronunciate da Giovanni Paolo II in visita alla città che può vantare una sessantina di santi, parole che imbarazzarono non poco gli uffici stampa della Santa Sede: "La città di Torino era per me un'enigma. Ma, dalla Storia della Salvezza, sappiamo che là dove ci sono i Santi entra anche un altro che non si presenta con il suo nome. Si chiama il Principe di questo mondo, il Demonio (...) Quando ci sono tanti santi è perché ce n'è bisogno. (...) Tu Torino hai bisogno di una conversione eccezionale, superiore". Anche l'allora Cardinale Ratzinger ebbe a dire di Torino, "la luce risplende là dove il buio è fitto". Ma Torino è anche il luogo in cui è custodita la Santa Sindone: gli anglosassoni chiamano la misteriosa figura sul telo "The Turin's Man". E in tutte le lingue il sacro telo è indissolubilmente legato al nome della città: Le Suaire de Turin, la Sàbana de Turìn, das Turiner Bettuch. Diceva una scritta per un'ostensione ottocentesca: "La città della Cristianità hanno Cristo per Redentore. Torino sola l'ha come concittadino". Qui ci fermiamo. Degli aspetti magici di Torino c'è moltissimo da dire e di certo ci ritorneremo. Ma sempre con l'atteggiamento cauto del narratore, a metà tra la curiosità e la ragione, la voglia di conoscere e insieme una certa paura di ciò che non si può spiegare.
Fonte: Vittorio Messori - Aldo Cazzullo, Il mistero di Torino, Due ipotesi su una capitale incompresa, Mondadori, 2004


martedì 4 dicembre 2007

Da che mondo è mondo Cappuccetto Rosso...


Rischia grosso...

Stanotte delirio... Ho commesso l'errore di andare a nanna dopo aver letto un trattato sulle fiabe.. La favola trattata era Cappuccetto Rosso (appunto):

Da Fiabe e Metafore alchemiche
CAPPUCCETTO ROSSO O IL MERCURIO
Con l’inseparabile cappuccio e la sua borsa in mano, Cappuccetto Rosso salta nella fiaba come il dio Mercurio, messaggero e portatore di farmaci. Ella è anche l’elemento chimico mercurio nascosto nella pietra cinabrina, oppure discolo e scorrevole come argento vivo. L’alternanza cinabro-mercurio (HgS – Hg) rappresenta nell’alchimia cinese il passaggio dalla morte alla vita, l’eterna resurrezione. (*)
Cappuccetto Rosso, la bimba della fiaba dei Grimm e di Perrault, è un piccolo dio Mercurio aleggiate nei boschi di castagni e di querce. Messaggera tra la mamma e la nonna, con il paniere contenente focaccia e vino (o burro), ella compie le mansioni del dio dai piedi alati, viandante, portatore di farmaci e consolazioni, intermediario. Del romano Mercurio (o del greco Hermes, del germanico Odino – Wotan, dell’etrusco Turm) ha alcuni attributi peculiari. Innanzi tutto quel suo cappuccio, da cui prende il nome. Mercurio è una divinità col cappello, il pètaso, qualche volta accompagnato da una mantellina. Wotan è descritto con il volto coperto da u cappuccio. Il cappello-cappuccio protegge il dio nei suoi viaggi e lo nasconde nelle sue furfanterie. Che quel copricapo fosse rosso è difficile stabilire, ma rosso era il cappello dei Frigi, rossi i capelli di Mercurio, violetta la mantellina di un Mercurio rappresentato in un dipinto murale sul viale dell’Abbondanza a Pompei. Loge, il demone del fuoco compagno preferito di Wotan, indossava un cappuccio e una mantellina rossa. Di Mercurio, Cappuccetto rosso ha anche la borsa, con cui reca le “medicine” alla vecchiaia”. Con Wotan la piccina condivide l’inquietante rapporto con un lupo. Rivelazioni essenziali di Mercurio (1) sono l’incontrare e il trovare e la sua tendenza ad associarsi volentieri a qualcuno (amalgamarsi?), tendenza quest’ultima che rende Cappuccetto Rosso affabile, ma la conduce anche a fidarsi della compagnia poco raccomandabile di un figuro incontrato per caso.
L’equiparazione della bambina del bosco alle divinità mercuriali è un primo passo per giungere all’equiparazione chimica di Cappuccetto Rosso al metallo liquido, il mercurio. Come il dio dai piedi alati, il mercurio è lo scorrevole, l’intermedio, il disceso dall’alto. Nella nostra esegesi metallurgica, esso si candida subito a scivolare tra le paginette della fiaba della bambina messaggera e a fornirle il suo senso ermetico. Il mercurio è l’unico metallo liquido a temperatura naturale, e di colore grigio lucente, volatile, solvente dell’oro e dell’argento. Ha peso atomico 200,61 e numero atomico 80; è vicinissimo dunque all’oro che ha peso atomico 197,2 e numero atomico 79. Fino ad epoca recente si tentò di trasformare un elemento nell’altro e non può escludersi che ciò sia avvenuto in minute proporzioni, Il suo simbolo è Hg, dal nome latino del metallo Hydrargirium, che significa “argento liquido” o “argento vivo”. Il nome attuale gli fu dato dagli alchimisti nel VI secolo. Essi adottarono il simbolo del pianeta Mercurio per indicare l’argento vivo, così connettendo il metallo fluido al pianeta dalla rotazione più veloce e al dio alato. In alchimia il mercurio non designa solo il metallo grigio, ma un più generale principio umido e passivo, femminile, sottoposto al principio secco e attivo, lo zolfo, come la donna soggiace all’uomo. Il mercurio dei cinesi (2) il shui yin, corrisponde al drago e agli umori del corpo, al sangue, al seme. L’alchimia cinese contrappone il mercurio non allo zolfo, ma al solfuro di mercurio (HgS), il cinabro, che è il minerale rosso entro cui il mercurio è catturato, racchiuso in natura. Se si sottopone il cinabro ad arrostimento (calcinazione) si libera mercurio, secondo la reazione: dalla polvere rossa del cinabro il mercurio riemerge come goccioline splendenti, a rappresentare la rigenerazione attraverso la morte (la combustione).
Si ottiene il cinabro come polvere di un bellissimo rosso vivo. L’alternanza cinabro\mercurio è, per gli alchimisti cinesi, simbolo della morte e della rinascita, della perpetua rigenerazione, alla maniera della Fenice che rinasce dalle sue ceneri. Ma non si dà vera morte, e il cinabro, per la sua capacità di rigenerare il mercurio, è simbolo di immortalità. Esso è rosso come il sangue, che sempre si rigenera nel corpo umano, e quindi può procurare il ringiovanimento e l’immortalità. Pau Put’zu prescrive di «mescolare tre libbre di cinabro con una libbra di miele, far seccare tutto al sole e ricavarne pillole della grandezza di un grano di canapa: dieci di queste pillole, prese nell’arco di un anno, fanno diventare neri i capelli bianchi e fanno rispuntare i denti caduti, e se si continua oltre l’anno si ottiene l’immortalità». (3)
Dentro il corpo umano gli alchimisti cinesi individuavano, nelle parti più segrete del cervello e del ventre, i tan- t'ien o «campi di cinabro» ove si preparava l'embrione dell'immortalità. Attraverso la meditazione si raggiunge uno «stato caotico» che consente di penetrare nei «campi di cinabro», ovvero nella Montagna mitica K'ouen-louen, abitata da Immortali (4).
Il cinabro è la forma quasi esclusiva nella quale si trova il mercurio in natura. Esso si presenta come concrezioni o spalmature su altre rocce, di colore rosso intenso, variabile dal rosso cocciniglia al rosso bruno. È proprio per questo rosso rifugio nella pietra cinabrina che il mercurio, il metallo del dio dal cappuccio, entra nella fiaba come Cappuccetto Rosso.
Da tempi antichissimi il cinabro, naturale o ottenuto dal mercurio solfurato, è usato come colorante vermiglio (vermiglione) per la pittura ad olio o per tessuti, in virtù del suo fortissimo potere ricoprente.
Il mercurio dagli alberi
Nel Medio Evo era invalso l'uso di far condensare i vapori di mercurio che salivano dal cinabro combusto sulle foglie fresche degli alberi a fogliame largo (5). Questo procedimento si realizzava in grande all'aperto nei boschi, o entro appositi locali a campana, nei quali erano posti il combustibile, il cinabro e gli alberelli di condensazione. […]
«Ouverture» della fiaba. Possiamo ricapitolare le proprietà del mercurio ricordando che esso si amalgama con gli altri metalli, è usato nella cura dei malanni e nella purificazione dei metalli preziosi e si trova in natura in una forma quasi esclusiva: il rosso cinabro. Esso è altresì l'unico metallo liquido, scorrevole, sfuggente. La fiaba dei Grimm (8) inizia narrando di una cara ragazzina; «solo a vederla le volevan tutti bene» La generale amorevolezza già accenna ad amalgami mercuriali, ma il mercurio si fa avanti più palese alla menzione dell'abbigliamento della piccina. La nonna le aveva donato «un cappuccetto di velluto rosso, e, poiché le donava tanto 'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso?. La piccolina è protetta e occultata nel suo cappuccio rosso, che la identifica come «mercurio» nella qualità di metallo nascosto nella pietra vermiglia e solo in quella. Essa ricorda anche il Mercurio divino col suo immancabile pètaso sul capo. Messaggero e ristoratore, come il dio e come il metallo, la bambina si rivela subito, allorché la mamma le dice: «Eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà...». Dama etrusca (part. da una tomba di Tarquinia); il cappuccio rosso, la giovane età, e l'atteggiamento generale fanno pensare ad una
"antenata" della favola dei fratelli Grimm. Appena giunta nel bosco, Cappuccetto Rosso incontra il lupo che subito le chiede ove ella vada. La risposta della bambina è un vero enigma. Alla domanda del lupo: «Wo wohnt deine Grossmutter?»-(dove abita la tua nonna?), Cappuccetto Rosso risponde «Unter den drei grossen Fichbäunen.» (sotto le tre grosse querce), come se la nonna abitasse sotto gli alberi e precisa: «Da staht ihr Haus» (Là sta la sua casa). Poi aggiunge «Untern sind die Nusshecken. (sotto sono i noccioli). Come possono i noccioli essere sotto. la casa? Questa strana descrizione della nonna sotto le querce e sopra i noccioli acquista senso se si immagina la casa della nonna come la camera a volta per l'estrazione alchemica del mercurio. Lì gli alberelli sono dentro la casetta; sotto gli alberelli sono le fascine (noccioli?), su cui è posta la pietra di cinabro (la nonna?) (9). La triplice quercia fornisce un altro richiamo mercuriale. Il grande albero fronzuto rimanda all'albero gigante della mitologia nordica, al frassino di Wotan- Odino, Yggdrasill. La triplicità del tronco si addice al germanico Mercurio, che era infatti rappresentato da tre persone: Odhinn, Vili e Vé. Per altro anche il metallo mercurio è uno e trino. «La nostra pietra. si legge nel Manuscriptum di P.G. Fabre - si presenta trina ed una: trina perché in essa sono il sale, il mercurio e lo zolfo, una perché questa triade costituisce un oggetto omogeneo e affine... Esso contiene il simbolo della divinità che è trina ed una». […] In una nota fiaba dei Grimm la piccola nel bosco è sdoppiata. Le metamorfosi della viaggiatrice (che è Odino-Mercurio) sono ripartite tra un fratellino e una sorellina. L’albero, che come Yggdrasill presenta un'ampia cavità, si incontra subito. «La sera giunsero in un gran bosco ed erano così stanchi per il pianto, /a fame e il lungo cammino, che si misero dentro un albero cavo e si addormentarono. La mattina dopo, quando si svegliarono, il sole era già alto nel cielo e i suoi raggi penetravano ardenti nell'albero... Strana dizione questa, che fa intravedere tra le chiome «l'igneo fulgore» del re longobardo, e che si trova anche nella fiaba di Cappuccetto Rosso: «Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e ... vide i raggi del sole danzare attraverso gli alberi...». I bambini proseguono nel loro cammino e incontrano tre sorgenti. Sono tre le sorgenti a cui portano le radici del frassino Yggdrasill. Ad una di queste sorgenti si recò Odino, e chiese di bere un sorso, ma l'ottenne solo al costo di subire una trasformazione. Il fratellino ha sete, ma alla prima sorgente può bere solo trasformandosi in tigre, alla seconda deve trasformarsi in lupo, alla terza cede alla sete e si trasforma in un capriolo. La trasformazione cui Odino è costretto per abbeverarsi alla fonte consiste nella perdita di un occhio. Nella fiaba che stiamo commentando è la sorellastra dei due bambini che compare in scena «con un occhio solo». Alla fanciulla trovata nel bosco, che nel contempo è diventata regina e madre, tocca un'altra sorte che ci riporta d'improvviso in mezzo ai rituali infuocati dei boschi del mercurio. Ella è trascinata in uno stanzino dove è sottoposta a combustione e sublimazione: «Ma nella stanza da bagno avevano acceso un fuoco d’inferno, così che la bella giovane regina ne fu presto soffocata...». Ella diviene una silenziosa immagine di sogno, che appare tre volte nella stanza oscurata del bambino, sinché, alla terza, richiamata dal re, torna in vita «fresca, rosea e sana». Lo stanzino infuocato corrisponde alla pancia del lupo. Il Lupo - Sulla via che conduce alle tre querce, Cappuccetto Rosso ha incontrato il lupo. Il lupo è un'altra manifestazione del mercurio, un altro tramite attraverso cui il metallo cangiante si affaccia nella fiaba. Il lupo della fiaba ha tutte le malizie ed insidie del cloruro mercurioso, che già conosciamo col nome di calomelano (il «bel nero») come prodotto medicinale bianco e dolciastro.
In una favola dei Grimm, che possiamo considerare una variante di Cappuccetto Rosso, incontriamo un altro lupo truccato. È la favola de Il lupo e i sette caprettini (i sette metalli?) (11). Il lupo cattivo, per non farsi riconoscere, mangia prima un grosso pezzo di creta «e così s'addolcì la voce», poi s'imbianca la zampa di farina. Riuscirà a farsi aprire la porta e ad inghiottire i piccoli imprudenti. Dolce, bianco e infido come il calomelano. Il nome alchemico del cloruro mercurioso era, come s'è detto, quello di draco mitigatus, dragone attenuato, mostro nascosto. Questa è la natura del lupo delle fiabe, e precisamente anche quella del calomelano che, per azione degli agenti naturali, si trasforma in una mistura corrosiva grigio-nera, che contiene sublimato corrosivo. Da dolce e mite il lupo si trasforma in caustico e vorace, da bianca polvere in cenere spaventosa. Il mostro nascosto si svela, esprimendo, di fronte all'innocenza della pietra naturale, le pericolose proprietà del mercurio officinale. Il .dragone attenuato si informa sul percorso della bambina e sulla casa della nonna. Con voce suadente il lupo s'impegna poi ad indurre la bambina a perdere il tono sostenuto e contegnoso e abbandonarsi a una dolce festosità dionisiaca. «Vedi, Cappuccetto Rosso, quanti bei fiori? Perché non ti guardi intorno? Credo che non senti neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne vai tutta contegnosa, come se andassi a scuola, ed è così allegro fuori nel bosco!». La bambina si lascia sedurre, se ne va fuori del sentiero. e si perde in cerca di fiori. Lo strappo del fiore è il momento della violazione originaria, l'apertura della via verso gli Inferi, che sono in agguato nelle profondità del bosco. Anche Proserpina è intenta a cogliere fiori quando s'apre per lei la via dell'Ade. Qui pure c'è un Ade appostato: il lupo. «Dal sentiero corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno più bello e ci correva e si addentrava sempre più nel bosco.» Da qui è tutto un precipitare verso l'antro infernale che s'apre con la bocca spalancata del lupo e si chiude con il suo ventre ingordo: Ma Cappuccetto Rosso aveva girato in cerca di fiori, e quando ne ebbe raccolti tanti che più non ne poteva portare, si ricordò della nonna e s 'incamminò. Il lupo era intanto arrivato alla casetta della nonna. Dopo l'arrivo del lupo, la casetta nel bosco rappresenta un recesso infero, la apertura del precipizio. Il lupo, con le sue fauci spalancate, va a farvi la parte della bocca della fornace, pronta ad accogliere le rosse pietre del cinabro. Prima egli inghiotte le esaurite ossa della nonna, quindi si dispone ad attendere l'arrivo del bocconcino tenerello, della fresca rossa pietra cinabrina. Egli compie il rituale dell'imbiancamento dell'aspetto e dell'addolcimento della voce, come nella fiaba dei Sette Caprettini. All'arrivo della piccina, rivela via via la sua natura e infine spalanca la bocca spaventosa e inghiotte tutta intera Cappuccetto Rosso. Il ventre del lupo è una caverna nel folto bosco. Vi giace, nell'oscurità, una bella sepolta o addormentata in attesa di un liberatore. Minerale racchiuso nella miniera, o pietra gettata nel forno; il cinabro attende di tornare scintillante mercurio. Il salvatore appare nelle vesti di un cacciatore; la spada che trafigge la belva sono un paio di forbici affilate, che tagliano la pancia del lupo addormentato. La ricomparsa della bambina-mercurio è annunciata da uno splendore, da una luce che emerge dall'oscurità. «Dopo due tagli, vide brillare il cappuccetto rosso e dopo altri due la bambina saltò gridando: - Che paura che ho avuto! Com'era buio nel ventre del lupo!». Luce che splende nelle tenebre, vita che si rigenera, Cappuccetto Rosso torna, come la Fenice, a rinascere dopo la combustione.
Per Attilio Mordini «il senso più profondo della fiaba di Cappuccetto Rosso è quello del momentaneo sopravvento del male sul bene, simile al sopravvento di Renris sugli asi nel crepuscolo degli dei per i germanici; e, nella versione dei fratelli Grimm, il cacciatore, che con la sua scure sventra il lupo, è anche figura della redenzione finale e del trionfo del bene e dell'essere.» (12).
In realtà, è proprio attraverso il passaggio agli Inferi -o in altre parole, il tragitto nel ventre- forno del lupo - che la bambina conquista la luce. Che la pancia del lupo sia forno per la Combustione delle pietre, come quello che si usa per la sublimazione del cinabro, è attestato dall'operazione che la bambina salvata compie in chiusura della fiaba.

«E Cappuccetto Rosso corse a prendere dei pietroni, con cui riempirono la pancia del lupo».

Insomma.. i miei sogni invece erano più simili ad un famoso film horror del 1984 (se non erro), "IN COMPAGNIA DEI LUPI" di Neil Jordan, in cui la tematica è molto più morbosa e " a sfondo sessuale" (Figurati!!) con una vena demenziale di fondo....
IL CAPPELLAIO MATTO