“Per reincarnazione si intende la rinascita dell'anima o dello spirito di un individuo in un altro corpo, trascorso un certo intervallo di tempo dopo la sua morte fisica.”
È una delle credenze più diffuse in ambienti legati all'Induismo, al Buddhismo, all’Ebraismo fino ad arrivare ad alcune religioni africane...
Nell'antichità occidentale questa credenza era molto diffusa anche nelle scuole filosofiche: pensate per esempio a Platone.
Nel secolo scorso il filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), nell'ambito della sua corrente di pensiero denominata “Antroposofia” fece circolare un’idea di reincarnazione e karma dedotta da una moderna scienza iniziatica che si ricollega a un’evoluzione del pensiero che consente all’essere umano di percepirsi come entità spirituale all’interno dell’attività pensante dell’Io.
Non vi sono prove scientifiche della reincarnazione, tuttavia pare che alcuni professionisti nell’ambito medico abbiano riportato i risultati di estese ricerche basate sulla regressione a vite passate, ottenuta con l'ipnosi o con tecniche di rilassamento guidato, nel corso delle quali i soggetti coinvolti descrivevano con dettagli esperienze di vita svoltesi sino a diversi secoli, o millenni anteriormente alla loro nascita.
Nei bambini il ricordo di vite passate pare essere più “fresco” e frequente nell’età che va dai 2 ai 6 anni, dopo quest’età tali ricordi vengono via via dimenticati.
Una credenza assai diffusa tra i buddisti indiani e tibetani è che prima di raggiungere il 'nirvana' bisogna passare molte vite, senza ricordo delle precedenti incarnazioni, queste esperienze servono a migliorare la nostra essenza e a superare gli ostacoli che precedentemente non abbiamo saputo vincere…
D’altronde la credenza nella reincarnazione non è estranea nemmeno all'Ebraismo. Definita Ghilgul, è insegnata infatti dalla Qabbalah, la componente mistico-esoterica della religione ebraica. Infatti il principale sostenitore della reincarnazione è l'Arizal che spiega che lo scopo della reincarnazione è il tikkun, la rettifica delle differenti anime Nefesh, Ruach e Neshama che possono essere raggiunte e completate in una stessa persona; egli enumera differenti concezioni di reincarnazione facendone esempi pratici, dicendo ad esempio che ogni tipo di anima deve essere rettificato in vite differenti ed in rari casi tutte in una vita soltanto, e sottolineando anche che esiste una tipologia in cui due persone si corrispondono senza per forza di cose essere stretti dalla stessa anima venuta al mondo due volte in situazioni differenti... o che più anime di persone differenti potrebbero essere rettificate nel corso di un unico ciclo di reincarnazioni… bhè in effetti è una cosa un tantino complicata… ci basti sapere che secondo la Qabbalah vi possono essere cicli di tre reincarnazioni ma si può arrivare sino a venti, trenta ed oltre: questo dipende dal tipo di reincarnazione, se si tratta di un caso tra i vari ibburim o tra i vari ghilgulim.
Comunque sia per capire meglio cos’è la reincarnazione credo sia necessario comprendere il significato di due parole presenti nella filosofia orientale della reincarnazione: DHARMA e KARMA.
La parola Dharma (corrispondente alla legge del TAO cinese), deriva dalla parola indoeuropea DHR che significa “sostenere, mantenere in essere e qualche volta formare”.
Il Dharma è dunque qualche cosa di fisso, stabile, saldo… l’eterna regola, sia per la forma delle cose che per la loro stessa natura. Il Dharma è legge di natura, ordine sia del cosmo che della vita personale poiché detta le norme del comportamento individuale. Vivere seguendo il Dharma, vivere seguendo il PROPRIO Dharma, significa andare verso la nostra vera natura, e portare questa in armonia con il Dharma universale ovvero l’essenza stessa della spiritualità stessa.
Dal punto di vista pratico e umano, il Dharma diventa come un codice di norme, come quello costituito dagli Yama dello Yoga che intendono assicurare sia l’equilibrata coesione sociale, sia la propria salute spirituale. I cinque YAMA del DHARMA sono:
Ahimsa - non violenza, prima norma etica, prescrizione che si deve osservare e realizzare per poter proseguire lungo la via della realizzazione; Satya - veracità. Consiste nella coerenza di parole pensieri ed azioni; Asteya - astensione dal furto, dal prendere cioè ciò che non ci appartiene ma anche sopprimere in sé addirittura il desiderio di tale appropriazione; Brahmacarya - controllo dell’istintualità, castità: primo passo dell’itinerario ascetico; Aparigraha - non avidità, non possesso.
Non tentare di seguire il Dharma significa essere nell’Avidya ovvero nell’ignoranza. Avidya è mancata adesione alla verità e quindi mancata adesione a Dio e ciò comporta conseguenze disastrose. Dharma è pertanto un termine sanscrito che riunisce in sé i significati di legge divina ed eterna, dovere religioso e morale, virtù, dottrina vera, giustizia.
Il KARMA invece è quella legge che adatta saggiamente ed intelligentemente l'effetto e la sua causa. Tutto il bene ed il male che abbiamo fatto in una vita, ci porterà conseguenze buone o cattive per questa o la prossime esistenze. La legge del Karma regge tutto il creato, ed è una legge immodificabile. Colui che viola una legge crea dolore per se stesso. Nella gnosi, la rappresentiamo con una bilancia. Il piatto destro corrisponde alle buone opere e si chiama Darma. Il piatto sinistro corrisponde alle cattive opere e si chiama karma. Questa legge si conosce anche come la legge di azione e conseguenza o causa ed effetto. Il Karma è una legge di compensazione e non di vendetta. KARMA è dunque un "principio universale" secondo il quale un'azione virtuosa" genera benefici nelle vite successive, mentre un'azione "non virtuosa" genera malessere e disagi nelle vite successive. Dunque, vincola tutti gli esseri senzienti al ciclo del Samsāra (Reincarnazione) poiché tutto ciò che l'essere farà, si ripercuoterà nella vita futura. Quando viene compiuta un'azione non virtuosa, viene depositatato nella vita stessa dei "semi" o "residui" in seguito alla produzione di karma negativo. Quando viene compiuta un'azione virtuosa invece, viene prodotto karma positivo. Questi residui allungheranno la permanenza dell'esistenza nel Samsāra. È talora contemplata l'esistenza di un tipo di Karma che non è né positivo né negativo ma eticamente neutro, quello che è compiuto da un essere completamente vigile, attento e consapevole, ossia da un risvegliato. Ogni manifestazione degli esseri senzienti possiede una certa quantità di "semi del Karma", che finché non verranno esauriti, li costringeranno a permanere nel ciclo del Samsāra. Questi "semi" sono frutto di azioni compiute da innumerevoli vite precedenti. Essi non possono diminuire ma possono essere distrutti con il raggiungimento dell'"illuminazione". Con l'estinzione del debito karmico, l'essere non sarà più vincolato al Karma e quindi al Samsāra e potrà raggiungere il Nirvana. Ricordiamoci però che anche la sola intenzione è un'azione (di tipo mentale ma sempre azione è...), e quindi è un karma: ovvero un elemento che scatena causa ed effetto!!! Esistono poi diversi tipi di karma:
• Karma familiare: ad ogni essere umano corrisponde un padre una madre, qualche fratello, uno sposo e qualche figlio. Con tutti questi è legato dalla legge del Karma. Qualcosa gli dobbiamo e qualcosa ci devono, d'accordo e secondo come ci siamo comportati nelle vite precedenti.
• Karma collettivo: è quello con il quale diverse persone hanno karma individuali simili. (calamità, una inondazione, una siccità, peste, epidemie, ecc. )
• Karma Nazionale: è la situazione che soffre tutta una nazione, per esempio un terremoto, una guerra civile, Berlusconi ecc..
Potremmo andare avanti all'infinito.. ma direi di chiuderla qui... mi è già venuta la tristezza... Non ricorderò un sacco di vite liberty vissute nel corso dei secoli, ma pagherò le conseguenze dei semi di karma buoni o cattivi continuando a vagare da una vita all'altra.. errando alla ricerca del Dharma... E pensare che io ero convinta che Dharma fosse la tigre di Tremal-Nike ne "i misteri della Giungla nera"!!!!
È una delle credenze più diffuse in ambienti legati all'Induismo, al Buddhismo, all’Ebraismo fino ad arrivare ad alcune religioni africane...
Nell'antichità occidentale questa credenza era molto diffusa anche nelle scuole filosofiche: pensate per esempio a Platone.
Nel secolo scorso il filosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), nell'ambito della sua corrente di pensiero denominata “Antroposofia” fece circolare un’idea di reincarnazione e karma dedotta da una moderna scienza iniziatica che si ricollega a un’evoluzione del pensiero che consente all’essere umano di percepirsi come entità spirituale all’interno dell’attività pensante dell’Io.
Non vi sono prove scientifiche della reincarnazione, tuttavia pare che alcuni professionisti nell’ambito medico abbiano riportato i risultati di estese ricerche basate sulla regressione a vite passate, ottenuta con l'ipnosi o con tecniche di rilassamento guidato, nel corso delle quali i soggetti coinvolti descrivevano con dettagli esperienze di vita svoltesi sino a diversi secoli, o millenni anteriormente alla loro nascita.
Nei bambini il ricordo di vite passate pare essere più “fresco” e frequente nell’età che va dai 2 ai 6 anni, dopo quest’età tali ricordi vengono via via dimenticati.
Una credenza assai diffusa tra i buddisti indiani e tibetani è che prima di raggiungere il 'nirvana' bisogna passare molte vite, senza ricordo delle precedenti incarnazioni, queste esperienze servono a migliorare la nostra essenza e a superare gli ostacoli che precedentemente non abbiamo saputo vincere…
D’altronde la credenza nella reincarnazione non è estranea nemmeno all'Ebraismo. Definita Ghilgul, è insegnata infatti dalla Qabbalah, la componente mistico-esoterica della religione ebraica. Infatti il principale sostenitore della reincarnazione è l'Arizal che spiega che lo scopo della reincarnazione è il tikkun, la rettifica delle differenti anime Nefesh, Ruach e Neshama che possono essere raggiunte e completate in una stessa persona; egli enumera differenti concezioni di reincarnazione facendone esempi pratici, dicendo ad esempio che ogni tipo di anima deve essere rettificato in vite differenti ed in rari casi tutte in una vita soltanto, e sottolineando anche che esiste una tipologia in cui due persone si corrispondono senza per forza di cose essere stretti dalla stessa anima venuta al mondo due volte in situazioni differenti... o che più anime di persone differenti potrebbero essere rettificate nel corso di un unico ciclo di reincarnazioni… bhè in effetti è una cosa un tantino complicata… ci basti sapere che secondo la Qabbalah vi possono essere cicli di tre reincarnazioni ma si può arrivare sino a venti, trenta ed oltre: questo dipende dal tipo di reincarnazione, se si tratta di un caso tra i vari ibburim o tra i vari ghilgulim.
Comunque sia per capire meglio cos’è la reincarnazione credo sia necessario comprendere il significato di due parole presenti nella filosofia orientale della reincarnazione: DHARMA e KARMA.
La parola Dharma (corrispondente alla legge del TAO cinese), deriva dalla parola indoeuropea DHR che significa “sostenere, mantenere in essere e qualche volta formare”.
Il Dharma è dunque qualche cosa di fisso, stabile, saldo… l’eterna regola, sia per la forma delle cose che per la loro stessa natura. Il Dharma è legge di natura, ordine sia del cosmo che della vita personale poiché detta le norme del comportamento individuale. Vivere seguendo il Dharma, vivere seguendo il PROPRIO Dharma, significa andare verso la nostra vera natura, e portare questa in armonia con il Dharma universale ovvero l’essenza stessa della spiritualità stessa.
Dal punto di vista pratico e umano, il Dharma diventa come un codice di norme, come quello costituito dagli Yama dello Yoga che intendono assicurare sia l’equilibrata coesione sociale, sia la propria salute spirituale. I cinque YAMA del DHARMA sono:
Ahimsa - non violenza, prima norma etica, prescrizione che si deve osservare e realizzare per poter proseguire lungo la via della realizzazione; Satya - veracità. Consiste nella coerenza di parole pensieri ed azioni; Asteya - astensione dal furto, dal prendere cioè ciò che non ci appartiene ma anche sopprimere in sé addirittura il desiderio di tale appropriazione; Brahmacarya - controllo dell’istintualità, castità: primo passo dell’itinerario ascetico; Aparigraha - non avidità, non possesso.
Non tentare di seguire il Dharma significa essere nell’Avidya ovvero nell’ignoranza. Avidya è mancata adesione alla verità e quindi mancata adesione a Dio e ciò comporta conseguenze disastrose. Dharma è pertanto un termine sanscrito che riunisce in sé i significati di legge divina ed eterna, dovere religioso e morale, virtù, dottrina vera, giustizia.
Il KARMA invece è quella legge che adatta saggiamente ed intelligentemente l'effetto e la sua causa. Tutto il bene ed il male che abbiamo fatto in una vita, ci porterà conseguenze buone o cattive per questa o la prossime esistenze. La legge del Karma regge tutto il creato, ed è una legge immodificabile. Colui che viola una legge crea dolore per se stesso. Nella gnosi, la rappresentiamo con una bilancia. Il piatto destro corrisponde alle buone opere e si chiama Darma. Il piatto sinistro corrisponde alle cattive opere e si chiama karma. Questa legge si conosce anche come la legge di azione e conseguenza o causa ed effetto. Il Karma è una legge di compensazione e non di vendetta. KARMA è dunque un "principio universale" secondo il quale un'azione virtuosa" genera benefici nelle vite successive, mentre un'azione "non virtuosa" genera malessere e disagi nelle vite successive. Dunque, vincola tutti gli esseri senzienti al ciclo del Samsāra (Reincarnazione) poiché tutto ciò che l'essere farà, si ripercuoterà nella vita futura. Quando viene compiuta un'azione non virtuosa, viene depositatato nella vita stessa dei "semi" o "residui" in seguito alla produzione di karma negativo. Quando viene compiuta un'azione virtuosa invece, viene prodotto karma positivo. Questi residui allungheranno la permanenza dell'esistenza nel Samsāra. È talora contemplata l'esistenza di un tipo di Karma che non è né positivo né negativo ma eticamente neutro, quello che è compiuto da un essere completamente vigile, attento e consapevole, ossia da un risvegliato. Ogni manifestazione degli esseri senzienti possiede una certa quantità di "semi del Karma", che finché non verranno esauriti, li costringeranno a permanere nel ciclo del Samsāra. Questi "semi" sono frutto di azioni compiute da innumerevoli vite precedenti. Essi non possono diminuire ma possono essere distrutti con il raggiungimento dell'"illuminazione". Con l'estinzione del debito karmico, l'essere non sarà più vincolato al Karma e quindi al Samsāra e potrà raggiungere il Nirvana. Ricordiamoci però che anche la sola intenzione è un'azione (di tipo mentale ma sempre azione è...), e quindi è un karma: ovvero un elemento che scatena causa ed effetto!!! Esistono poi diversi tipi di karma:
• Karma familiare: ad ogni essere umano corrisponde un padre una madre, qualche fratello, uno sposo e qualche figlio. Con tutti questi è legato dalla legge del Karma. Qualcosa gli dobbiamo e qualcosa ci devono, d'accordo e secondo come ci siamo comportati nelle vite precedenti.
• Karma collettivo: è quello con il quale diverse persone hanno karma individuali simili. (calamità, una inondazione, una siccità, peste, epidemie, ecc. )
• Karma Nazionale: è la situazione che soffre tutta una nazione, per esempio un terremoto, una guerra civile, Berlusconi ecc..
Potremmo andare avanti all'infinito.. ma direi di chiuderla qui... mi è già venuta la tristezza... Non ricorderò un sacco di vite liberty vissute nel corso dei secoli, ma pagherò le conseguenze dei semi di karma buoni o cattivi continuando a vagare da una vita all'altra.. errando alla ricerca del Dharma... E pensare che io ero convinta che Dharma fosse la tigre di Tremal-Nike ne "i misteri della Giungla nera"!!!!
IL CAPPELLAIO MATTO
6 commenti:
e reincarnarsi in un animale? o una pianta? è possibile secondo te?
Io ho letto un sacco di cose "strane" (direbbero i miei amici...)in proposito e mi sono fatta una mia idea... Innanzitutto credo che ognuno di noi abbia un contatto speciale con un animale che gli è affine, alcuni lo chiamano animale guida, altri lo riconducono ad esistenze passate... sta di fatto che questo legame c'è ed esiste x tutti noi (o quasi).
Secondo quello che insegna il reiki TUTTO è ENERGIA: animali, piante, esseri umani, pensiero.. detto questo ti pare così strano che esistano energie simili che mutano nel corso dei secoli?? quanti posti sentiamo come "affini"??? secondo me è possibile. SI SI SI
IL CAPPELLAIO MATTO
Ciao, ho letto con attenzione l'argomento e non potevo non dire la mia.
Io sono Buddista e proprio in questo periodo stò approfondendo il tema "reincarnazione", uno dei prossimi argomenti che proporrò come argomento di studio.
Sono arrivata a comprendere, grazie a questo studio, che ogni essere vivente segue un piano evolutivo.
Tutto si evolve nell'universo, compresi noi "anime".
Si potrebbe dire che l'essere umano è l'ultimo stadio evolutivo delle forme vitali esistenti sul pianeta.
Da questo punto inizia a crearsi il bagaglio karmico esistenza dopo esistenza.
Io lo sento di aver già vissuto, ma è una sensazione così sottile ed unica che non saprei come descriverla.
Posso dire che la sensazione che provo è così dolce ed emozionante.
Andrei avanti a scrivere, ma non vorrei occupare troppo spazio e devo andare.
Mi piacerebbe proseguire questo discorso, che ne dici?
Patty
Ciao Patty... Io non sono buddista, nel senso che in tutta coscienza non riesco a sentire la mia appartenenza ad alcuna religione in particolare.. direi che però sento mie diverse convinzioni di diverse religioni... tra queste la "teoria" della reincarnazione. Sono d'accordo con te sulla questione del percorso e sul piano vitale, credo nella reincarnazione.. che l'uomo sia ad uno stadio "ultimo" dell'esistenza lo trovo difficile da accettare, molti animali mi sembrano più evoluti di certi soggetti... e chissà quante esperienze avremmo bisogno di attraversare per imparare quello di cui abbiamo bisogno per "elevarci"... ma certo che ne possiamo parlare! qui c'è tutto lo spazio che ci vuole, non credi!!? a presto!
Il cappellaio matto
No
Le piante hanno spirito veggitativo; gli animali spirito sensibile e gli umani spirito intelligente ( cosciente) .sono 3 tipi di spirito diverso. Ci sono umani con un spirito molto grezzo ma qumunque possono arrivare la perfezione con la evoluzione della loro anima in tanti incarnazioni
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