Rispetto al vello degli altri mammiferi, la capigliatura umana sembra essere divenuta, con l’evoluzione, qualcosa di inutile. Per questo a me in generale piacciono i pelati…
Ma da sempre ed in tutte le civiltà, la capigliatura ha rappresentato un elemento fondamentale della personalità, un fenomeno culturale fondamentale, sostegno della bellezza, del fascino e della seduzione, talvolta del potere...(ricordate lo sfortunato ed ingenuo Sansone che perse la sua forza quando la perfida Dalila gli tagliò i capelli!??)
Ai giorni nostri, conserva ancora un profondo valore simbolico, sia che si tratti di un simbolo di ascetismo, di sottomissione o di contestazione che consente di differenziarsi e di aggredire la società costituita, o di stabilire un simbolo sessuale (emblema di femminilità esibito senza impudicizia, attributo della virilità maschile, espressione della giovinezza). Insomma dopo aver letto questo post la tendenza sarà quella di “spaccare il capello in quattro” per capirci qualcosa... ...
Ai giorni nostri, conserva ancora un profondo valore simbolico, sia che si tratti di un simbolo di ascetismo, di sottomissione o di contestazione che consente di differenziarsi e di aggredire la società costituita, o di stabilire un simbolo sessuale (emblema di femminilità esibito senza impudicizia, attributo della virilità maschile, espressione della giovinezza). Insomma dopo aver letto questo post la tendenza sarà quella di “spaccare il capello in quattro” per capirci qualcosa... ...
ANOMALIE DEL FUSTO DEL CAPELLO
1) Tricorressi nodosa:
e' causata da traumi, anche modesti, fisici e/o chimici (phon, pettine caldo, spazzole, acconciature, permanenti, tinture, shampoo ripetuti etc), che provocano, in alcuni tratti del fusto, prima una perdita della cuticola e successivamente una dissociazione e una separazione delle cellule della corteccia con formazione di rigonfiamenti tondeggianti fragili e facilmente soggetti a frattura (che avviene con aspetto tipicamente “sfrangiato”, a pennello).
2) Tricoschìsi:
e' una frattura trasversale netta del capello senza rigonfiamenti causata in genere da carenze proteiche (cistina) e soprattutto di zolfo (inferiore al 50% del normale). Se l’affezione e' familiare e si associa ad altre alterazioni (distrofìe ungueali, ittiòsi, ritardo dello sviluppo psicofisico etc) si parla allora di tricotiodistrofìa.
I capelli e, più raramente, gli altri peli del corpo, si presentano appiattiti, secchi, irregolarmente conformati e ruvidi.
3) Tricorressi invaginata:
e' un rigonfiamento del capello prodottosi in seguito ad un difetto transitorio della cheratinizzazione del fusto che provoca dapprima il distacco della cuticola del pelo dalla cuticola della guaina epiteliale interna e successivamente la penetrazione, a questo livello, della parte superiore, rigida, del fusto, in quella sottostante, non ancora cheratinizzata, che si dilata elasticamente per accoglierla.
Può raramente essere conseguenza di traumi fisico-chimici oppure colpire, più frequentemente, la maggioranza dei capelli ed essere associata ad altre anomalie (ittiosi, atopìa etc) nella Sindrome di Netherton (“capelli a bambù”); In quest’ultimo caso sono possibili nel tempo miglioramenti spontanei.
4) Fratture fusiformi:
si verificano nei “capelli affusolati” o, più raramente, negli “anagen distrofici” dell’alopecia areata (nei quali avviene un temporaneo arresto della crescita). La frattura avviene a livello dei restringimenti e la porzione residua del capello si presenta con aspetto “a punta di matita”.
5) Tricoptilòsi:
e' una fissurazione longitudinale del fusto, intermedia o terminale (doppia punta), che si verifica per danni fisico-chimici (anche ripetute pettinature) dopo una prima fase di perdita della cuticola.
6) Tricoclasìa:
e' una frattura trasversale del fusto che interessa midollo e corteccia con risparmio della cuticola. Può o no essere associata ad altre alterazioni e consegue in genere a traumi fisico-chimici di modesta entità. Nelle fasi iniziali il capello non si presenta particolarmente fragile ma può diventarlo se con il passare del tempo la cuticola non si mantiene perfettamente integra.
7) Moniletrix:
il fusto, privo di torsioni, presenta rigonfiamenti ellittici di 0,7-1 mm di lunghezza spesso privi di cuticola, “nodi”, distanziati regolarmente fra loro da restringimenti affusolati con scanalature longitudinali, in cui le cellule cuticolari sono presenti, ma alterate, e il midollo assente, detti “internodi” (Whiting). E’ a livello degli internodi che più frequentemente si verificano le fratture. Il follicolo, strutturalmente normale, presenta, a livello della zona cheratogenetica del pelo, delle zone allargate alternate a zone ristrette che determineranno la formazione rispettivamente dei nodi e degli internodi.
8) Pseudomoniletrix:
si presenta apparentemente simile al precedente ma i rigonfiamenti del fusto, con cellule cuticolari conservate, sono in questo caso di dimensioni variabili l’uno dall’altro, disposti a distanze irregolari e con tratti intermedi privi di scanalature. Inoltre, sempre a differenza del moniletrix, l’alterazione non e' ereditaria ma consegue a traumi fisico-chimici, non si evidenziano istologicamente anomalie del follicolo e le fratture avvengono quasi esclusivamente in corrispondenza dei nodi.
9) Pili torti:
come indica il termine il fusto non e' rettilineo ma, a intervalli regolari, presenta degli avvolgimenti su se stesso (di solito da 3 a 5 in totale). In questi tratti la sezione da circolare diventa ellittica ed e' presente notevole fragilità ( i capelli si spezzano generalmente quando superano la lunghezza di 5 cm). L’anomalia e' rara ed ereditaria; scarse sono le segnalazioni di pili torti acquisiti (da traumi ripetuti). Istologicamente i follicoli presentano alcune curvature anomale. La diagnosi e' facile con il microscopio ma già ad occhio nudo, osservando i capelli a luce incidente, si nota che questa viene rifratta in modo irregolare. L’associazione dei pili torti con la tricorressi nodosa viene definita “sindrome di Menkes”.
10) Capelli affusolati:
si presentano con restringimenti affusolati lungo il fusto che possono derivare da rallentamento temporaneo dell’attività delle cellule della matrice (in modo analogo ai solchi trasversi delle unghie): farmaci citostatici ed antimitotici, gravi malattie infettive febbrili, ulcera peptica, alopecia areata, traumi ripetuti (tricotillomania) etc.
11) Scanalature longitudinali:
possono essere reperite saltuariamente in soggetti con capelli altrimenti normali o, più frequentemente, in portatori di altre anomalie (tricotiodistrofia, moniletrix, pili torti etc). Non rivestono significato patologico e sembra siano determinate da difetti zonali (talora temporanei) di attività delle cellule della matrice. A livello della scanalatura la cuticola e' normalmente rappresentata mentre lo spessore della corteccia e' ridotto.
12) Pili annulati:
in questi capelli il fusto, fornito di cuticola regolarmente strutturata o talvolta con lievi scanalature, si presenta con bande alternate chiare e scure. Il difetto, quasi sempre ereditario, risiederebbe nelle cellule della matrice che, per irregolare attività, darebbero origine, ad intervalli regolari, a cellule corticali non giustapposte (cioe' disposte in modo ordinato una accanto all’altra) ma disposte irregolarmente e frammiste a spazi liberi contenenti aria. La robustezza del capello e il ritmo di crescita non sono modificati.
Queste aree risultano chiare se osservate a luce incidente e diventano invece scure se la sorgente di luce e' posta dietro al capello (microscopio, ripiano illuminato) conferendogli un caratteristico aspetto “zebrato”. L’effetto ottico complessivo, esteticamente molto gradevole, e' quello di una capigliatura “luccicante”.
13) Pseudopìli annulati:
a differenza del caso precedente non ci sono difetti corticali ma una parziale torsione dei fusti (di sezione non perfettamente circolare) che, ripetendosi ad intervalli più o meno regolari, non consente una riflessione omogenea della luce facendo comparire apparenti bande chiare e scure in successione. L’effetto si riduce notevolmente o scompare se il capello viene osservato su un piano illuminato.
14) Tricomalacìa:
e' un reperto quasi esclusivo della tricotillomania: le trazioni ripetute su capelli in fase anagen provocano fratture nella continuità della matrice e distacco della guaina epiteliale esterna da quella connettivale con successive emorragie intra ed extrafollicolari. Il bulbo e la radice si presentano conseguentemente deformati e contorti.
15) Pili bifurcati:
il fusto per un certo tratto e' suddiviso in due parti, ognuna delle quali rivestita da una propria cuticola (diagnosi differenziale con la tricoptilòsi nella quale la cuticola e' assente), che poi si ricongiungono. In accordo con la maggior parte degli Autori riteniamo di dover far rientrare questa anomalia in una delle molteplici varietà di pili multigemini: oltre alla matrice primaria ne esisterebbe una secondaria, adiacente, che funzionerebbe ad ogni ciclo solo per un breve periodo raddoppiando temporaneamente il fusto principale.
16) Pili multigemini:
e' un’anomalia piuttosto rara di sviluppo del follicolo pilifero nella quale numerose matrici e papille fornite di guaine epiteliali interne proprie ( la guaina epiteliale esterna rimane invece unica) producono peli a sezione non rotonda ma irregolare (probabilmente a causa di compressioni meccaniche non omogenee fra le varie guaine) che escono da un solo ostio follicolare. A differenza della tricostàsi spinulosa tutti i peli sono di solito contemporaneamente in anagen. I pili multigemini sono generalmente da 2 a 5 e in nessun caso superiori a 8-10.
17) Tricostàsi spinulosa:
anche in questo caso un ciuffo di peli esce da un solo ostio follicolare. A differenza però dei pili multigemini la papilla con relativa matrice e' unica e spesso si tratta non di peli formatisi contemporaneamente ma trattenuti via via all’interno del follicolo. Caratteristicamente in questo caso uno solo sarà in anagen e tutti gli altri in telogen. Pili multigemini e tricostàsi spinulosa sono comunque reperibili quasi esclusivamente a livello del volto e dell’area della barba.
18) Triconodòsi:
il fusto si presenta in un punto annodato su se stesso e, a questo livello, la cuticola e', per il continuo sfregamento, alterata o assente. La patogenesi e' traumatica (legature strette dei capelli) e il fenomeno si verifica più frequentemente nei soggetti con capelli ricci.
19) Capelli impettinabili:
lo stelo, provvisto di cuticola, si presenta in sezione trasversa di forma triangolare con scanalature longitudinali lungo i tre lati (capelli canaliculi). L’alterazione e' di solito ereditaria ed i capelli, di colore giallo-grigiastro, non possono essere in alcun modo pettinati. E’ probabile che la causa primaria sia da ricercarsi in una irregolare cheratinizzazione della guaina epiteliale interna che diventa in qualche punto precocemente troppo rigida deformando il capello in crescita e facendogli assumere la caratteristica forma. Ciglia e sopracciglia sono normali.
20) Capelli lanosi:
i fusti, a sezione ovoidale e di spessore solitamente ridotto, non sono rettilinei ma presentano curvature o torsioni assiali modeste o totali (pili torti) con il risultato finale di un notevole arricciamento. La crescita totale e' di pochi centimetri a causa della riduzione della fase ànagen. Non sono pettinabili ma nell’età adulta possono spontaneamente diventare meno arricciati e fragili.
... Credo di aver detto/trascritto tutto... Che capello siete?
1) Tricorressi nodosa:
e' causata da traumi, anche modesti, fisici e/o chimici (phon, pettine caldo, spazzole, acconciature, permanenti, tinture, shampoo ripetuti etc), che provocano, in alcuni tratti del fusto, prima una perdita della cuticola e successivamente una dissociazione e una separazione delle cellule della corteccia con formazione di rigonfiamenti tondeggianti fragili e facilmente soggetti a frattura (che avviene con aspetto tipicamente “sfrangiato”, a pennello).
2) Tricoschìsi:
e' una frattura trasversale netta del capello senza rigonfiamenti causata in genere da carenze proteiche (cistina) e soprattutto di zolfo (inferiore al 50% del normale). Se l’affezione e' familiare e si associa ad altre alterazioni (distrofìe ungueali, ittiòsi, ritardo dello sviluppo psicofisico etc) si parla allora di tricotiodistrofìa.
I capelli e, più raramente, gli altri peli del corpo, si presentano appiattiti, secchi, irregolarmente conformati e ruvidi.
3) Tricorressi invaginata:
e' un rigonfiamento del capello prodottosi in seguito ad un difetto transitorio della cheratinizzazione del fusto che provoca dapprima il distacco della cuticola del pelo dalla cuticola della guaina epiteliale interna e successivamente la penetrazione, a questo livello, della parte superiore, rigida, del fusto, in quella sottostante, non ancora cheratinizzata, che si dilata elasticamente per accoglierla.
Può raramente essere conseguenza di traumi fisico-chimici oppure colpire, più frequentemente, la maggioranza dei capelli ed essere associata ad altre anomalie (ittiosi, atopìa etc) nella Sindrome di Netherton (“capelli a bambù”); In quest’ultimo caso sono possibili nel tempo miglioramenti spontanei.
4) Fratture fusiformi:
si verificano nei “capelli affusolati” o, più raramente, negli “anagen distrofici” dell’alopecia areata (nei quali avviene un temporaneo arresto della crescita). La frattura avviene a livello dei restringimenti e la porzione residua del capello si presenta con aspetto “a punta di matita”.
5) Tricoptilòsi:
e' una fissurazione longitudinale del fusto, intermedia o terminale (doppia punta), che si verifica per danni fisico-chimici (anche ripetute pettinature) dopo una prima fase di perdita della cuticola.
6) Tricoclasìa:
e' una frattura trasversale del fusto che interessa midollo e corteccia con risparmio della cuticola. Può o no essere associata ad altre alterazioni e consegue in genere a traumi fisico-chimici di modesta entità. Nelle fasi iniziali il capello non si presenta particolarmente fragile ma può diventarlo se con il passare del tempo la cuticola non si mantiene perfettamente integra.
7) Moniletrix:
il fusto, privo di torsioni, presenta rigonfiamenti ellittici di 0,7-1 mm di lunghezza spesso privi di cuticola, “nodi”, distanziati regolarmente fra loro da restringimenti affusolati con scanalature longitudinali, in cui le cellule cuticolari sono presenti, ma alterate, e il midollo assente, detti “internodi” (Whiting). E’ a livello degli internodi che più frequentemente si verificano le fratture. Il follicolo, strutturalmente normale, presenta, a livello della zona cheratogenetica del pelo, delle zone allargate alternate a zone ristrette che determineranno la formazione rispettivamente dei nodi e degli internodi.
8) Pseudomoniletrix:
si presenta apparentemente simile al precedente ma i rigonfiamenti del fusto, con cellule cuticolari conservate, sono in questo caso di dimensioni variabili l’uno dall’altro, disposti a distanze irregolari e con tratti intermedi privi di scanalature. Inoltre, sempre a differenza del moniletrix, l’alterazione non e' ereditaria ma consegue a traumi fisico-chimici, non si evidenziano istologicamente anomalie del follicolo e le fratture avvengono quasi esclusivamente in corrispondenza dei nodi.
9) Pili torti:
come indica il termine il fusto non e' rettilineo ma, a intervalli regolari, presenta degli avvolgimenti su se stesso (di solito da 3 a 5 in totale). In questi tratti la sezione da circolare diventa ellittica ed e' presente notevole fragilità ( i capelli si spezzano generalmente quando superano la lunghezza di 5 cm). L’anomalia e' rara ed ereditaria; scarse sono le segnalazioni di pili torti acquisiti (da traumi ripetuti). Istologicamente i follicoli presentano alcune curvature anomale. La diagnosi e' facile con il microscopio ma già ad occhio nudo, osservando i capelli a luce incidente, si nota che questa viene rifratta in modo irregolare. L’associazione dei pili torti con la tricorressi nodosa viene definita “sindrome di Menkes”.
10) Capelli affusolati:
si presentano con restringimenti affusolati lungo il fusto che possono derivare da rallentamento temporaneo dell’attività delle cellule della matrice (in modo analogo ai solchi trasversi delle unghie): farmaci citostatici ed antimitotici, gravi malattie infettive febbrili, ulcera peptica, alopecia areata, traumi ripetuti (tricotillomania) etc.
11) Scanalature longitudinali:
possono essere reperite saltuariamente in soggetti con capelli altrimenti normali o, più frequentemente, in portatori di altre anomalie (tricotiodistrofia, moniletrix, pili torti etc). Non rivestono significato patologico e sembra siano determinate da difetti zonali (talora temporanei) di attività delle cellule della matrice. A livello della scanalatura la cuticola e' normalmente rappresentata mentre lo spessore della corteccia e' ridotto.
12) Pili annulati:
in questi capelli il fusto, fornito di cuticola regolarmente strutturata o talvolta con lievi scanalature, si presenta con bande alternate chiare e scure. Il difetto, quasi sempre ereditario, risiederebbe nelle cellule della matrice che, per irregolare attività, darebbero origine, ad intervalli regolari, a cellule corticali non giustapposte (cioe' disposte in modo ordinato una accanto all’altra) ma disposte irregolarmente e frammiste a spazi liberi contenenti aria. La robustezza del capello e il ritmo di crescita non sono modificati.
Queste aree risultano chiare se osservate a luce incidente e diventano invece scure se la sorgente di luce e' posta dietro al capello (microscopio, ripiano illuminato) conferendogli un caratteristico aspetto “zebrato”. L’effetto ottico complessivo, esteticamente molto gradevole, e' quello di una capigliatura “luccicante”.
13) Pseudopìli annulati:
a differenza del caso precedente non ci sono difetti corticali ma una parziale torsione dei fusti (di sezione non perfettamente circolare) che, ripetendosi ad intervalli più o meno regolari, non consente una riflessione omogenea della luce facendo comparire apparenti bande chiare e scure in successione. L’effetto si riduce notevolmente o scompare se il capello viene osservato su un piano illuminato.
14) Tricomalacìa:
e' un reperto quasi esclusivo della tricotillomania: le trazioni ripetute su capelli in fase anagen provocano fratture nella continuità della matrice e distacco della guaina epiteliale esterna da quella connettivale con successive emorragie intra ed extrafollicolari. Il bulbo e la radice si presentano conseguentemente deformati e contorti.
15) Pili bifurcati:
il fusto per un certo tratto e' suddiviso in due parti, ognuna delle quali rivestita da una propria cuticola (diagnosi differenziale con la tricoptilòsi nella quale la cuticola e' assente), che poi si ricongiungono. In accordo con la maggior parte degli Autori riteniamo di dover far rientrare questa anomalia in una delle molteplici varietà di pili multigemini: oltre alla matrice primaria ne esisterebbe una secondaria, adiacente, che funzionerebbe ad ogni ciclo solo per un breve periodo raddoppiando temporaneamente il fusto principale.
16) Pili multigemini:
e' un’anomalia piuttosto rara di sviluppo del follicolo pilifero nella quale numerose matrici e papille fornite di guaine epiteliali interne proprie ( la guaina epiteliale esterna rimane invece unica) producono peli a sezione non rotonda ma irregolare (probabilmente a causa di compressioni meccaniche non omogenee fra le varie guaine) che escono da un solo ostio follicolare. A differenza della tricostàsi spinulosa tutti i peli sono di solito contemporaneamente in anagen. I pili multigemini sono generalmente da 2 a 5 e in nessun caso superiori a 8-10.
17) Tricostàsi spinulosa:
anche in questo caso un ciuffo di peli esce da un solo ostio follicolare. A differenza però dei pili multigemini la papilla con relativa matrice e' unica e spesso si tratta non di peli formatisi contemporaneamente ma trattenuti via via all’interno del follicolo. Caratteristicamente in questo caso uno solo sarà in anagen e tutti gli altri in telogen. Pili multigemini e tricostàsi spinulosa sono comunque reperibili quasi esclusivamente a livello del volto e dell’area della barba.
18) Triconodòsi:
il fusto si presenta in un punto annodato su se stesso e, a questo livello, la cuticola e', per il continuo sfregamento, alterata o assente. La patogenesi e' traumatica (legature strette dei capelli) e il fenomeno si verifica più frequentemente nei soggetti con capelli ricci.
19) Capelli impettinabili:
lo stelo, provvisto di cuticola, si presenta in sezione trasversa di forma triangolare con scanalature longitudinali lungo i tre lati (capelli canaliculi). L’alterazione e' di solito ereditaria ed i capelli, di colore giallo-grigiastro, non possono essere in alcun modo pettinati. E’ probabile che la causa primaria sia da ricercarsi in una irregolare cheratinizzazione della guaina epiteliale interna che diventa in qualche punto precocemente troppo rigida deformando il capello in crescita e facendogli assumere la caratteristica forma. Ciglia e sopracciglia sono normali.
20) Capelli lanosi:
i fusti, a sezione ovoidale e di spessore solitamente ridotto, non sono rettilinei ma presentano curvature o torsioni assiali modeste o totali (pili torti) con il risultato finale di un notevole arricciamento. La crescita totale e' di pochi centimetri a causa della riduzione della fase ànagen. Non sono pettinabili ma nell’età adulta possono spontaneamente diventare meno arricciati e fragili.
... Credo di aver detto/trascritto tutto... Che capello siete?
IL CAPPELLAIO MATTO
2 commenti:
la tricorresi invaginata ha a che fare con altri bulbi piliferi, per caso? ;-)
un bacione!
.. Non lo so con certezza, tendo a rimuovere non appena i carciofi spuntano..
:-)
il cappellaio
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