mercoledì 16 gennaio 2008

L'arte dell'Agguato...

La presunzione, l’arroganza, l’incessante ricerca di potere furono la causa principale della disfatta degli antichi stregoni.
I pochi stregoni toltechi sopravvissuti (da cui discendeva anche Don Juan) continuarono ad esercitare le loro arti nella più assoluta segretezza, facendo leva proprio sulle difficoltà vissute, per evolversi ulteriormente.
Pur rimanendo molto pragmatici nelle loro azioni, essi presero distanza da quella stregoneria legata al raggiungimento egoistico del potere e si dedicarono solo all’Astratto.
Col termine Astratto – Spirito, Intento, Assoluto, Nagual – venne definita l’immane forza dell’universo che è responsabile proprio del movimento del Punto d’Assemblaggio e, dunque, della percezione.
I nuovi veggenti sentirono che era Libertà ciò che li chiamava. La libertà di uscire dalla rigida fissità del Punto d’Assemblaggio, la libertà cioè di percepire gli aspetti multidimensionali dell’essere e di andare anche oltre ogni mondo concreto, proprio nell’Astratto, nell’Infinito.
Questo ricorda la concezione dell’Uno-Tutto.
Poiché l’Intento è la forza che gestisce l’universo, gli stregoni si posero l’obiettivo di entrare in risonanza con tale forza e di controllarla. La padronanza dell’Intento divenne così un punto cruciale per gli stregoni del nuovo ciclo. Poiché però con l’intento non si scherza, essi mirarono a familiarizzare con questa forza attraverso tecniche modificate dell’arte di sognare allo scopo di imparare la padronanza della consapevolezza e forme evolute dell’arte dell’agguato, che puntano a sviluppare un’impeccabile padronanza del proprio comportamento.

«Un guerriero è un cacciatore perfetto che dà la caccia al potere… Un guerriero-cacciatore ha contatti stretti con il suo mondo, ma al tempo stesso a quel mondo è inaccessibile. Lo sfiora appena, si trattiene il tempo necessario e quindi si allontana senza quasi lasciare il segno… Per un guerriero essere inaccessibile significa relazionarsi con parsimonia con il mondo circostante. Soprattutto, un guerriero evita di esaurire se stesso e gli altri, non usa né spreme le persone fino a ridurle a nulla, in particolare le persone che ama

Proprio allo scopo di ridurre la presunzione e l’arroganza, ma soprattutto per controllare le fissazioni del Punto d’Assemblaggio, venne attribuita grande enfasi al tendere agguati a se stessi.
Prese forma una regola che collegava le tre arti del sognare, dell’agguato, e dell’intento e che guidava l’apprendista stregone (uomo di conoscenza) sul cammino della libertà, la via del guerriero.

«Il potere garantisce sempre al guerriero un centimetro cubo di possibilità. L’arte del guerriero sta nel mantenersi costantemente fluido così da poterla cogliere.»

«L’arte del guerriero sta nel bilanciare il terrore di essere uomo con la meraviglia di essere uomo

«Ci sono molte cose che un guerriero può fare in un determinato momento e che non avrebbe potuto fare anni prima. Non perché quelle cose siano cam-biate; ciò che è cambiata è l’idea che lui ha di sé.»

Frasi trascritte dai libri di Castaneda pronunciate da Don Juan Matus
IL CAPPELLAIO MATTO



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