martedì 18 dicembre 2007

La cascata


La norma è che una cascata di pensieri mi investe e io rimango sotterrata da una quantità indefinita di cose che mi resettano il sentire. Dopo la neve di ieri sono riuscita a congelare tutto questo. Ho messo in standby. Ho deciso che "chi è causa del suo mal pianga se stesso" ... io non ci entro in questo giro, nemmeno se mi trascinano. Non lo faccio più, troppe volte ho sbagliato facendomi tirar dentro dalle cose, dalle persone, dai sensi di colpa e dai dubbi. Troppe volte non ho voluto guardare quello che la vita mi metteva davanti e ho pensato di scappare, in qualche modo: la cosa paradossale è che ero diventata così brava a "non vedere" che sapevo scappare senza muovermi di un millimetro.
La cascata continua a scendere. Ma io cambio posizione. La guardo dal di fronte, la osservo e la studio. Quando ho finito mi giro e continuo a camminare su quel sentiero dove mi sono trovata in solitudine, perchè adesso non ne ho più paura, così cammino e vivo (e sento) altre cose.
Fino alla prossima cascata...
IL CAPPELLAIO MATTO

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cascate e docce fredde. Ora che sono senza un vero impegno quotidiano, sto perdendo colpi sui miei impegni... Ogni volta che mi ricordo di dover fare qualcosa è come una doccia gelata... e considerando la temperatura di casa attualmente non si può parlare solo in senso figurato! Pensieri a profusione, vuol dire che stai trovando mille stimoli che ti costringono a osservare le cose più volte, sotto più angolazioni, in diversi momenti temporali. Poi troverai per ognuna la giusta prospettiva ed archivierai il caso.
Conan Edogawa ha parlato

Cappellaio Matto - Lepre Marzolina ha detto...

mi inchino a cotal saggezza...

il cappellaio