Ricordo molto bene che quando ero bambina adoravo tediare i miei nonni perchè mi raccontassero qualche storia.. Di norma si trattava delle favole tipiche che si raccontano ai bambini, ma molto più spesso si trattava di storie di vita vera o delle tipiche storie piemontesi sulle masche!!!... Devo dire che nonna Eugenia era specializzata nei racconti di fiabe che pochi conoscono (Pinto Smalto; Adelina; la Variante di Cenerentola Viziata), insomma non le solite fiabette inflazionate..
Il nonno materno, Chiaffredo, di solito mi raccontava delle sue avventure da giovane: a partire da quando la mamma l'aveva messo sul treno per andare a servizio e lui era terrorizzato perchè era la prima volta che si allontanava da casa (aveva 6 anni!!!), fino ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale e alla sua esperienza in Russia...
Ma i miei preferiti erano i racconti di nonna Caterina. Un po', immagino, dipendeva dall'ambientazione.. Infatti d'inverno, rigorosamente dopo aver fatto i compiti, più o meno al calare del sole (alle 16.00 di pomeriggio circa) attraversavo il prato che separa la casa dei miei gentitori dalla sua e mi accomodavo di fianco al suo "putagè" (tipica stufa piemontese che fa da calorifero, da forno e sulla quale si può cucinare) pronta per entrare nel favoloso mondo dei suoi racconti...
Lei aveva un dono magnifico: usava le parole per dipingere le situazioni e farti vivere e vedere quello di cui ti stava parlando. "L'arte del raccontare" lo chiamo oggi. Qualsiasi cosa ti raccontasse tu riuscivi a visualizzare quello che stava succedendo e ti ritrovavi all'interno del racconto. Era una cosa meravigliosa. Ogni sera un racconto diverso, il calore del putagè, il buio ed il freddo fuori dalla porta, lei che faceva maglia e mentre narrava... ed io rapita da questa magia...
IL CAPPELLAIO MATTO
3 commenti:
...E tu hai ereditato perfettamente quest'arte:, sei in grado di creare un'atmosfera quando qualcuno entra in casa tua, che lo fa sentire accolto come in un abbraccio, e lo predispone ad ascoltare i tuoi racconti con tanta partecipazione da sentirsi subito parte del tuo mondo, come se fosse sempre stato di casa.
ti ringrazio mia cara, magari avessi la capacità di mia nonna.. ma mi fa piacere comunque averti fatta sentire parte del mio mondo... spero di vederti presto. ti abbraccio forte
il cappellaio
urca, che lungo.
Lo salvo e lo leggo in treno domani :)
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