giovedì 10 luglio 2008

La Torre di Babele...


Chiaccherando via mail con un amico mi sono soffermata a pensare al linguaggio e alla sua funzione legata alla comunicazione ed allo sviluppo della società (Duchessa, questo è il tuo campo!!!)
E' indubbio che questo sistema di simboli sia servito all'uomo prima per comunicare, e poi per evolvere: in effetti sulla Terra non esistono altri esseri che posseggano uno strumento altrettanto complesso e strutturato (ma correggetemi se sbaglio perchè mi risulta difficile credere che l'uomo sia "l'essere intelligente" su questo pianeta..)
Attitudine innata o abilità appresa??? ... Sta di fatto che il linguaggio ci permette di comunicare e di scambiare informazioni ed idee... Però... Il linguaggio ci chiude anche in schemi ed in restrizioni: proprio le parole infatti (soprattutto per noi occidentali) servono a ricondurre la massa a degli stereotipi...
Torniamo al mio amico e al discorso che stavamo facendo: "Meditazione" per esempio... è una parola che indica "una pratica di concentrazione su uno o più oggetti, immagini, pensieri (o talvolta su nessun oggetto) a scopo religioso, spirituale, filosofico o semplicemente di miglioramento delle condizioni psicofisiche"...
e secondo voi è possibile ricondurre tutto quello che esiste sotto al termine meditazione in una definizione che poi qualsiasi essere umano userà del tutto superficialmente???
Mi spiego meglio, il linguaggio ha liberato l'uomo o lo ha intrappolato in schemi più grandi di lui?
Ha aumentato la sua capacità di espressione oppure ad un certo punto l'ha imbrigliata bloccando la sua crescita personale??!
Chi non pratica la meditazione ricondurrà la parola ad un qualcosa che è solo e soltanto la parte più superficiale della pratica in questione. E la maggior parte delle persone non andranno mai oltre... Chi stabilisce cosa è o cosa non è "La Meditazione"? Le forme che esistono sono sicuramente plasmabili a seconda della persona che ne è interessata e nessun linguaggio sarebbe in grado di avere tante parole quante ne sarebbero necessarie. Perchè non esiste un linguaggio infinito. Ma l'anima delle persone può esserlo.
Ecco! Per esempio anche la parola "anima" può essere un tranello perchè non esiste un termine per descrivere la potenzialità infinita dell'uomo. E l'anima è infinita. L'uomo può essere infinito ma si chiude dentro un qualcosa che di finito ha tutto: è colpa del linguaggio? della società? della corruzione dell'uomo!!??
Chi lo sa.
Adesso mi sento in colpa perchè me la sono presa con il linguaggio e le parole... Per fortuna ho la nomea di essere matta...
:-(
IL CAPPELLAIO MATTO

6 commenti:

la duchessa ha detto...

Tu mi istighi ragazza...
adesso nn ho tempo ma poi leggo con calma e ti rispondo da esaltata quale sono :)

Cappellaio Matto - Lepre Marzolina ha detto...

>:-)
Lo sapevo, lo sapevo... hehehe
Aspetto il tuo parere tesssssoro..

il cappellaio matto

la duchessa ha detto...

In un post di blog Sua Signoria il Cappellaio Matto ha riassunto duecento anni di dibattiti fra i linguisti, sulla natura del linguaggio umano ;)
Riassumo quindi quali sono le risposte che il dibattito dà alle Sue domande:
1) il linguaggio umano è una predisposizione naturale: il nostro cervello è biologicamente 'programmato' per usare questa forma di comunicazione, che coinvolge non a caso anche tutti gli organi necessari alla respirazione (il che la dice lunga su quanto sia fondamentale parlare per l'animale uomo).
2) il fatto che solo l'uomo utilizzi una forma di comunicazione così complessa non 'indica' che lui è più intelligente, anzi l'intelligenza è una conseguenza: il fatto di non avere forme di difesa dall'ambiente esterno (artigli, stazza, capacità mimetiche eccetera) lo ha costretto a sviluppare altre forme di adattamento all'ambiente, come la maggiore quantità di materia cerebrale funzionante (che gli permettesse di inventare strumenti, stratagemmi, strategie - credo non sia un caso nemmeno che queste parole iniziano tutte per str-) e SOPRATTUTTO la possibilità di costituire gruppi stabili di persone che convivono e affrontano insieme le difficoltà che li circondano = la società --> il linguaggio serve soprattutto per tenere in piedi una società, e più complessa è la società più 'il linguaggio' evolve per adattarvisi ed essere utilizzato come mezzo dell'uomo per esprimersi e ottenere ciò che da solo non potrebbe mai!
3) ne consegue che non è il linguaggio in sè che imbriglia l'uomo nei suoi schemi, ma la società: il linguaggio non è altro che il suo riflesso! Infatti non esistono due lingue uguali ma se ci fai caso tutte le società che fanno capo ad una famiglia linguistica comune hanno qualcosa in comune (vedi le lingue romanze, vedi le lingue germaniche, eccetera)!
In ogni caso, per non continuare all'infinito (come potrei fare se mi metti un'altra sera con Chiara di fronte), posso consigliarti di leggere:
BERRUTO Prima lezione di sociolinguistica
ma soprattutto
BERRUTO corso elementare di linguistica generale
Ecco, ho finito :)

Cappellaio Matto - Lepre Marzolina ha detto...

Fico...

il cappellaio matto

Cappellaio Matto - Lepre Marzolina ha detto...

Credo che esista un linguaggio universale, molto più difficile da imparare, dal quale la società ci ha allontanato e tenta continuamente di allontanarci. Sarebbe terribile per chi governa nell'era del consumismo se non si prestasse più attenzione alle cose, ma si desse la dovuta attenzione ai segnali ed ai linguaggi del mondo che ci circonda.
Inoltre la parola non sempre è così chiara, mentre quello che si osserva con la propria meraviglia quasi sempre si, peccato non lo si faccia così spesso.
La parola credo che abbia un potere particolare. La sua esternazione spesso serve a dar conferma al nostro pensiero, per me almeno funziona così.

E cosa ne pensate della telepatia?
Proprio adesso sto leggendo qualcosa sui poteri della mente e di come si comunichi a distanza anche involontariamente.
Questa si che è un'altra sfaccettatura del linguaggio universale. E non dimenticatevi dei sogni ovviamente!

Embhè

la duchessa ha detto...

Proprio per questo sono fissata con la sociolinguistica: per me il linguaggio 'verbale' serve solo ed unicamente per mantenere in piedi i rapporti 'sociali'.
Quando ci sono i sentimenti di mezzo, la parola è sempre riduttiva: ci sono molti altri mezzi, più profondi ed efficaci per comunicare. Due amanti, due amici veri, madri padri fratelli e figli comunicano a parole solo in minima parte. In fondo credo davvero che ciò che serve davvero comunicare fra due anime non possa essere espresso verbalmente, è qualcosa che solo nel silenzio si dice davvero.
L'essenziale non si comprende che col cuore...diceva il Piccolo Principe...